Sono arrivato ad una amara conclusione. Se non ci fossero Papa Francesco e la Caritas , in Italia ed in Europa, i violenti, i razzisti sarebbero pronti a cacciare i migranti con ogni mezzo ( anche la violenza organizzata) . Credo che in questo periodo il Papa stia svolgendo un ruolo importante, molto diverso da quello di Karol Wojtyla. Il Papa polacco si era posto l’obiettivo di far saltare il ‘ regime comunista’, considerato come il ‘male assoluto’, Francesco invece predica al mondo (e fa agire la sua chiesa di conseguenza) l’accoglienza dei diversi, dei diseredati e si schiera contro le guerre infami, che chiama ‘la terza guerra mondiale’.
Gli attacchi della Lega e della destra al Papa stanno a significare la grande diversità di visione del mondo fra chi vuole ‘ includere ed accogliere’ e chi invece vuole ‘escludere e cacciare’.
I comportamenti di alcuni paesi Europei (Ungheria ma non solo), le difficoltà all’accoglienza di quasi tutti i paese (vedi l’Inghilterra) fanno capire come il problema sia, a livello, globale, drammaticamente difficile da risolvere.
Come rispondere quindi alla classica domanda del ‘che fare?’.
Respingerli , senza sé e senza ma, è immorale punto e basta !. Detto questo vi deve essere un forte impegno internazionale (sia da parte dell’ONU che della UE, che degli USA) affinché in gravi conflitti in quell’area del mondo ( Siria, Libia, Iraq ecc.) siano risolti onde frenare l’esodo quasi ‘ biblico’. E le critiche del Vaticano in questa direzione sono sacrosante. Anche Renzi dovrebbe riflettere.
Come accoglierli? E’ indubbio che vi è un limite-una strozzatura- nella normativa europea. L’Europa sembra esserci solo per condividere l’euro e poco più. Essi vanno accolti in tutti paesi europei e su questo dobbiamo batterci con più forza e determinazione.
Ma venendo alla nostra provincia di Cremona.
Oggi il direttore del giornale la Provincia considera giusta la scelta che hanno fatto i sindaci cremaschi di porre un tetto alla capacità di accoglienza in 2 migranti ogni 1000 abitanti. Personalmente non sono d’accordo con questa formula matematica (vanno decisi altri parametri) ma se questo fosse il parametro nazionale potremmo accoglierne 120.000 !.
Ammesso che la Prefettura accetti questo parametro, in ogni caso, si pone il problema di come gestirli. E qui spesso cade l’asino. Non possiamo offrire a queste persone solo la guancia dell’assistenza. Rimangano qui un mese od un anno, per integrarli, dovremmo porci un obiettivo semplice e trasparente: impiegarli per il bene comune.
Noi li ospitiamo ma loro in cambio ci danno il loro impegno per lavorare un certo numero di ore al giorno per la comunità che li ospita. E’ questo il salto di qualità che va fatto, non solo a livello locale, ma anche a livello nazionale. E’ questo che ci manca. In altri paesi europei questo avviene e in termini complessivi il sistema può reggere meglio.
Già vi sono stati esempi virtuosi: dalla RSA di Cingia de Botti, al Comune di Cremona ed altri ancora, ma questa deve essere la scelta strategica che i nostri sindaci fanno e che la ‘Politica’ deve fare. Non perché lo dice il M5S (che è arrivato buon ultimo) ma perché è questa una scelta che coniuga il diritto all’accoglienza con il dovere degli accolti di essere utili alla società che temporaneamente li ospita.
Gian Carlo Storti ( Cremona)
