5 Stelle: ‘Che cosa aspetta il Governo a introdurre il reddito di cittadinanza?’

«La povertà nel nostro Paese sta drammaticamente aumentando e riguarda sempre più giovani e minori, che sono il futuro del nostro Paese. Ormai ci sono 4 milioni e 598 mila persone che non possono conseguire uno standard di vita minimamente accettabile e non accedono a beni e servizi che, nel contesto italiano, vengono considerati essenziali. Una situazione inaccettabile in un Paese che si possa definire civile»: così Giorgio Sorial (Movimento 5 Stelle).

«Secondo i più recenti dati Istat, nel nostro Paese sta crescendo costantemente il numero di persone e in povertà assoluta, tanto che al 2015 si sarebbe raggiunto il valore più alto registrato dal 2005.

I dati sottolineano una situazione molto grave anche per la fascia più giovane della popolazione visto che di questi poveri, 1 milione 131 mila sono minori e 1 milione 13 mila hanno un’età compresa tra 18 e 34 anni. Questo significa che se nel 2005 la percentuale dei minori in queste condizioni di indigenza era del 3,9%, nel 2015 si rileva addirittura un minore su dieci in povertà assoluta, e anche nella popolazione tra i 18 e i 34 anni di età la percentuale di poveri è più che triplicata rispetto al 3,1% del 2005 arrivando al 9,9% del 2015», aggiunge Sorial.

«È dal 2014 che interroghiamo il Governo senza ricevere alcuna risposta sulla povertà in aumento, da quella alimentare di chi non ha più risorse nemmeno per mangiare, a quella che investe i più piccoli, che in questo modo vengono deprivati anche del loro futuro, ovvero opportunità, prospettive e competenze. Abbiamo presentato un’ennesima interrogazione in questi giorni – conclude il Deputato 5 Stelle – per chiedere al Governo di impegnarsi davvero nella lotta contro la povertà. Lo strumento c’è e si chiama reddito di cittadinanza. Abbiamo dimostrato, numeri alla mano, che è possibile farlo diventare realtà e poter così prevenire e contrastare situazioni di povertà che non dovrebbero essere presenti in una società moderna e progredita».