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Qualità dell’aria a Cremona in costante miglioramento

Occorre migliorare ancora di più e continuare a insistere sulle scelte in atto

| Scritto da Redazione
Qualità dell’aria a Cremona in costante miglioramento

Qualità dell’aria a Cremona in costante miglioramento

 Occorre migliorare ancora di più e continuare a insistere sulle scelte in atto

 Cremona, 3 gennaio 2023 - I dati sull’aria a Cremona rilevati nel 2023 dicono due cose: innanzitutto che si rafforza in modo significativo il trend di miglioramento, e, seconda questione, occorre migliorare ancora di più e continuare a insistere sulle scelte in atto.

I dati utilizzati sono quelli rilevati dalle due centraline in città e pubblicati giornalmente da ARPA. Questi dati saranno certificati nei prossimi mesi, ma già ora sono pubblici e disponibili a tutti. Coerentemente alla scelta di Legambiente, viene considerata la media annuale tra le due centraline. Sono stati analizzati i dati del particolato PM10 e PM2.5, in quanto sono i parametri più sensibili per la nostra città, mentre su altri parametri non ci sono mai stati particolari elementi di rilievo.

Per le PM10 dal 2012 al 2023 il consistente miglioramento è del 29%. Nel 2023 la media è di 31 µgr/m3, sotto il limite di legge che è di 40 µgr/m3. Nel 2012 la media era a 44 µgr/m3.

Il numero di giorni di sforamento delle PM10 è un dato molto interessante: dal 2012 al 2023 gli sforamenti diminuiscono del 57%. Nel 2023 siamo infatti a 46 giorni di sforamento, certo ancora sopra il limite di legge, che è di 35 giorni, ma nel 2012 erano 106 i giorni di sforamento.

Per la PM2.5 dal 2012 al 2023 il miglioramento è di ben il 35,5%. Nel 2023 la media è di 21 µgr/m3 sotto il limite di legge che è di 25 µgr/m3. Nel 2012 la media era a 33 µgr/m3.

Il miglioramento non è relativo solo all’anno 2023, ma è dentro un trend positivo, che dura ormai da tempo, con anni migliori e anni peggiori, ma con una diminuzione evidente (ad esempio già lo scorso anno sia le PM10 che le PM2.5 a Cremona erano sotto i limiti di legge).

Come emerge anche dal report di Legambiente, in Provincia di Cremona altri centri abitati hanno parametri peggiori. Se è vero che la media di Cremona si colloca ancora sopra altri capoluoghi di provincia in Lombardia (spesso di molto poco), è anche vero che altre città capoluogo hanno un numero di sforamenti superiore al nostro. Ma il significato di questi confronti è sempre e principalmente questo: il tema è di Pianura padana.

E che sia una questione diffusa e comune nel territorio della Pianura lo conferma anche lo studio epidemiologico che l’ATS, con l’appoggio di alcuni Comuni, tra cui Cremona, ha realizzato nel distretto del cremonese, uno dei pochi studi di questo tipo (forse l’unico) fatto in Lombardia, a testimonianza dell’impegno costante sul tema da parte delle istituzioni pubbliche.

Proprio dallo studio epidemiologico emerge che i miglioramenti significativi delle medie e degli sforamenti hanno avuto e hanno ripercussioni molto positive sulla salute, ma, allo stesso tempo, non bisogna accontentarsi e le azioni in atto non si devono fermare e anzi occorre incentivarle ed occorre l’aiuto di tutti.

Se infatti si analizzano gli elementi dipendenti dall’uomo (e non dai cambiamenti climatici), che influiscono sul miglioramento, come anche lo studio epidemiologico evidenzia, appare corretta la strada intrapresa per una mobilità sostenibile (ciclabilità, pedonalizzazione, mobilità elettrica e trasporto pubblico), ma è un dovere di tutti migliorare ancora, anche con scelte personali. Occorre inoltre un impegno comune per una gestione del riscaldamento più attenta alla sostenibilità (interventi di efficienza energetica, fonti rinnovabili, teleriscaldamento), come è avvenuto in questi anni da diverse parti, ma come deve avvenire ancora di più. Per quanto riguarda zootecnia e agricoltura, è necessario intervenire valorizzando e aiutando le scelte di grande innovazione, che diverse aziende stanno già facendo e, allo stesso tempo, sostenere e incentivare la ricerca e l’innovazione con scelte, che Cremona, con le sue Università, le sue imprese e il centro di innovazione (ZAF-IC) creato per questo, sta già realizzando molto concretamente. L’analisi dei dati e il confronto con altre città di provincia dimostrano invece che basso è il contributo al particolato da parte delle altre imprese del sistema produttivo.

Necessita quindi continuare sulla strada intrapresa in città, collaborando e sostenendo politiche regionali e nazionali attente ed efficaci. I risultati positivi ottenuti sino ad ora non devono bastare, occorre continuare e rinnovare l’impegno da parte di tutti, imprese, cittadini, enti pubblici.

 

 

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