Stefania Bonaldi. Cittadinanza Lo ius sanguinis non basta più
"La legge sulla cittadinanza italiana, basata come è ora sullo ius sanguinis, ha l’impostazione di un Paese di emigrazione: il suo scopo è stato – ed è – quello di mantenere un legame con i tanti italiani emigrati e i loro discendenti sparsi per il mondo. Comprensibile e giusto, per la storia di questo Paese.
Ma da decenni l’Italia è anche un Paese di immigrazione, che però si rifiuta di riconoscerlo. Questa miopia anacronistica rischia di fare danni gravissimi.
Il messaggio che trasmette la legge attualmente in vigore dal 1992 è: la nostra comunità preferisce includere cittadini che sono sempre vissuti dall’altra parte del mondo piuttosto che la persona che vive, studia, lavora e fa parte concretamente del tessuto sociale e produttivo italiano.
Tutto ciò crea una sorta di discriminazione, e non può che portare a esclusione e marginalizzazione, al disinteresse verso la vita pubblica."
Chiaro, efficace, acuto (come sempre), avvocato Abdoulaye Mbodj
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