La sera del 22 marzo sera la Conferenza dei Comuni ha chiarito, a dispetto del quadro piuttosto confuso degli interventi, alcuni fatti sempre più palesi: prima di tutto che il signor sindaco Leni oltre a non essere più formalmente il presidente della Conferenza (già da dicembre scorso) non lo è neppure di fatto. Il “suo” ruolo è stato assunto dal “vero” presidente, il dott. Salini (dunque ormai bi-presidente), che ha occupato il palco con mezz’oretta di acido comizio, ha concesso un magnanimo placet al cambiamento dell’ordine del giorno, ha interrotto continuamente i suoi avversari per tentare di arginare quella che appare una opposizione di forma e di merito ormai dilagante. Il rispetto dei referendum è visto sempre più come un dovere da parte dei sindaci, che compatti e decisi hanno soprattutto tentato di rivendicare il pieno rispetto dei loro atti e della loro volontà: la destituzione del presidente Leni e la sfiducia nei confronti di un Ufficio d’Ambito colpevole di una scorrettezza politica gravissima (e, aggiungiamo noi, dell’approvazione di atti illegittimi). Vano il tentativo del bi-presidente Salini di far passare per “cagnara” e “litigio da matti” quello che invece è stato un primo abbozzo di sano confronto sui fondamentali della democrazia. Questi argomenti lo preoccupano perché lo vedono nettamente perdente e non fanno parte del suo vocabolario politico: ma non si possono sostituire con il decisionismo.
per il Comitato Acqua Pubblica del territorio cremonese
Giampiero Carotti
Cremona, 23 marzo 2012