Mercoledì, 08 maggio 2024 - ore 22.05

Presidio della La Lega Nord davanti alla Prefettura di Cremona contro l’immigrazione

Durante il presidio è stata consegnata al Prefetto una lettera

| Scritto da Redazione
Presidio della La Lega Nord davanti alla Prefettura di Cremona  contro l’immigrazione

La Lega non demorde e con lo slogan ‘In Hotel i clandestini, sotto i ponti i clandestini’ ha organizzato un presidio davanti alla Prefettura di Cremona. La filosofia di queste manifestazioni, delle quali diamo cenno per diritto di cronaca, è sempre la stessa: rifiuto totale della diversità e l’individuazione del nemico immigrato. Che dire, se non invitare i cittadini a sentire le parole di Mons. Perego ( vedi news correlata) che invita all’accoglienza.

Red/gcst/wel/cr

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Il documento è stato consegnato in Prefettura firmato dalla senatrice Comaroli, consigliere Regionale Lena, sindaco di Soncino Pedretti, assessore di Soncino Fabemoli e dal Capogruppo in Consiglio Comunale a Cremona Carpani.

Nel documento fra l’altro si dice:’ La crisi  economica internazionale che negli ultimi anni ha investito diversi Paesi del mondo e, in particolar modo, le economie dei Paesi più deboli dell’Europa, ha determinato un aggravamento degli indicatori macroeconomici e del quadro di finanza pubblica italiana.

Le politiche di risanamento della finanza pubblica adottate negli ultimi anni nel nostro Paese finalizzate al raggiungimento dei vincoli imposti dall'Europa, pur se hanno coinvolto tutti i livelli della pubblica amministrazione, nei fatti, hanno visto, proprio, le amministrazioni locali contribuire in modo determinante. 

la situazione odierna nella quale gli enti locali si trovano a svolgere i servizi ai cittadini costituzionalmente loro assegnati risente, esclusivamente in chiave negativa, di almeno 5 fattori: lo stratificarsi di tagli alle risorse degli enti locali e territoriali, la mancata attuazione del federalismo fiscale, la crisi economica che ha aumentato le esigenze di servizi sociali, l'emergenza sbarchi con conseguente imposizione agli enti di garantire ospitalità, e la legge n. 56 del 2014 che ha avviato una riforma delle province in mancanza di chiarezza istituzionale e di strumenti normativi e finanziari adeguati.

 

Secondo un calcolo riassuntivo diffuso dalla Cgia di Mestre nel gennaio 2015, complessivamente tra il 2011 ed il 2015 (dalla prima manovra Monti all'ultima legge di stabilità del Governo Letta) gli enti locali e territoriali complessivamente hanno subito una decurtazione superiore ai 25 miliardi di euro. Ciò ha permesso allo Stato centrale di dimostrare un miglioramento sul fronte della spesa quasi interamente scaricato sui bilanci degli enti locali e territoriali. Sui soli comuni il taglio è stato di 8,31 miliardi di euro e di 3,74 miliardi di euro per le province.

 

Il Documento di economia e finanza presentato recentemente dal Governo non interviene a rimodulare o ridimensionare i tagli per gli enti locali, in particolare le province, che in base all'ultima legge di stabilità sono chiamate ad uno sforzo superiore alla propria capacità di sostenere tagli e che, come già annunciato da amministratori di tutti i colori politici, potrebbero dichiarare il default.

 

In mancanza di attuazione del federalismo fiscale e del meccanismo di finanziamento basato su costi e fabbisogni standard, il taglio si è trasformato, anziché in uno strumento di riduzione degli sprechi e della spesa improduttiva, in un meccanismo opposto, punitivo ed ingiusto: anziché premiare i comuni virtuosi e responsabilizzare le cattive amministrazioni, i tagli applicati in maniera lineare hanno reso impossibile l'amministrazione di chi non aveva margini di spreco. Nella sostanza, una spending review boomerang che ha trattato i servizi ai cittadini come se fossero sprechi e non ha saputo evidenziare né intaccare le sacche di cattiva amministrazione’.

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