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Sesto Fiorentino, Rom. E' doloso l'incendio

| Scritto da Redazione
Sesto Fiorentino, Rom. E' doloso l'incendio

Sesto Fiorentino, Rom. E' doloso l'incendio che ha distrutto il capannone. Opera Nomadi ed EveryOne chiedono alle autorità di indagare su tentata strage. Serve un progetto urgente per proteggere e integrare le famiglie Rom
Firenze, 1 gennaio 2011. Opera Nomadi e il Gruppo EveryOne chiedono alla Procura di Firenze di accertare le dinamiche e le testimonianze relative all'incendio svilupatosi ieri sera, 31 dicembre 2010, a Sesto Fiorentino, in via Quaracchi n° 72, per procedere eventualmente contro ignoti, se il Procuratore avvisasse i reati di incendio doloso e tentata strage ai danni della locale comunità Rom.
I fatti: la notte del 31 dicembre 2010 si è verificato l'incendio di un capannone a Sesto Fiorentino, in via Quaracchi n° 72. Il capannone era utilizzato come rifugio da una comunità Rom romena formata da 100 persone, fra cui bambini, donne e portatori di patologie e disabilità anche gravi, più volte sgomberata dalle autorità locali e già oggetto di episodi di discriminazione. Le fiamme si sono sviluppate con violenza e rapidità. Non ci sono state vittime solo grazie al fatto che gli occupanti della struttura era sveglia. Quando le fiamme hanno avvolto il capannone, metà degli occupanti si sono dati alla fuga in preda al panico, ritenendo l'origine del rogo come un'aggressione. Polizia locale e vigili del fuoco sono sopraggiunti in breve tempo e questi ultimi hanno domato le fiamme. La mattina dell'1 gennaio 20111, la natura dolosa del rogo è stata ipotizzata con estrema probabilità, anche grazie alla testimonianza di una donna, già raccolta da Opera Nomadi Firenze e dalle forze dell'ordine locali. La donna avrebbe notato alcuni malintenzionati appiccare fuoco al capannone. Lo scorso anno la stessa comunità subì l'aggressione da parte di un piromane che diede fuoco a una baracca, ma la famiglia vittima dell'episodio non fu creduta, nonostante le controindagini del Gruppo EveryOne rivelassero la buona fede e  l'attendibilità dei testimoni.
Si ricorda che la comunità Rom di Sesto Fiorentino è stata oggetto recentemente di uno sgombero, operazione che le autorità hanno definito "bonifica", negando la presenza di Rom nelle baracche distrutte, mentre le famiglie oggetto del provvedimento si sono trovate in una condizione di precarietà gravissima, esposte al rischio di attacchi da parte di intolleranti e alla durezza del gelo invernale, della fame, del peggioramento delle patologie di cui soffrono molti componenti. Un gruppo di 16 Rom, con bambini febbricitanti e portatori di patologie importanti è stato costretto a peregrinare due notti consecutive per Firenze in cerca di un rifugio, ottenendo tuttavia solo rifiuti, anche da parte di strutture pubbliche, tanto che le stesse ong Opera Nomadi ed EveryOne provvedevano a proprie spese a sistemarli in albergo.
Le autorità comunali continuano a ribadire di non avere alcun dovere di assistenza nei confronti delle famiglie Rom romene rifugiatesi nel territorio di Sesto Fiorentino, affermando che si tratta di cittadini stranieri senza mezzi di sostentamento e dunque senza diritti di permanenza o di assistenza sociale. In realtà le famiglie Rom costrette a lasciare la Romania per condizioni di indigenza e abbandono sono protette sia dalle leggi italiane che da quelle comunitarie, a partire
dal diritto all'abitare (sancito dall'articolo 34 dellaCarta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea), del diritto all’istruzione dei minori (articolo 14), del diritto del bambino alla protezione e alle cure necessarie per il suo benessere (articolo 24), del diritto alla salute (articolo 35), che non è esclusiva del cittadino italiano.
Le affermazioni rese contro i Rom di Sesto Fiorentino, inoltre, violano il divieto di discriminazione etnica e razziale, sancito dall’art. 21 della succitata Carta , dall'articolo 19 del Trattato sul Funzionamento dell’Unione Europea (TFUE), nonché la Direttiva 2000/43/CE del Consiglio, del 29 giugno 2000, che condannano la mancata adozione di "interventi idonei a ripristinare i livelli minimi delle prestazioni sociali e sanitarie”.  
Per risolvere definitivamente questa emergenza è necessario che la comunità Rom venga protetta e non combattuta dalle forze dell'ordine né dai servizi sociali, che sono chiamati istituzionalmente proprio a combattere la povertà e l'esclusione, non a vessare i poveri e gli esclusi.
Per risolvere, in futuro, questa delicata emergenza umanitaria, le ong impegnate a tutelare i diritti dei Rom di Sesto Fiorentino hanno formulato un progetto che è sostenuto dalla Croce Rossa e può ottenere nell'immediato un finanziamento europeo per la creazione di una struttura di accoglienza per famiglie senza fissa dimora in stato di emergenza e per la pianificazione di un progetto di integrazione - sempre finanziato con fondi Ue - che prevede la creazione di un'impresa professionale adibita a lavori pubblici e privati, giardinaggio, manutenzione spazi verdi con annesse abitazioni che consentirebbero alla comunità Rom, che è molto unita, di non separarsi, mettendo a frutto le proprie capacità professionali, provvedendo alla cura dei malati e dei portatori di disabilità e alla scolarizzazione dei minori.

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