Anziani CNA Sintomi della menopausa, finalmente qualche buona novità
L’estate non è un bel periodo per le signore in menopausa. Le nostre lettrici che hanno avuto questa esperienza, conoscono bene l’impatto negativo sulla qualità della vita dei fastidi legati all’insorgenza della menopausa stessa. In particolare le “vampate” di calore, sono i sintomi vasomotori si manifestano comunemente durante la menopausa, il periodo naturale in cui il ciclo mestruale di una donna s’interrompe.
Questi disturbi sono causati dalla diminuzione dei livelli di estrogeni. I sintomi possono durare per molti anni e per alcune donne essere abbastanza seri, addirittura invalidanti. Per contrastare “vampate” di calore, sudorazione profusa, palpitazioni, tachicardia, sbalzi della pressione arteriosa, disturbi del sonno, irritabilità, vertigini, fino ad ora non esistevano farmaci che avessero dimostrato un’efficace forma di prevenzione od attenuazione di questo corredo sintomatologico.
Finalmente nuovi dati emergono da alcuni studi su di un nuovo farmaco sperimentale, noto come Elinzanetant. Questi studi hanno dimostrano che esso riduce frequenza e gravità dei sintomi comuni della menopausa. In questi studi noti come, Oasis 1 e Oasis 2, si sono arruolati rispettivamente 396 e 400 donne in post-menopausa di età compresa tra 40 e 65 anni con sintomi vasomotori da moderati a gravi.
Nel primo emergono dati che dimostrano che questo trattamento ha portato a una riduzione significativa di sintomi vasomotori come registrato in un diario giornaliero delle “vampate” di calore che tutte le donne tenevano per l’intero periodo della ricerca, ed anche nel secondo, il trattamento con Elinzanetant ha ridotto la frequenza di comparsa dei sintomi dalla quarta alla dodicesima settimana.
Per contrastare questi sintomi vasomotori sino ad ora si sono utilizzate quasi esclusivamente terapie ormonali, ma il loro utilizzo rischia di aumentare l’incidenza di attacchi cardiaci, la formazione di coaguli di sangue e cancro al seno. A seguito di questo la Food and Drug Administration raccomanda infatti che, se prescritte, le terapie ormonali siano assunte alla dose più bassa e per il minor tempo possibile.
Nell’ultimo studio (Oasis 3) gli sperimentatori hanno scoperto il perdurare degli effetti positivi anche su tempi più lunghi (52 settimane). Va però sottolineato che in una piccola parte delle donne impegnate nello studio, cefalea e l’affaticamento sono stati gli effetti collaterali più comunemente riportati.
Se tutti questi dati saranno ulteriormente confermati, si apre finalmente una nuova concreta speranza che milioni di donne potranno porre fine alle problematiche legate all’insorgenza della menopausa.
Roberto Antonicelli, medico cardiologo
Fonte: Pensionati Cna