Venerdì, 17 maggio 2024 - ore 04.45

Pietro Tarantino : Un omicidio volontario chiamato espianto

Dalla cartella clinica si rileva che non sono state eseguite né cure, né trattamenti, né monitoraggi del paziente sotto ventilazione, tolti perfino gli antiedemigeni iniziati al Pronto soccorso.

| Scritto da Redazione
 Pietro Tarantino : Un omicidio volontario chiamato espianto

Non dobbiamo dimenticare che un omicidio volontario chiamato espianto, consumato in ospedale, è rimasto impunito, marchiando la magistratura di collusione con la lobby trapiantistica e la sanità per condotta dolosa.

Il procedimento penale aperto dal fratello e dalla moglie di Pietro ha subito vicissitudini kafkiane.

Per 15 anni la famiglia ha lottato per un processo regolare, ove le prove potessero ottenere la garanzia del contraddittorio, ma fu loro sistematicamente negato.

Per cui resta tutt'ora inspiegato come mai la Neurochirurgia dell'ospedale di Bergamo ha ignorato la diagnosi corretta emessa dal Pronto Soccorso di Vaprio d'Adda da cui proveniva Pietro: “sospetta frattura della base cranica, otorragia e rinorragia bilaterale”, sostituendola all'atto d'entrata in NCH, con la diagnosi prefabbricata di “grave trauma cranio-cerebrale. Frattura C2” (2° vertebra cervicale). Letteralmente inventata e mai documentata.

Dalla cartella clinica si rileva che non sono state eseguite né cure, né trattamenti, né monitoraggi del paziente sotto ventilazione, tolti perfino gli antiedemigeni iniziati al Pronto soccorso. Chiesti subito gli esami di laboratorio urgenti “X ESPIANTO” e trasferito col timbro “DONATORE D'ORGANI” alla rianimazione nonostante l'opposizione ribadita da tutta la famiglia. Un coma classificato irreversibile sotto Atropina, farmaco che provoca dilatazione fissa delle pupille e proibito dalla scienza internazionale. All'insaputa dei famigliari emessa illegale dichiarazione di “morte cerebrale” ed espiantato: cuore e reni inspiegabilmente col “nulla osta” della Procura, pancreas senza “nulla osta” e dall'autopsia si scopre fegato e aorta trafugati.

Sembra che la volontà di effettuare il trapianto abbia preso il sopravvento” scrive un perito del PM. Così il 100° trapianto di cuore scatta a Bergamo nella notte tra sabato Santo e domenica di Pasqua” quella di resurrezione, come la stampa abilmente sottolinea.

L'iter processuale ha subito ritardi, disguidi, rinvii, amnistie, omissioni, richieste di archiviazione, opposizioni e riaperture. La difesa dei parenti prossimi ha perfino dovuto presentare al Procuratore generale presso la Corte d'Appello di Brescia ben due richieste di avocazione delle indagini preliminari a seguito di mancato esercizio dell'azione penale da parte del Pubblico Ministero. Ma il PM è riuscito ad ottenere il rigetto dell'istanza ed a mantenere la titolarità.

Il procedimento è stato chiuso d'autorità dopo un incidente probatorio-farsa richiesto dagli inquisiti (mentre ai familiari in precedenza era stato più volte negato). Nell'udienza hanno parlato esclusivamente i due periti del giudice: rianimatore e medico legale entrambi coinvolti nei trapianti (altro che super partes!) in assenza di contradditorio, con veto di parola e minaccia di espulsione per i quattro Consulenti di Tarantino. Il PM chiede per la 6° volta l'archiviazione del caso.

Il GIP in luogo di invitare ex ufficio il PM a formulare il capo d'imputazione per passare alla fase del processo, nonostante nella sentenza riconosca che gli elementi raccolti nel corso delle indagini preliminari non sono esaustivi su fatti importanti (per es. riguardo all'intervento dei medici del Pronto Soccorso di Vaprio-mai interrogati), dichiara che “la richiesta di archiviazione da parte dei 5 medici indagati deve essere accolta” perché “tali carenze non possono essere più integrate”. Falso, potevano essere integrate, dovevano essere integrate. Si tratta di denegata giustizia. Nell'anniversario familiari, amici e soci non dimenticano.

 

Fonte lega Antipredazione AG

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