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Art.UNO Cremona Per battere le destre è necessario unire i progressisti.

Stiamo entrando in un nuovo anno, cruciale per il nostro Paese e per l’Europa.

| Scritto da Redazione
Art.UNO Cremona Per battere le destre è necessario unire i progressisti.

Art.UNO Cremona Per battere le destre è necessario unire i progressisti.

Stiamo entrando in un nuovo anno, cruciale per il nostro Paese e per l’Europa.

Cruciale anche per Cremona, per le infrastrutture troppo costose e a nostro giudizio inutili che dovrebbero essere finanziate da Regione Lombardia, banche e società private concessionarie: dal progetto di autostrada Cremona-Mantova al Terzo Ponte autostradale sul Po.

 «Un debito cattivo», come direbbe Mario Draghi per tutto ciò che gonfia il Pil, consuma suolo, danneggia aziende agricole, ricade come onere sulle giovani generazioni.

Cruciale per la Sanità cremonese, il nuovo ospedale viene proposto dopo che per anni la sanità pubblica cremonese è stata sistematicamente e volutamente indebolita. In nuovo ospedale non deve essere pensato come una elargizione da parte del centro ad una periferia maltrattata, ma deve essere inserito in un progetto di rinnovamento che parta dalla assistenza territoriale e dalle competenze, rinnovo che deve essere fortemente condiviso con la società civile cremonese.

La pandemia, che ha comunque duramente condizionato le nostre vite anche nel 2021, avrà ancora effetti rilevanti nei prossimi mesi. Indipendentemente da questo o, meglio, aggravate da questo quadro, si presentano sfide ambientali, economiche, politiche ancora più grandi rispetto al passato: la riduzione della Co2 e la lotta ai cambiamenti climatici che, unita al grave inquinamento dell’aria che respiriamo, dovrebbe spingere comunità come quella cremonese a rivedere molte scelte amministrative di questi anni, in gran parte ancora inadeguate rispetto agli obbiettivi di una giusta transizione ecologica.

Crediamo, insieme ad altre forze progressiste, che più che di «transizione» si dovrebbe parlare di «conversione» ecologica, intesa nella sua accezione più ampia. Le sfide politiche imminenti sono quelle della elezione del Presidente della Repubblica, un passaggio importante per la credibilità della nostra democrazia e il rispetto della nostra Costituzione.

Un passaggio che potrebbe avere anche conseguenze immediate sulla tenuta del quadro politico, in particolare, con la crisi dell’attuale maggioranza parlamentare. Di fronte a questo rischio, le forze politiche del centrosinistra, che pure hanno mostrato coesione e concretezza nella gestione della emergenza sanitaria, anche grazie alla positiva azione del Ministro della Salute Speranza, e del campo progressista si stanno muovendo con troppa lentezza e, dunque, offrono il fianco al disegno di chi vuole portare il Paese ad elezioni anticipate, se non in primavera già nel prossimo autunno.

Il ritardo nella costruzione di un campo largo e plurale, che comprenda forze grandi e meno grandi di tutto il potenziale schieramento progressista alternativo alle Destre, è evidente nella difficoltà del segretario nazionale Enrico Letta di mobilitare in questa direzione il grosso del corpo del Pd, non ancora guarito dai postumi del moderatismo renziano.

È evidente nella difficoltà di Giuseppe Conte di dare un nuovo volto e una nuova collocazione al Movimento 5 Stelle dopo la grave emorragia di voti subita negli ultimi due anni.

È evidente nella frammentazione delle forze ecologiste e della sinistra più avanzata che, da un lato, rischiano di ricadere nell’orbita del Pd come satelliti, dall’altro, attendono che piova dal cielo un’alternativa che solo una forte iniziativa dal basso e una nuova legge elettorale di tipo proporzionale potrebbe aiutare a far nascere.

 Articolo Uno di Cremona non si sottrae a questa critica che nasce da un’analisi onesta della situazione locale e nazionale. Per questo faremo di tutto per costruire ponti e convergenze tra i soggetti politici che intendono entrare a far parte a pieno titolo del campo largo alternativo alla destra.

Siamo ben consapevoli che permangono differenze non da poco sul tema del programma e delle alleanze. Sull’attuale programma del Governo Draghi giudichiamo ancora troppo timida la svolta ecologista del PNRR col rischio di finanziare ancora le fonti fossili, invece che promuovere risparmio energetico ed energie rinnovabili.

Del tutto fuorvianti le aperture sul nucleare del ministro Cingolani e scorretti i suoi tentativi di giustificare il rincaro delle bollette di luce e gas con la troppa fretta dell’Unione Europea di abbandonare petrolio e gas. Timide anche le misure per scoraggiare le delocalizzazioni industriali.

Sbagliate le misure sul Fisco e sulle aliquote fiscali che non tutelano a sufficienza le fasce di reddito medio-basso. Poco si è fatto per recuperare dignità al lavoro, schiacciato da precarietà e redditi troppo bassi, e poco per combattere le disuguaglianze.

Quasi assenti le politiche di cooperazione internazionale, accoglienza, limitazione del riarmo. Un programma che abbia come ambizione quella di coniugare giustizia sociale e giustizia ambientale non può che dare maggior ascolto sia ai sindacati sia ai movimenti ambientalisti e alle associazioni di volontariato, cattolico e laico.

Sul tema delle alleanze siamo consapevoli che in gran parte del Pd rimane l’illusione maggioritaria e, che, anche per questa ragione, Enrico Letta ha rinviato a dopo le elezioni del Presidente della Repubblica la possibile modifica della attuale pessima legge elettorale.

Ci auguriamo che questo eccesso di prudenza non si riveli un errore. Tanto più grave se pensiamo che da tempo in Italia soffia un vento decisionista, tecnocratico, elitario che vorrebbe concentrare il potere in poche mani estranee alla democrazia partecipativa, alla complessità culturale e sociale del pluralismo, indifferente al crescente astensionismo elettorale di massa.

Questa regressione, però, non fa che favorire una deriva semipresidenzialista che, non a caso, si sta sovrapponendo all’attuale avvio di discussione sulla elezione del prossimo Presidente della Repubblica. Un segnale ulteriore dello sfondamento politico in atto nei confronti della «coscienza costituzionale» del nostro Paese è la campagna mediatica avviata dal centrodestra e amplificata dagli organi di stampa a sostegno della possibile candidatura di Silvio Berlusconi alla prima carica istituzionale dell’Italia repubblicana.

Ma, permetteteci di dire: questa messinscena non è seria e fa male alla democrazia e alla stessa credibilità dei partiti.

Un appello: cambiamo registro, torniamo a confrontarci sul significato e sul ruolo di «garante» che la Costituzione affida al Presidente della Repubblica in Italia che, ricordiamo è anche Presidente del Consiglio Superiore della Magistratura. Ruolo tanto più importante in un tempo di crescente incertezza.

L’Assemblea degli iscritti ad Articolo Uno Cremona

Cremona 2 dicembre 2022

 

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