Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 21.24

10 REGIONI IN ALLERTA PER UN RAZZO FUORI CONTROLLO

Lanciato in orbita il 29 aprile, il razzo cinese Long March 5B è fuori controllo e i suoi detriti potrebbero schiantarsi sulla Terra il 9 maggio. A essere coinvolte potrebbero essere anche 10 regioni italiane

| Scritto da Redazione
10 REGIONI IN ALLERTA PER UN RAZZO FUORI CONTROLLO 10 REGIONI IN ALLERTA PER UN RAZZO FUORI CONTROLLO
È stato lanciato in orbita il 29 aprile ma ora Long March 5B, il secondo razzo cinese, è in caduta libera verso il nostro pianeta così come era accaduto due anni fa con Tiangong 1,
la stazione aerospaziale di Pechino della quale i cinesi avevano perso il controllo senza riuscire a calcolare quando e dove sarebbe precipitata.
Oggi la storia si ripete, e il Comitato operativo della Protezione Civile fa sapere che ci sono
«porzioni» di 10 regioni del Centro-Sud
– ossia Umbria, Lazio, Abruzzo, Molise, Campania, Basilicata, Puglia, Calabria, Sicilia e Sardegna – che potrebbero essere interessate dalla caduta di frammenti del razzo.
 
La previsione è che il rientro sulla Terra possa avvenire il 9 maggio intorno alle 2.24 del mattino, con un margine di errore temporale di 6 ore.
La Protezione Civile consiglia, quindi, di stare al chiuso e NON in luoghi aperti (pericolo, a dire il vero, scongiurato anche dalla persistenza del coprifuoco).
Dal canto suo, la Cina ha affermato che il rischio di danni sulla Terra causati dalla ricaduta del Long March 5B è «estremamente basso». Lo ha ribadito il portavoce del ministero degli Esteri Wang Wenbin dopo che gli Stati Uniti hanno alzato l’allerta sul fatto che i detriti potrebbero schiantarsi su un’area abitata causando danni di grande entità: «La gran parte dei componenti saranno distrutti dall’ablazione durante il rientro nell’atmosfera e la probabilità di causare danni alle attività o alle persone a terra è estremamente bassa» ha spiegato Wang. Secondo il Global Times, è molto probabile i detriti del razzo, che è stato spedito come modulo centrale della stazione spaziale permanente che ospiterà presto tre astronauti, cadranno in acque internazionali, scongiurando il pericolo che pezzi del vettore, del peso di almeno 270 tonnellate, possano causare danni sulla terraferma.
 
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La situazione «non merita la creazione di panico» scrivono dal Global Times, mentre Gianluca Masi del Virtual Telescope Project ha condiviso uno scatto che vede il corpo principale del razzo ormai prossimo al rientro in atmosfera (la fotografia, che vi riportiamo qui sopra, è stata ottenuta a Roma la mattina dell’8 maggio). «L’oggetto appariva chiaramente lampeggiante, a causa della sua rotazione su sé stesso: per questo la traccia registrata nella fotografia mostra come una fitta serie di tratti luminosi. L’osservazione era possibile agilmente ad occhio nudo» ha aggiunto Masi. «La maggior parte dei detriti brucerà durante il rientro, lasciando solo una piccolissima porzione che potrebbe cadere sulla Terra, potenzialmente su aree lontane dalle attività umane o nell’oceano» scrive Wang Yanan, direttore della rivista Aerospace Knowledge. E mentre gli Stati Uniti esprimono preoccupazione – «Tutti i detriti possono essere potenziali minacce alla sicurezza dei voli spaziali e al dominio spaziale» ha detto il Pentagono – dall’Italia la Protezione Civile spiega che le previsioni del rientro di Long March 5B saranno aggiornate costantemente per capire agli effetti della densità atmosferica e dell’attività solare sul dispositivo spaziale.
Il consiglio, per ora, è di stare lontani dalle finestre e dalle porte vetrate.
Chiunque avvistasse un frammento è pregato di non toccarlo, mantenendosi a una distanza di almeno 20 metri, e di segnalarlo immediatamente alle autorità competenti. E pensare che un anno e mezzo fa la Cina era riuscita a garantire in rientro di Tiangong-2 , la sua seconda stazione spaziale, in maniera controllata in un’area sicura del Pacifico meridionale.
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