Secondo la Mezzaluna rossa siriana, Ghina e sua madre sono state scortate fuori da Madaya e trasferite a Damasco la scorsa notte.
"Si tratta di una notizia molto positiva che potrebbe salvate la vita a Ghina, una coraggiosa bambina che si è trovata nel posto sbagliato nel momento sbagliato. Certo, è davvero agghiacciante che sia stata lasciata a soffrire per giorni nella città sotto assedio" - ha dichiarato Magdalena Mughrabi-Talhami, vicedirettrice ad interim del programma Medio Oriente e Africa del Nord di Amnesty International.
"Sappiamo che a Madaya restano molti altri civili gravemente ammalati o feriti, in alcuni casi da due mesi, che hanno immediato bisogno di cure mediche. Tutte le parti coinvolte nel conflitto siriano devono proteggere i civili e assicurare che gli aiuti umanitari, comprese le forniture mediche indispensabili, arrivino a Madaya e nelle altre zone assediate della Siria. Esse devono inoltre consentire e facilitare, ove possibile, l'evacuazione dei civili che vogliono lasciare l'assedio" - ha sottolineato Mughrabi.
Ghina Ahmad Wadi era stata ferita alla coscia sinistra da un cecchino, il 2 agosto, al posto di blocco di Abdel Majed mentre si stava recando ad acquistare medicine per la madre. Il colpo aveva provocato una frattura ossea e aveva reciso un nervo. Era rimasta ferita anche la sua sorellina di otto anni.
Madaya è assediata dalle forze del governo siriano e da uomini armati di Hezbollah dal luglio 2015. Per due settimane, le autorità siriane hanno rifiutato di evacuare Ghina, che è stata curata con morfina e altri sedativi che ogni volta le calmavano il dolore solo per 10-15 minuti.