#accaddeoggi 18 dicembre 1737 moriva a Cremona Antonio Stradivari | Gualtiero Nicolini (CR)
Il 18 dicembre 1737 moriva a Cremona nella casa di piazza san Domenico il più grande e II più famoso maestro liutaio Antonio Stradivari
Molto anziano, malato, debole di vista probabilmente per una cataratta, lasciava questa terra a 92 anni per essere poi sepolto due giorni dopo a pochi metri di distanza nella cappella dove aveva fatto seppellire molti anni prima la sua prima moglie Francesca Ferraboschi
Dei 12 suoi figli solo 7 erano ancora in vita e solo 4 poterono godere dell'eredità cospicua perché ai due figli preti e alla figlia monaca non lasciò nulla.
Padre Bonaventi nella biografia di Stradivari che molti si ostinano a voler ritenere falsa e che io considero originale e lo dimostrero' presto in maniera inoppugnabile fa riferimento proprio al testamento che solo di recente è stato ritrovato per evidenziare un fatto clamoroso e relativo all' ultimo periodo di vita di Antonio : la decisione di lasciare la bottega solo a Francesco. Il fatto è stato confermato proprio dal ritrovamento del documento notarile.
Malgrado l'impegno in bottega di tutta la vita e la dedizione al padre Omobono veniva escluso non solo perché Francesco era ritenuto dal Antonio migliore nel campo liutario ma anche per una sua recente grave disobbedienza ( un viaggio non autorizzato a Napoli ).
Colui che fece la parte del leone fu comunque l'ultimogenito Paolo mercante di nome e di fatto con il quale Stradivari aveva un rapporto più che conflittuale ma che non riuscì mai a sottomettere.
Si porterà a casa 10 Mila e 500 lire una cifra che oggi potrebbe essere valutata vari milioni di euro; d'altronde allora un detto popolare era " Ricco come Stradivari " !
Ma lui voleva ancora di più da incontentabile quale era e sarà tanto insensibile da arrivare a vendere alcuni anni dopo tutti gli attrezzi, gli strumenti rimasti e i disegni in modo che a Cremona a suo dire non dovesse restare più nessuna traccia del padre.
Padre Bonaventi fa riferimento al motivo dell' ultimo contrasto tra i due ed è proprio la bottega.
A Paolo non importava nulla delle beghe tra Francesco ed Omobono avrebbe voluto che la bottega fosse venduta a Carlo Bergonzi in modo da aumentare il patrimonio da dividere e lo fece presente non certo con modi gentili tanto da costringere Antonio a chiamare il notaio e completare il testamento iniziato nel 1927, aggiornato negli ultimi dieci anni e terminato in quegli ultimi giorni con queste sue disposizioni.
Alla moglie Antonia Zambelli, la seconda, e solo a condizione che non si risposasse, poco o nulla : dei vestiti, alcuni arredi e pochi soldi. Anche all'unica figlia non monaca solo briciole
Malgrado gli scontri l'enorme bottino dei contanti ando' quasi tutto a Paolo che anche negli anni successivi grazie alla scomparsa dei fratelli liutai sarà in gran parte l'artefice della decadenza e della scomparsa della scuola Cremonese liutaria, accecato dalla sua enorme cupidigia.
Antonio se ne andava in silenzio lasciando la sua enorme ricchezza a chi ben poco o nulla aveva a che fare con la liuteria e la sua bottega divisa perché come abbiamo visto Omobono veniva estromesso e Francesco si trovava solo e in grandi difficoltà anche con Carlo Bergonzi che aveva sperato di poter acquistare lui e divenire il capo e con i fratelli Alessandro e Giuseppe Antonio anch'essi completamente estromessi da ogni tipo di eredità, malgrado i tanti anni di collaborazione e di dedizione
Non c'è da stupirsi che pochi anni dopo tutto o quasi fini nel nulla.
Nicolini Gualtiero Walter
Cremona 18 dicembre 2022