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Nord Sudan,Il Kordofan meridionale al voto.

| Scritto da Redazione
Nord Sudan,Il Kordofan meridionale al voto.

Nord Sudan,Il Kordofan meridionale al voto.
Dal 2 al 4 maggio si è votato in Kordofan meridionale per eleggere il governatore e il parlamento dello stato federale che amministrativamente è parte del Nord Sudan ma che al suo interno ha molte popolazioni legate storicamente e culturalmente al Sud.

I 642.000 aventi diritto al voto hanno scelto tra il governatore uscente, Ahmed Haroun del Partito del Congresso nazionale (Ncp, al potere a Khartoum) e il rivale Abdelaziz al Hillou del Movimento popolare di liberazione del Sudan (Splm), la formazione degli ex ribelli che governa il Sud Sudan.

Il voto è stato monitorato da osservatori dell’Unione africana (Ua) e della fondazione Carter Center.

Durante la seconda guerra civile sudanese (1983-2005), etnie di origine araba appoggiate da Khartoum hanno combattuto etnie africane - in particolare sui Monti Nuba - che sostenevano lo Splm.

Il Kordofan meridionale comprende importanti comunità non-arabe e cristiane, dipende dal governo di Khartoum ma beneficia di uno statuto speciale in base agli accordi di pace comprensivi (Cpa) che nel 2005 hanno posto fine a oltre venti anni di guerra civile tra Nord e Sud. È una delle zone di maggiore tensione lungo la fascia di confine tra Nord e Sud.

Questa di maggio è la seconda grande consultazione popolare in Sudan nel corso di quest'anno, dopo il referendum di gennaio che ha deciso l'indipendenza del Sud Sudan.

Poco prima del voto il vice-governatore del Kordofan meridionale, Abdelaziz al Hilou aveva accusato il governatore in carica,  Ahmed Haroun, di aver organizzato un attacco compiuto da milizie paramilitari contro il suo villaggio di origine, El Faid Oum Abdoullah, nell’est della regione. I miliziani sarebbero arrivati nel villaggio all’alba del 14 aprile e avrebbero incendiato tra le 300 e le 500 capanne. Le vittime, tra cui donne e bambini, sarebbero più di venti. [vedi Newsletter 77 del 18 aprile]

Le minacce di Bashir. Il 27 aprile il presidente Bashir ha ribadito che la regione di Abyei (che confina con il Kordofan meridionale) appartiene al Nord e che Khartoum è pronta a portare la guerra nel Kordofan meridionale se il Sud Sudan cercherà lo scontro. In un infervorato discorso pubblico tenuto a Al-Mujlad, nel Kordofan meridionale, Bashir ha dichiarato: «Lo ripeto per la  milionesima volta, Abyei appartiene al nord e rimarrà al nord». Bashir ha risposto così a una bozza di costituzione presentata dal Sud Sudan che rivendicava Abyei al Sud. Al-Dirdiri Ahmed, l'esponente del partito di Bashir incaricato di gestire il dossier Abyei, ha dichiarato alla stampa che se Juba insisterà a voler considerare Abyei parte del Sud, il Ncp potrebbe arrivare a non riconoscere più il Sud Sudan come stato indipendente.

Abyei / Scontri sul terreno. Sono almeno 14 le vittime provocate negli ultimi giorni da scontri armati nella regione Abyei, confinante con il Kordofan meridionale:  Hua Jiang, portavoce della missione di pace delle Nazioni Unite in Sudan (Unmis), ha confermato che i caschi blu hanno visto i corpi senza vita di tre persone in abiti civili e di 11 poliziotti delle unità miste dispiegate nell’area sulla base degli accordi di pace del 2005.

All'inizio di aprile il Nord Sudan e il Sud Sudan avevano trovato un accordo per ritirare «tutte le forze non autorizzate» dalla regione di Abyei, contesa tra Khartoum e Juba, e per formare un comitato congiunto per monitorare la realizzazione dell'accordo firmato a Kadugli in gennaio [vedi Newsletter 77 del 18 aprile 2011]. Le Nazioni unite avevano mediato l'accordo.

Nella regione, contesa tra Nord e Sud, le due principali etnie, i dinka ngok e i misseriya, periodicamente si scontrano per il controllo dei pascoli e per l'utilizzo delle terre e dall'acqua. Con l’inizio della stagione secca i misseriya, considerati “arabi” e  sostenuti dal governo di Khartoum, si spostano verso sud in cerca di acqua per i capi di bestiame trovandosi in competizione con i dinka ngok, un gruppo “africano”  in buoni rapporti con lo Splm, al governo in Sud Sudan.

fonte: Informazioni Campagna Sudan <info@campagnasudan.it>

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