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Proposte Cgil per gli italiani all'estero

| Scritto da Redazione
Proposte Cgil per gli  italiani all'estero

Le proposte della CGIL per gli italiani all’estero e la nuova emigrazione
La CGIL vede nelle elezioni politiche del 24 e 25 febbraio 2013 l'occasione per un radicale cambiamento
delle politiche democratiche, economiche, sociali dell'Italia.
Le risposte neoliberiste alla crisi hanno avuto l’effetto (largamente previsto) di aumentare la
disoccupazione e la precarietà del lavoro, ampliare le diseguaglianze, favorire l'insicurezza per i giovani e
la povertà per gli anziani.
Al centro di un programma economico e sociale alternativo – proposto alle forze democratiche e
progressiste che si candidano a guidare il paese, dopo il disastro dell'era Berlusconi e l'austerità iniqua
del governo “tecnico” - la CGIL colloca un nuovo “Piano del Lavoro”, per ridare centralità
all'occupazione di qualità.
In questa direzione, sarà necessario l’impegno delle forze politiche per la tutela, la qualificazione e
l’ampliamento dello stato sociale, aumentando gli investimenti e garantendo ai cittadini i diritti sociali e
una prospettiva di sviluppo equo e sostenibile.
1 – Gli italiani all’estero
Un programma credibile per l’emigrazione italiana vecchia e nuova non può che partire da un’analisi critica
di quanto avvenuto negli ultimi anni: nel corso della legislatura 2008-2012 ci siamo trovati di fronte ad un
progressivo, quanto rapido e drastico ridimensionamento di tutte le risorse destinate agli italiani nel mondo.
Il taglio lineare operato dal governo Berlusconi sulle risorse destinate agli italiani all'estero sui capitoli di
spesa del Ministero degli Affari Esteri è arrivato a superare il 75%. E' mancata una politica organica degli
ultimi governi verso gli italiani all'estero.
Le riduzioni hanno riguardato tutti i campi: la scuola, la cultura, l’assistenza sociale, le associazioni, la rete
consolare e di servizio per i nostri concittadini all’estero, i patronati, la stampa, gli organi di rappresentanza
(Comites e CGIE). Tutto ciò fa registrare un quadro di complessivo abbandono della già inadeguata politica
per l’emigrazione italiana, a cui, la novità della rappresentanza parlamentare non è riuscita, purtroppo, a
porre un argine concreto.
Alcune delle nostre proposte:
- aumento degli investimenti per gli italiani all’estero su: Scuola, Assistenza, Informazione,
Formazione professionale, Associazionismo, Rete Consolare, Servizi di assistenza (Patronati),
funzionamento dei Comites e del CGIE;
- convocazione della seconda Conferenza Nazionale dell’Emigrazione, che metta al centro della
propria agenda i temi della nuova emigrazione e che sappia proporre un nuovo approccio e una
nuova visione sul tema complessivo delle migrazioni, inclusa l'immigrazione nel nostro Paese;
- superamento dell’ambiguità sulla natura e sulle diverse forme di rappresentanza dei nostri
concittadini all’estero, rilanciando la centralità dei Comites, del CGIE e dell'Associazionismo;
- valorizzazione della promozione e diffusione della lingua e cultura italiana all’estero, mediante un
riordino legislativo del sistema e una implementazione delle risorse, fondamentali per rilanciare le
prospettive di relazioni, occupazionali e di investimenti economici rispetto alle nostre comunità e al
nostro paese;
- in questo senso, ricominciare a valorizzare ed investire sul servizio pubblico televisivo RAI per gli
italiani all’estero.
1 Questo documento è condiviso con FILEF e ISTITUTO FERNANDO SANTI
2 – Proposte per anziani e pensionati
- assegno di solidarietà: riconoscimento di un contributo economico agli anziani in difficoltà
residenti all’estero;
- assegno sociale: abolizione dell’obbligo di dieci anni di residenza continuativa per averne diritto;
- pagamento delle pensioni all’estero: rendere più semplici le procedure di pagamento e soprattutto
quelle di controllo operate dalle banche e dall’INPS (RED, Esistenza in vita…), affinché il diritto
alla riscossione della pensione sia esercitabile senza costi e faticose trafile burocratiche;
- valore delle pensioni all’estero: intervento del Ministero degli Esteri in tutti quei paesi dove si
applicano alle pensioni tassi di cambio ingiusti e punitivi, o si è costretti alla riscossione in dollari o
valuta locale;
- gli indebiti pensionistici: chiediamo una sanatoria degli indebiti pensionistici maturati senza dolo
dai pensionati residenti all’estero;
- ratifica accordi e convenzioni internazionali: l’Italia deve superare i ritardi accumulati e siglare
accordi di carattere sociale e previdenziale con gli altri paesi di emigrazione e di immigrazione; al
tempo stesso deve impegnarsi per adeguare quelli già esistenti.
3 - L’impegno politico dei parlamentari per la difesa, la qualificazione e l’ampliamento del welfare
Nell’ambito dell’impegno proposto dalla CGIL alle forze politiche democratiche e progressiste che si
candidano alla guida e al cambiamento nel nostro Paese, anche ai parlamentari eletti all’estero è affidato un
ruolo attivo per la difesa, il rilancio e l’ampliamento del nostro sistema di protezione sociale. L’Italia è da
anni il fanalino di coda in ogni tipo di “classifica” europea per ciò che riguarda gli investimenti nel welfare e
nella sicurezza sociale. La maggior parte degli investimenti è sulle pensioni di vecchiaia o ai superstiti, che
vengono comunque tassate: per il resto, l’Italia è tra i Paesi che spendono in assoluto di meno per
disoccupazione, sanità, invalidità, infanzia. Ed è l’ultimo in Europa per investimenti in edilizia sociale e lotta
all’esclusione.
Ciò non può essere indifferente ai nostri parlamentari eletti all’estero, alle politiche che dovranno sostenere
una volta eletti e all’approccio che dovranno poi tenere nei loro interventi in Italia come rappresentanti dei
nostri concittadini residenti in altri Paesi.
I mancati investimenti e le pesanti riduzioni di spesa sociale, infatti, riguardano in pieno anche i cittadini
italiani all’estero: per i tagli alle pensioni, agli assegni sociali, all’assistenza.
E, al tempo stesso, con tassi di disoccupazione giovanile che sfiorano ormai il 40%, torna a crescere in modo
massiccio il flusso di emigrazione dal nostro Paese verso altre mete: e se fino ad alcuni anni fa ci si poteva
lamentare che dall’Italia fuggissero solo giovani con alta o altissima scolarizzazione, in cerca di lavori
adeguati alla loro preparazione, oggi tornano ad emigrare ragazze e ragazzi alla ricerca di un lavoro qualsiasi
e di un reddito che permetta loro di vivere, sia nei Paesi che hanno una migliore rete di protezione sociale,
ma anche, ed è una novità significativa, verso i nuovi paesi emergenti.
Questo è l’impegno che chiediamo alle forze politiche progressiste e ai loro candidati, anche all’estero.
E' essenziale che l’azione dei parlamentari eletti nelle circoscrizioni estere si inserisca in una prospettiva di
cambiamento, di impegno sociale, di costruzione di un sistema più equo e giusto, per tutti i nostri
concittadini: per quelli residenti in Italia, per quelli residenti all’estero, per quelli – in numero sempre
crescente - che hanno intenzione di migrare dal nostro Paese e per quelli che, da altri Paesi, vengono in Italia

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