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AccaddeOggi Cremona 16 febbraio 2012 L'amico Camillo Fervari ci ha lasciato di Gian Carlo Storti

Con Camillo, nonostante la defferenza di età, diventammo amici. Conobbi sua moglie Carla, che morì antitempo,il figlio Massimo e molti suoi parenti ( il mitico Miglio ecc.).

| Scritto da Redazione
AccaddeOggi Cremona 16 febbraio 2012 L'amico Camillo Fervari ci ha lasciato di  Gian Carlo Storti

AccaddeOggi Cremona 16 febbraio 2012 L'amico Camillo Fervari ci ha lsciato di  Gian Carlo Storti

Ciaoo Camillo e scusaci se spesso ti abbiamo chiamo " brontolo" ma lo si diceva con affetto. Ti abbiamo voluto bene.

Camillo l'avevo conosciuto,credo, nel 1968 .Avevo 17 anni . Io ed altri giovani avevamo chiesto la tessera del PCI. Allora era in uso,come regola interna,che che un funzionario della Fedederazione incontrasse gli aspiranti iscritti.

E così avvenne. Fui convocato nella sede del PCi di Via Volturno,38 a Cremona e fui accompagnato dalla mitica Ginetta, nell'ufficio di Camillo.

Si presentò come responsabile dell'orgazizzazione del PCI. Il suo aspetto era mite, era bel vestito con giacca e cravatta e il suo dente anteriore sporgente lo rendeva simpatico.

Quando parlava trascinava la "S" e faceva un certo effetto sentire da lui le parole " fascismo" e " atifascismo". Insomma quella sua  " S" trascinata contribuiva a renderlo simpatico.

Quel pomeriggio mi fece molte domande. Lo scopo del colloquio era quello di capire perchè intendevo iscrivermi al PCI.

Non mi trovai in imbarazzo anzi. Il colloquio fu piacevole, parlammo della mia famiglia di provenenza socialista, delle lotte studentesche , dell'invasione sovietica in cecoslovacchia.

Quando gli dissi che una delle motivazioni per la quale mi iscrivevo al PCi era per l'appunto la decisione dello stesso PCI di prendere le distanze dall'invasione non capii che invece lui era perplesso su quella condanna.

Ci lasciammo con un arrivederci. Qualche giorno dopo mi fu recapitata la tessera a casa, dal segretraio della sezione della villetta la tessera.

E li inziai la mia militanza politica.

Con Camillo, nonostante la defferenza di età, diventammo amici. Conobbi sua moglie Carla, che morì antitempo,il figlio Massimo e molti suoi parenti ( il mitico Miglio ecc.).

Ogni tanto brontolava e ci rimproverava. Non so se era a conoscenza che lo chiamavamo " il brontolo".

Chissà lui che seprannome mi aveva affibiato.

In quel periodo conobbi anche Deo e spesso noi tre ci trovavamo, assieme ad Italo Ruggeri, al bar del Cittanova per bere " il bianchino".

Camillo era un uomo limpidissimo.Non è mai stato un dirigente di primo piano del PCI ma ha sempre svolto i suoi incarichi con grande impegno e professionalità e passione.

Toccò a me, in qualità di dirigente della Cgil di Cremona, proporgli di diventare segretario dello Spi-Cgil.

Entrò in Cremona Solidale qunado ero Vice Presidente.Lo vedevo quindi spesso ed ogni volta mi abbracciava con tenerezza e con il suo sorriso ormai da anni privato dal dente sporgente.

Insomma Camillo fu per me e molti altri un uomo che ci ascoltava  e con il quale ci si scambiavano opinioni anche contrapposte.

Fu per molti anni Sindaco di Gerre de Caprioli,assessore ai Servizi Sociali  in Provincia ed in Comune ed amministratore dell'Ospedale di Cremona.

Un uomo che non si dimentica facilmente, di grande umanità.

Un abbraccio al figlio  Massimiliano.

Ciaoo Camillo e scusaci se spesso ti abbiamo chiamo " brontolo" ma lo si diceva con affetto. Ti abbiamo voluto bene.

Gian Carlo Storti

cr 16 febbraio 2012

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