Giovedì, 28 marzo 2024 - ore 23.20

Oggi si è svolto il funerale di Francesca Marazzi Il saluto di Bonaldi e di altri amici e compagni

Stefania Bonaldi:Fatico a salutarti come sindaco. Attilio Galmozzi La Céchi é stata una donna meravigliosa. Matteo Piloni: Spendi bene il tuo futuro, perchè ne hai uno solo. Agostino Alloni:È un pezzo della mia vita che se ne va.Cinzia Fontana:.Ciao Cechi, ci hai reso la vita più bella!

| Scritto da Redazione
Oggi si è svolto il funerale di Francesca Marazzi Il saluto di Bonaldi e di altri amici e compagni Oggi si è svolto il funerale di Francesca Marazzi Il saluto di Bonaldi e di altri amici e compagni Oggi si è svolto il funerale di Francesca Marazzi Il saluto di Bonaldi e di altri amici e compagni Oggi si è svolto il funerale di Francesca Marazzi Il saluto di Bonaldi e di altri amici e compagni

Stefania Bonaldi  Poco fa abbiamo salutato la nostra amata amica #CechiMarazzi. Di seguito il commiato che ho avuto l'onore di fare a questa instancabile partigiana dei diritti e paladina del dialogo...

Cara Francesca, anzi carissima Cechi,  come ti conosce chi ti vuole bene... Siamo in tanti e tutti vorremmo dirti qualcosa, oggi, ne sono certissima. Se tocca a me, Cinzia, Romano e Paolo parlare a nome di ognuno, è solo per ragioni praticità. Non possiamo occupare questo luogo per i prossimi anni, perché tanti ce ne vorrebbero per raccontare cosa rappresenti, parlo al presente, per ciascuno di noi e dunque per la Comunità. Per i Cremaschi e per il Cremasco sei cemento buono, quello che langue, mentre abbonda quello cattivo, quello che fa crollare i ponti e spezza i legami tra le genti, quello che vorrebbe decidere persino quale Dio si può pregare. Per queste persone, cara Cechi, le libertà sono quelle che ci stanno nelle loro scatole craniche, spazi angusti in cui vorrebbero fare precipitare tutta l’umanità.

Fatico a salutarti come sindaco, con te non mi sono mai sentita “il sindaco”, non avrei potuto esserlo, perché nelle nostre chiacchierate prevaleva quell’umanità, priva di formalità, che riconduce tutto all’essenziale, dove le persone sono tutte uguali e tutte meritevoli di amore e di attenzione, per il solo fatto di essere persone, e nient’altro.

Ti confesso però di provare un’affettuosissima invidia per coloro, qui ne sono presenti tanti e tante, che hanno avuto la fortuna di vivere con te più tempo di quello che è toccato in sorte alla sottoscritta. Non c’ero quando eri portavoce, paladina, mamma degli operai in fabbrica, dove portavi ascolto, dialogo, diritti, ma anche rigore e una solida etica del lavoro, la stessa che riconosco anche nel Dna della nostra gente più anziana.

Mi sono persa il tuo inimitabile percorso politico, ma solo perché non ero ancora nata, come quando nel 1968 sei stata eletta nel Comitato Centrale del PCI, alla Direzione Nazionale.

Non ho potuto gioire, stupirmi ed essere orgogliosa di te quando, nel 1976, prima donna in Italia, sei stata scelta come Segretario della Federazione del PCI di Crema. E ti sei buttata con passione e determinazione in questo ruolo, sempre concepito di servizio e mai di carriera, per fare crescere una nuova generazione di ragazzini in politica, come Renato ed Agostino, incoraggiandone i sogni e i talenti.

Ho sentito raccontare da altri del tuo impegno appassionato, che impastava ideali e concretezza, nei tuoi anni di consigliatura a Crema, prima dal 1964 al 1970 e poi ancora dal 1980 al 1990. Anni complicati, ma non per te che avevi l’antidoto, stare sempre dalla parte dei deboli, degli ultimi.  Come dici tu “chi ha bisogno viene sempre prima”. Sei di un cristianesimo imbarazzante, Cechi, sebbene laica fino al midollo, e ridicolizzi chi, come me, cristiano credeva di essere o altri che si sentono astri senza tramonto ma in realtà sono solo lampadine spente. Quanto hai brillato in modo diverso, tu, cara Cechi. Però, questo sì lo ricordo, fra il 1997 e il 2007 sei stata presidente del Comitato Unitario per la difesa dell’ordine democratico. Lì, avvicinandomi, da spettatrice solo, allora, alla vita pubblica cittadina, mi è stato chiaro che c’era un modo diverso di fare le cose, quello giusto, e me ne sono innamorata.  

Tu sì che sei stata un astro, hai brillato sino alla fine, ricordandoci che l’ultima è forse la stagione più bella, più generosa, più feconda. Quella del totale disinteresse, della gratuità, della padronanza e del dono di sé, della verità e della saggezza. Ti ho conosciuta personalmente solo alcuni mesi dopo il mio ingresso in consiglio comunale, ero diventata da poco capogruppo del PD in consiglio e mi mettevi un poco di soggezione. Eri una donna forte, autorevole, quando parlavi tu si faceva sempre silenzio intorno. Eri rispettata, amata, con una storia che intuivo importante. Mai te ne facevi vanto.

Hai preso tu l’iniziativa. Sulla stampa ero stata sbeffeggiata dagli avversari per via di una presa di posizione forte per la restituzione ai cremaschi della tua amata Colonia di Finalpia. Mi hai mandato una lettera. Da allora la conservo nel portafoglio insieme ai ricordi più cari. Mi hai incoraggiata, spronata, spinta a guardare avanti, a non curarmi delle critiche, a non ripiegarmi su me stessa, come tu dicevi sempre, “donne, non guardatevi l’ombelico, ma guardate l’orizzonte”.

L’orizzonte tu lo hai sempre guardato. Sempre lo sguardo innanzi, dove molti non arrivano. Anche in questi anni della maturità sei stata sempre una progressista, avanti, oltre. Lucida, lungimirante, moderna, aperta al cambiamento, pronta a sostenerlo anche quando metteva in discussione le certezze e i capisaldi del passato, anche quando il partito che avevi conosciuto e servito con fedeltà e rigore cambiava pelle, si dissolveva in forme profondamente diverse da quelle che avevi conosciuto e sostenuto.

Per te niente mitologie del partito, strumento e basta, antenna per cogliere segnali in arrivo dalle persone. Loro, le persone, al centro. Sempre. “Capire di cosa hanno bisogno e partire da quello che loro pensano e parlare con loro. Il tuo io è sempre in secondo piano”.

Così dicevi.  Instancabile partigiana dei diritti delle persone e paladina del dialogo. Questo sei stata ogni attimo.  Mi sei stata vicina negli anni a seguire, il 9 settembre 2011, perdonerete questo passaggio, così autobiografico, ma dice molto di Cechi, al Mercato Austroungarico ho lanciato la mia candidatura alle primarie per la scelta del candidato Sindaco del centrosinistra. Tu eri in prima fila. Ho chiesto a quattro persone amiche di intervenire pubblicamente, quel pomeriggio, a sostenere la mia candidatura. Massimo, operatore Caritas, Angelamaria e Fabio, ora miei assessori, e poi c’eri tu. Non era scontato, nemmeno all’interno del PD, ma tu non hai avuto un attimo di tentennamento, mi hai detto di sì prima ancora che ponessi la domanda.  

Sei intervenuta con la tua solita autorevolezza ed originalità. Hai ricordato alcune donne che sono dei capisaldi nella storia e nel progresso della nostra Comunità. Enrica Gandolfi, partigiana per amore, cui è intitolata la sezione ANPI di Crema; Anna Adelmi, prima donna a ricoprire il ruolo di segretario della Camera del Lavoro di Crema. La tua discrezione ti ha impedito di fare il tuo nome, ma hai ricordato anche che è stata una donna, ed eri tu, a Crema, la prima segretaria in Italia di una Federazione del PCI.

Poi hai aggiunto: “Io lavoro perché il cerchio si chiuda con una sindaca di Crema”. Era il 2011, di sindache, declinate al femminile, ancora non si sentiva parlare. La tua modernità ancora una volta è impressionante.

Domenica mattina sono venuta a trovarti al Kennedy (un’altra delle realtà da te amate, “gli anziani devono stare nel cuore della città”, mi ripetevi quando si discuteva di un possibile spostamento della struttura dietro l’Ospedale; ed eravamo in piena sintonia). Quando stavi per consegnarti all’ignoto, ci siamo ritagliate una mezzora tu ed io, sole. Mi ero illusa ti stessi riprendendo. Mezzora di discorsi profondi, discorsi sul futuro. Mi hai dato le tue consegne mentre stavo accovacciata di fianco al tuo letto e ti stringevo la mano. Alcune cose che ci siamo dette le custodisco gelosamente nel mio cuore, è giusto che rimangano lì, sono nostre, ma questa voglio raccontarvela.

“Devo dirti una cosa.Sei andata a parlare a Crema Nuova – hai iniziato - . Sai che quello è un quartiere dove ci sono molti operai. Uno di loro è venuto ad ascoltarti, ma mi ha detto di non avere capito cosa hai raccontato. Gli ho chiesto ‘Perché non glielo hai detto?’; lui mi ha risposto ‘Perché mi vergognavo’. Ricordati sempre di guardare chi hai di fronte, di parlare e farti capire, di misurare le parole perché chi ti ascolta ti capisca. Questo è il segreto. Ricordalo”.

Ti ricorderò come una figura unitaria, Cechi, compatta, perché i tuoi valori sono rimasti sempre gli stessi, anche se gli universi cambiavano sempre più vertiginosamente.

Sei una delle poche persone che resteranno riconoscibili per la loro unità di idee e di contegno, non bordeggiavi e non confondevi chi ti osservava, non cambiavi mai fronte politico perché sapevi che un salto di fronte significava mutamento della visione dell’uomo. Stare da una parte o dall’altra non è la stessa cosa, perché questo implica risposte radicalmente diverse ai bisogni della persona. Per questo, se ci guardiamo intorno, anche vicino a noi, la nostalgia di te si fa ancora più struggente e sentiamo che potrà solo crescere.

Ciao Cechi, ti vogliamo bene e ti terremo viva, presente, sveglia, con le nostre azioni e con le nostre intenzioni. Ti auguriamo buon viaggio, ma ne abbiamo più bisogno noi, perché, se la tua buona battaglia è combattuta e vinta, la nostra comincia adesso, perché gli avversari dei diritti diventano sempre più forti, perché si nutrono del malessere dei cittadini e invece di attenuarlo lo alimentano. Ma faranno i conti con tutti coloro che oggi sono in questo luogo e anche con tutti gli uomini e le donne di buona volontà che tra i cremaschi sovrabbondano, e attendono solo di essere chiamati a raccolta. Anche questo dobbiamo a donne come te.  Grazie

Attilio Galmozzi La Céchi é stata una donna meravigliosa. Dentro e fuori. É stata una comunista del '900, laica e ancorata ai valori della Costituzione. Nel contempo un libro di storia meraviglioso, bastava parlarle per ripercorrere la storia dell'Italia e di Crema. Pacata. Ma mai rassegnata. Mai scontata. L'ho conosciuta quando a 16 anni ho iniziato a muovere i miei passi in politica. Mai critica nelle mie scelte. Sempre premurosa che i passi fossero non affrettati. Discreta e tenera. Il PCI il PDS e poi il PD sono state le sue case. Lei diceva in continuità con la sua storia. Aveva tanti "figli" in quei partiti. Che coccolava tutti come mamma: Agostino Alloni Fiorenzo Gnesi Teresa Caso Renato e Peppino Strada, Primo Bombelli e tanti e tante altri. Per me Céchi resta un libro di storia aperto. Il più bel libro di storia che abbia mai letto. Buon viaggio Céchi. Abbraccia Paolo e Alfredo.

Matteo Piloni  Alla presentazione del tuo libro "Una vita", mi hai scritto questa dedica:"Devi guardare lontano. Spendi bene il tuo futuro, perchè ne hai uno solo." Ci provo! Ciao Cèchi.

Agostino Alloni Francesca Cechi Marazzi ci ha lasciato. È un pezzo della mia vita che se ne va. È un fatto naturale. Ma ti pare di essere sempre impreparato . Sabato sono stato da lei in ospedale. Mi ha stretto la mano per tutto il tempo che sono rimasto li. Mi ha detto tante cose. Questa volta senza gli appunti scritti come faceva prima. Non voleva farmelo capire ma io l'ho capito che era l'ultima volta che ci saremmo incontrati. In questo mondo. Mi ha raccomandato di non mollare: "Agostino fai bene a non ricandidarti ma non puoi abbandonare la politica. Stai vicino a Stefania e a Matteo." E poi mi ha salutato con un bacio. Che non mi aveva mai dato.

Cinzia Fontana  Mi piace ricordarla così, condividendo lo scorso 25 aprile insieme...Ciao Cechi, ci hai reso la vita più bella! “Siamo i ribelli della montagna, viviam di stenti e di patimenti, ma quella fede che ci accompagna sarà la legge dell’avvenir." Con le parole di questo canto della Resistenza la Cechi inizia il suo intervento alla festa del 25 aprile a Crema...Che gioia avere al proprio fianco "madri" che ci hanno consegnato un amore profondo per la libertà, la giustizia, la democrazia e la concordia!

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