Anziani La compartecipazione al costo delle rette per i malati di Alzheimer
Come sappiamo secondo la normativa nazionale le persone anziane fragili o/e non autosufficienti ricoverate in strutture socio assistenziali contribuiscono, secondo il proprio ISEE o dei propri familiari, al costo della retta che è composta per il 50% dalla quota sanitaria a completo carico del SSN, e per un altro 50 % da una quota sociale e alberghiera (altro 50 %), a carico dell’assistito e/o della sua famiglia o del Comune di residenza nel caso la pensione o la famiglia dell’assistito non fossero in grado di far fronte al costo della retta.
Nel frattempo nell’ambito giurisprudenziale negli ultimi anni si stanno moltiplicando le sentenze di tribunali locali e della Cassazione a favore dei malati di Alzheimer e delle loro famiglie, che li esentano dal pagamento della quota sociale della retta quando le prestazioni erogate hanno una rilevanza sanitaria significativa e non si può distinguere la prestazione sanitaria da quella sociale, un po' come avviene per le persone ricoverate in strutture sanitarie pubbliche.
In tal senso a far scuola è stata la sentenza n.4558/2012 della Cassazione seguita dalle sentenze del Tribunale di Roma 14180/2016, seguite da varie altre sentenze (Firenze, Verona, Milano, Foggia) confermate non da ultimo dalle sentenze n 13714/2023 e n. 4752/2024, con cui la Corte di Cassazione ha voluto chiaramente ribadire come non si possa operare alcuna distinzione delle prestazioni sanitarie erogate dalla struttura rispetto alla componente alberghiero-assistenziale, poiché il criterio rimane sempre quello “della integrazione tra le prestazioni ovvero della unitaria ed inscindibile coesistenza dei due aspetti della prestazione, che ne produce l’integrale addossamento degli oneri economici sul Servizio Sanitario Nazionale”.
Queste sentenze ovviamente, se troveranno un riscontro nella normativa nazionale, dovranno avere un adeguato finanziamento. Considerando che in media il costo per un malato di Alzheimer è complessivamente 70.587 euro all’anno, si stima che per coprire il costo assistenziale di circa 80 mila anziani con morbo di Alzheimer ricoverati in RSA serviranno circa 2,7 miliardi annui aggiuntivi.
Il punto di vista della FNP CISL sulle rette: la gratuità un aspetto non più differibile
Oggi assistiamo a migliaia di famiglie di persone gravemente malate del morbo di Alzheimer che sono costrette a contribuire al costo delle rette nelle RSA con esborsi elevatissimi che variano tra i 50 e 90 euro al giorno.
Solo alcune di queste famiglie non essendoci una legge che li tutela, decidono di chiamare in giudizio le strutture di ricovero e la Regione per ottenere quanto ingiustamente pagato che dovrebbe gravare interamente sul Servizio Sanitario Nazionale.
Sarebbe opportuno che tutti i malati di Alzheimer ricoverati in RSA ricevessero gratuitamente un trattamento sanitario strettamente e inscindibilmente correlato con l'aspetto assistenziale e che seguissero un Piano terapeutico personalizzato che rallenti l’evoluzione della patologia.
A nostro avviso crediamo che la gratuità delle rette nelle RSA e nei CDA (Centro diurno Alzheimer) per i malati di Alzheimer più gravi sia da considerarsi un livello essenziale assistenziale non più differibile.
Auspichiamo in tal senso che la questione, proprio per la sua valenza sociale e per il suo impatto economico, debba essere affrontata definitivamente a livello istituzionale, dalle Regioni, dal Legislatore e dalla Politica, per dare una risposta univoca e certa sia ai cittadini che ai gestori delle strutture sanitarie assistenziali, senza alimentare tra di loro un contrasto sociale inutile e dannoso e ricorrere alle vie legale per far valere le proprie ragioni.
I finanziamenti nazionali
L’istituzione del Fondo per l’Alzheimer e le Demenze (Legge 30 dicembre 2020, n. 178) è stata l’azione di maggior rilievo degli ultimi anni sul tema delle demenze in termini di Sanità pubblica e ha reso possibile realizzare interventi concreti rivolti alle persone con demenze e a famigliari e caregiver. Le aree progettuali previste dal Fondo sono orientate al perseguimento degli obiettivi del Piano Nazionale Demenze (PND) attraverso specifici piani triennali, elaborati da Regioni e Province autonome, e linee di attività portate avanti dall’ISS.
Fonte : https://www.pensionati.cisl.it/notizie/le-demenze-una-priorita-mondiale-di-salute-pubblica/