Gentile direttore, leggo con una certa amarezza la decisione della nostra città di smantellare i vecchi fili del filobus. Il mondo cambia e probabilmente i bus elettrici del futuro non avranno bisogno che di semplici batterie. A me non pare si tratti di inquinamento visivo perché in macchina o in pullman quelle geometrie sul cielo qualche metro sopra di mele ritengorilassantienon inquinanti.E poi il filobus è un pezzo della nostra storia dal 1° dicembre 1940, in piena guerra: lo riporta la monumentale opera di Ogliari, studioso che ha sfiorato il Nobel. La decisione è presa e probabilmente tutti i fili saranno tolti; da appassionato di storia dei mezzi di trasporto chiedo formalmente al nostro Comune di lasciare, a futura memoria, almeno qualche tratto di quelle infrastrutture. Per esempio la spettacolare e strettissimasvolta a360°dilargo Priori.A Cremona sono visibili tracce di binari di ferrovie non più esistenti né attive, quali quella del Consorzio Agrario e quella della ex Tamoil, dove passeggiano coppie, amici, familiari in modo totalmente pacifico e addirittura romantico.E' tuttoparte della nostra storia e non vorrei che un giorno ci pentissimo di questi smantellamenti come cent'anni fa facemmo per le nostre quattro porte. Qualche traccia del tempo passato non credo faccia male a nessuno, anzi, la storia dei trasporti è ora vivamente rivalutata, anche a scopo didattico per le nuove generazioni. Lo testimonia il bellissimo libro Ferrovie delle meraviglie - L'Italia dei binari dimenticati’ di Marcarini e Bottini, edito da poco tempo e già esaurito.
Igor Paulinich (Cremona)
