Sabato, 27 aprile 2024 - ore 01.51

A Cremona città serve una nuova sala eventi alternativa ai centri commerciali di Alceste Ferrari (Cremona)

Mi immagino uno spazio vivo, con varie sale per proposte cinematografiche ad alto livello di cui una strutturata per poter proporre una programmazione di spettacolo dal vivo di alta qualità (palcoscenico attrezzato, con graticcia, e capienza attorno ai 400-450 posti); con una caffetteria-libreria sullo stile dei caffè letterari parigini o viennesi, dove poter proporre mostre o dibattiti.

| Scritto da Redazione
A Cremona città serve una nuova sala eventi alternativa ai centri commerciali di Alceste Ferrari (Cremona)

A Cremona città serve una nuova sala eventi alternativa ai centri commerciali di Alceste Ferrari (Cremona)

Mi immagino uno spazio vivo, con varie sale per proposte cinematografiche ad alto livello di cui una strutturata per poter proporre una programmazione di spettacolo dal vivo di alta qualità (palcoscenico attrezzato, con graticcia, e capienza attorno ai 400-450 posti); con una caffetteria-libreria sullo stile dei caffè letterari parigini o viennesi, dove poter proporre mostre o dibattiti.

Egregio Direttore, Venticinque anni fa apriva il Tognazzi, in pieno centro; da oltre sette anni è chiuso e inutilizzato, rappresentazione sintomatica di un’assenza che è ben più che l’assenza di un luogo di spettacolo.

Una sala cinematografica chiusa è già di per se un fatto grave per chi ama il Cinema.

Ma la chiusura del Tognazzi rappresenta l’assenza di una fetta importante nel progetto culturale della città, del suo centro  storico, della vivibilità stessa della città

Attenzione: questa città ha un suo progetto culturale importante, fondato principalmente sul mondo della musica, a partire dalla liuteria e non solo.

Ma la proposta culturale è inesorabilmente monopolio (mi si conceda il brutto termine e senza offesa) della Fondazione Ponchielli, con tutti i limiti che ciò comporta, fino all’insufficienza.

Non perché l’azione sia impropria o fallace o brutta; ma perché insufficiente, per certi versi inadeguata alle potenzialità di questa città.

Il teatro Ponchielli, per la sua natura di teatro di tradizione e, soprattutto, per le sue dimensioni è una struttura che non può ospitare quel tipo di proposte che nascono per spazi di capienza minore: vi è in Italia una offerta enorme e variegata di compagnie di prosa che propongono compagnie giovani, letture nuove di teatro contemporaneo come di classici, commedie, tragedie, ricerca sulla drammaturgia, sul movimento, sui linguaggi e sulle tecnologie.

Vi sono compagnie di danza che stanno ricercando nuovi linguaggi.

Vi sono gruppi musicali che propongono ricerche espressive e di genere nuove.

Un mondo che non passa da Cremona, che bisogna muoversi almeno a Milano per poter vedere

Manca uno spazio adeguato: una sala sui 400 posti con adeguata struttura di palcoscenico in cui costruire una programmazione per questo tipo di proposte.

Manca un posto dove i cittadini di Cremona possano assistere e giudicare nuove proposte del panorama nazionale.

Gli spazi del Filodrammatici e del Monteverdi non sono adeguati, sia per la struttura dei palcoscenici, sia per le capienze insufficienti.

Cosa c’entra il Tognazzi con tutto questo?

Io credo che il Tognazzi potrebbe diventare il fulcro di una proposta alternativa (non conflittuale, perché su piani diversi, bensì integrativa) alle stagioni di “grandi eventi” del Ponchielli.

Mi immagino un’alternativa culturalmente alta ai centri commerciali di periferia.

Un punto permanente di aggregazione e di rinascita della vitalità del centro.

Il Tognazzi è proprietà privata ed è indubbio che serva un’iniziativa privata per operare un simile rilancio; ma credo che l’amministrazione comunale abbia il dovere di fare un passo per promuovere aggregazioni e progetti, per unire forze su un’idea di rinascita.

Più o meno quello che qualche giorno fa segnalava Brugnoli, del cinema Chaplin: c’è bisogno di uno scarto, di una riflessione generale sulle linee guida della politica culturale cittadina che guardi al Cinema, allo Spettacolo dal Vivo, agli spazi di aggregazione, nonché allo stimolo e allo sviluppo di quelle professionalità (artistiche e tecniche) legate al mondo dello spettacolo che in città non possono esprimersi degnamente se non con le attività amatoriali (che, per loro natura, sono altra - pur degnissima -  cosa)

Invito gli operatori professionali del settore dello spettacolo a esprimersi in merito, a ritrovarsi su delle proposte. E invito il Sindaco, in qualità di Assessore alla Cultura, a farsi promotore di un tavolo di confronto e stimolo su questi temi e aprire un adeguato confronto con i cittadini interessati.

Un Tognazzi che rivive è una città che si risveglia e sorride a se stessa.

Grazie per l’ospitalità

Alceste Ferrari (Cremona)

                                                                                                             

 

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