Venerdì, 19 aprile 2024 - ore 23.10

ADUC Covid. Siamo a Natale. Stato dell’arte e futuro

Siamo arrivati a Natale con la pandemia in espansione, grazie soprattutto alla variante omicron.

| Scritto da Redazione
ADUC Covid. Siamo a Natale. Stato dell’arte e futuro

ADUC Covid. Siamo a Natale. Stato dell’arte e futuro

 Siamo arrivati a Natale con la pandemia in espansione, grazie soprattutto alla variante omicron. Ieri 23 dicembre i casi registrati sono stati 44.595, numero da record rispetto ad un anno fa, con complessivamente 8.722 ricoveri ordinari, 1.023 pazienti in terapia intensiva e, nelle ultime 24 ore, 168 morti. Record molto attenuato dal fatto che un anno fa quasi nessuno era vaccinato, per cui anche se le infezioni sono maggiori, ricoveri e morti sono molti meno.

 Stasera cominciano le tavolate con amici e parenti e, con la prospettiva di un peggioramento dell’epidemia, occorrerà essere molto più attenti di quanto già non lo si fosse un mesetto fa (1).

 Ieri sera il Governo ha fatto conoscere le nuove disposizioni di sicurezza che limiteranno ulteriormente la nostra vita sociale ed individuale. Qui le abbiamo riassunte e presentate (2).

 Rischi e tamponi

La variante omicron che si diffonde velocemente è un altro rischio anche se, come nel nostro caso, presenta raramente sintomi gravi rispetto ad altre varianti (almeno per quello che si sa fino ad ora). Ma essendo alto il numero di contagiati, va da sé che cresca anche il numero di chi ha sintomi più preoccupanti.

Questo in un contesto comunque di maggiore stress per il sistema sanitario a cui si rivolgono i contagiati più gravi, continuando tra l’altro ad indebolire la disponibilità ospedaliera per tutte le altre malattie che, come l’influenza, pur se attenuata dal massiccio uso delle mascherine, non è sparita.

In questi giorni stiamo sperimentando la difficoltà a reperire tamponi (talvolta introvabili se non saltellando tra una farmacia e l’altra e/o con risultati non veloci), non tanto perché i tamponi sono “quotidianità” per i non vaccinati, ma perché le precauzioni (soprattutto per chi non ha ancora fatto la terza dose) indicano di tamponarsi comunque in occasione di un qualche incontro al chiuso… che durante queste feste è innegabile che siano frequenti.

 L’abitudine e il calo di attenzione

 Purtroppo negli ultimi mesi si è diffusa l’abitudine (anche grazie alla forte incentivazione del vaccino) che se si è vaccinati si è a posto. Tutti sappiamo che il vaccino non copre al 100%, ma ci facciamo meno caso anche nel considerare che ogni vaccinato reagisce a modo suo, inciampando in comportamenti e contesti in cui ci sentiamo più protetti di quanto non lo siamo.

Di conseguenza alcuni vaccinati si ammalano e, spesso asintomatici anche grazie al fatto che sono vaccinati, non si rendono conto di essere portatori del virus se non quando gli si manifesta accanto un’infezione di un non-vaccinato e solo per l’occasione fanno un tampone.

 Prendiamo comunque atto che, vaccinati, siamo più al riparo dall’infezione e, se la prendiamo, da sintomi gravi che ci costringano ad ospedalizzarci. La maggior parte dei ricoverati in terapia intensiva, infatti, sono non vaccinati e, siccome i non vaccinati sono al momento poco più del 10% della popolazione, va da sé che il numero di questi degenti sia molto più basso di un anno fa. I vaccini, oltre a ridurre il proprio rischio, riducono la pressione sul sistema sanitario e ospedaliero.

 Contatti e contagi

Con la crescita dei contagi, più persone hanno contatti con persone risultate positive. Se il contatto è stato di tipo “stretto”, chi è vaccinato con due dosi da almeno 14 giorni deve andare in quarantena per almeno 7 giorni, 10 per le altre persone.

In questo caso dovrebbe essere attivato il cosiddetto “contact tracing” (strategia determinante per contenere la pandemia, soprattutto quando i vaccini erano poco diffusi): il contagiato segnala alla Asl tutte le persone con cui è venuto in contatto, e l’Asl indica a queste persone (di cui dovrebbe conoscere cosa ha fatto e cosa non ha fatto contro il virus) come comportarsi (tipo di quarantena, etc). Ma con la crescita dei contagi sono già diverse le regioni che non funzionano più. Diventa quindi fondamentale il “fai da te” con un alto senso di responsabilità.

Intanto il Governo ha stabilito le modalità di revoca del green pass per le persone risultate positive. Fino ad oggi non veniva revocato e queste persone diventavano “mine vaganti”. Oggi c’è la revoca nazionale ed europea fino a che, guarita, alla persona viene rilasciato un nuovo green pass.

 Natale

Incontrasi, dopo che l’anno scorso siamo stati molto limitati, è sensazione diffusa. Ma dobbiamo affrontarla con il dilagare della pandemia grazie soprattutto alla variante omicron (di cui non si sa tutto). Il “rischio zero” non esiste. Quest’anno, con tutte le difese che abbiamo in atto con più dell’80% di vaccinati, siamo messi meglio dell’anno scorso anche se il virus circola di più. I rischi sono minori ma non inesistenti.

Nell’ambito dei comportamenti durante gli incontri (1), si può anche fare prevenzione limitando, prima di pranzi e cene, i contatti con altre persone, anche solo di alcuni giorni.

 NOTE

1 - Alcune indicazioni che è bene ricordare: https://www.aduc.it/comunicato/feste+fine+anno+come+non+infettarsi+infettare_33693.php

Consigli su come comportarsi se nella tavolata si dovesse discutere con un no-vax: https://www.aduc.it/articolo/pranzi+cene+natale+se+hai+accanto+no+vax_33715.php

 2 – https://www.aduc.it/articolo/green+pass+mascherine+nuove+chiusure+novita_33718.php

  COMUNICATO STAMPA DELL'ADUC

 

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