In Russia nel giorno delle elezioni nonostante il controverso scambio di ruoli tra Mendvedev e Putin che riporterebbe quest'ultimo al Cremlino sembra profilarsi la vittoria di Russia unita il partito che governa ormai da più di dieci anni.
Putin infatti scarterebbe con la fine della presidenza Mendvedev il limite massimo dei due mandati consecutivi e si appresterebbe a ottenerne altri due arrivando fino al 2024.
Ma è la democrazia bellezza. O almeno quasi. Siti internet indipendenti messi fuori uso, piazze chiuse alle proteste annunciate e non autorizzate nel centro di Mosca, una dozzina di oppositori fermati e un lievissimo timore di brogli.
Sono sette i partiti in lizza, anche se secondo i sondaggi solo i quattro già presenti supereranno lo sbarramento elettorale del 7%: oltre a Russia Unita, il partito comunista (Kprf) di Ghennadi Ziuganov (11,57%); il partito liberal-democratico (Ldpr) dell'ultranazionalista Vladimir Zhirinovski (8,14%) e il partito di centro sinistra Russia Giusta di Serghiei Mironov (7,74%). Gli altri tre partiti in corsa sono quello dei Patrioti della Russia (centro sinistra), quello liberale e riformatore Iabloko (Mela) e Causa Giusta. I partiti che raggiungeranno una percentuale tra il 5% e il 6% avranno comunque diritto ad un seggio, tra il 6% e il 7% a due seggi. Parnas, il partito dell'opposizione radicale che vede insieme l'ex premier Mikhail Kasianov, l'ex vicepremier Boris Nemtsov e l'ex deputato indipendente Vladimir Rizhkov, non è stato invece neppure registrato dal ministero di Grazia e Giustizia.