Egregio direttore, il 10 giugno si è svolta la gara per affidare la gestione del canile di Cremona. E’ pervenuta una sola offerta da parte di un operatore di Brescia. Il bando di gara escludeva a priori la partecipazione dell’associazione zoofili cremonesi, che da 40 anni gestisce il canile, evento che avevo già denunciato con precedente lettera. Il Comune che nella gara aveva posto come condizione la presenza del canile nell’ambito della provincia di Cremona ha giustamente escluso l’unico partecipante in quanto aveva il canile a Brescia. Lo stesso, saputo della esclusione, ha minacciato di ricorrere al Tar entro il 10 luglio. Di fronte a questa minaccia il Comune, per timore, ha fatto marcia indietro e ha deciso di ammettere il predetto operatore alla gara indipendentemente dal fatto che fosse fuori provincia. Se a questo operatore venisse data, come è probabile, la gestione il quadro successivo sarebbe paradossale. Se il cane di un cittadino scappa al suo controllo e, viene trovato, chi lo trova non saprà più a chi rivolgersi visto che non potrà più portarlo al rifugio di Cremona. Adesso quando si trova un cane, si deve avvertire la polizia locale che a sua volta chiama l’Anpana che si trova a Calvatone, che interviene solo se il cane è già stato posto in sicurezza e lo porta al canile di Cremona dove il proprietario può comodamente andarlo a riprendere. Se il canile viene tolto a Cremona e portato a Brescia, come sembra, il cittadino per recuperare il suo cane deve andare a Brescia, sperare di trovare il cane, tornare e accollarsi oltre alle spese di viaggio quelle di cattura e di mantenimento. I cani attualmente ospiti del canile verrebbero trasferiti tutti a Brescia. Chi vuole adottare un cane deve andare a Brescia. Il paradosso maggiore, se viene data la gestione a Brescia, sarebbe che Cremona sarebbe l’unico capoluogo di provincia senza un canile di riferimento per i cittadini e i cittadini avrebbero un servizio in meno, in barba al continuo aumento delle tasse locali.
Marina Aris (Cortemaggiore)
