L’Umma National Party (UNP) il principale partito di opposizione ha rifiutato di partecipare alle consultazioni annunciante dal governo per l’elaborazione della nuova Costituzione. Per i rappresentanti del governo si tratta di un’iniziativa che vuole coinvolgere tutte le forze politiche attualmente presenti nel paese. Ibahim Al-Amin, segretario generale dell’UNP, ha invece riaffermato la necessità di istituire prima un governo di transizione con la partecipazione di tutte le forze politiche fino all’approvazione della nuova costituzione e di nuove elezioni.
L’appello delle NCF. I partiti di opposizione, riuniti nell’alleanza denominata National Consensus Forces (NCF), hanno lanciato un appello per una conferenza nazionale aperta ai partiti politici e ai movimenti ribelli attualmente attivi nel territorio nazionale per trovare un accordo su alcune questioni ritenute prioritarie come la situazione in Darfur e in conflitti in corso negli stati del Nilo Azzurro e del Kordofan Meridionale. Il governo sudanese ha rifiutato l’invito alla conferenza dichiarando che non ci sono crisi politiche in corso che richiedano un incontro di questo genere. Farouq Abu Issa, leader dell’NCF, ha espresso forti dubbi sulla trasparenza del processo costituzionale proposto da un governo che nega l’esistenza di conflitti in diverse parti del paese. Il 24 settembre l’NCF ha presentato il testo completo del DAC, Democratic Alternative Charter, una carta d’intenti in cui si delineano i passi necessari per il cambiamento democratico del paese. A luglio i principali partiti di opposizione, il National Umma Party (NUP), l’Islamic Popular Congress Party (PCP) e il Sudanese Communist Party (SCP) avevano già firmato il DAC.