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Paolo Carletti (Pd) Ha ancora senso che Art. Uno esista?

Carletti (Pd e Presidente del C.C. di Cremona) offre le sua riflessioni agli stimoli ‘sensati’ di Articolo Uno di Cremona)

| Scritto da Redazione
Paolo Carletti (Pd)  Ha ancora senso che Art. Uno esista?

Paolo Carletti (Pd)  Ha ancora senso che Articolo Uno esista? Ho sempre ritenuto  che alla Sinistra servisse una coalizione plurale

Carletti (Pd e Presidente del C.C. di Cremona) offre le sua riflessioni agli stimoli ‘sensati’ di Articolo Uno di Cremona)

Abbiamo letto l'intervento di Articolo Uno in ordine alla nuova coalizione, alle nuove scommesse programmatiche ed alla loro disponibilità alla creazione di un unico soggetto plurale di sinistra, da semplice iscritto al PD che non fa parte di nessun organo dirigenziale né cittadino né  provinciale, mi sovviene una qualche riflessione

Con il PD non sono mai stato tenero, ma nel leggere da Articolo Uno solo rimbrotti rivolti al PD, mi pare tanto di tornare a quei quindicenni che per non far capire che cederebbero volentieri alle ipotetiche lusinghe di una ragazza, cercano di pubblicizzarne i difetti, con ciò facendo mostra dei muscoli che hanno, o dei muscoli che l'età li costringe maldestramente a pensare di avere...

A differenza di tanti dirigenti di Articolo Uno io non sono mai stato un entusiasta della nascita del pd e ritengo molto azzeccata la definizione che ne fece Ugo Intini " IL PD è una fusione freddo tra democristiani e comunisti" e proprio sulla scorta di questa analisi, io non ne ho fatto parte per anni. Sempre a differenza di tanti dirigenti di Articolo Uno che ammiccavano alla vocazione maggioritaria del PD quando ne avevano le chiavi in mano, ho sempre ritenuto alla Sinistra servisse una coalizione plurale e contaminata.

E' innegabile che negli anni 2mila il PD soffrisse di una certa ingessatura dirigenziale e che Renzi contribuì a sconquassare quella nomenkaltura che soffocava ogni vento riformista si levasse nel PD, ma lo fece spingendo sull'acceleratore del partito unico a sinistra, o meglio, del partito unico alternativo alle destre

Eh sì, perché anch'io penso come Articolo Uno che ogni coalizione debba essere plurale e che il PD debba essere pronto a lasciarsi contaminare da chi abbia le sue stesse pulsioni sociali, purché i pretendenti contaminatori non cedano alla peggior retorica portando come gonfalone i più sgualciti clichet che lo spettacolo della seconda repubblica ci ha offerto.

Le coalizioni plurali si fondano però su un assunto di base: ogni componente deve avere la propria funzione sociale e deve saper stimolare la crescita di tutta l'alleanza.

Leggendo l'intervento di Articolo Uno si fatica a non dire che gli stimoli, pur sensati, sono del tutto maldestramente offerti all'analisi, al punto che se analizzati da un analfabeta politico possono sembrare corroboranti ad una sinistra tutta d'un pezzo, se letti da chi gode di una alfabetizzazione politica decente, non possono che essere derubricati ad inutile e rimasticata retorica.

Ma  leggendo quel che abbiamo letto ci vien da dire, Articolo Uno ha ancora senso che esista? E qui sta il punto.

 L'utilità sociale della formazione di cui si fa parte, dev'essere il primo interrogativo che si pone ogni militante politico.

Io ad esempio ho militato nel PSI fin tanto che ho ritenuto avesse una funzione sociale, quando mi è parso che la funzione di quel partito fosse solo quella di portare voti nostalgici socialisti a sinistra, ho preferito aderire direttamente al PD, che una sua funzione sociale ce l'ha innegabilmente e non è solo quella di mettere argini alla destra, ma è anche quella di proporre modelli alternativi di sviluppo socioeconomico delle nostre comunità.

Articolo Uno non nasce da radici solide ma da una situazione contingente e che trovava la propria funzione sociale solo con un PD renziano spostato arrogantemente al centro e che oggi si trova a fare la corrente esterna del PD alternando, anche a livello locale, prove muscolari a distinguo improbabili e di rappresentanza.

In fin dei conti, terminata la propria funzione sociale un Partito si scioglie, se invece resta in piedi sembra che lo faccia solo per garantire visibilità ai propri dirigenti locali, da cui ci si aspetterebbe invece un qualche slancio.

Cari amici e compagni, potete scegliere se restare nella riserva indiana certi di un diritto di tribuna e di qualche posizione di rappresentanza, oppure uscire dalla riserva, porre sul tavolo le vostre istanze, e battagliare democraticamente nel solo soggetto che può realisticamente far avanzare le istanze della Sinistra socialdemocratica, il PD, in cui io, da socialista libertario,  non mi trovo per nulla a disagio.

Paolo Carletti ( Pd  Cremona)

4 gennaio 2021

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