Domenica, 05 maggio 2024 - ore 21.40

ASST OSPEDALE DI CREMONA APNEE NOTTURNE

RESPIRARE BENE (ANCHE) NEL SONNO ALLUNGA LA VITA

| Scritto da Redazione
 ASST OSPEDALE DI CREMONA APNEE NOTTURNE

 ASST OSPEDALE DI CREMONA APNEE NOTTURNE: RESPIRARE BENE (ANCHE) NEL SONNO ALLUNGA LA VITA

CREMONA L’AMBULATORIO: SEGUE OLTRE 400 PAZIENTI

Dalla diagnosi alla cura, gli specialisti della Pneumologia assistono la persona in collaborazione

con otorinolaringoiatri, diabetologi, nutrizionisti, cardiologi, neurologi e odontoiatri.

Da quest’anno il follow-up si fa anche da remoto, per seguire la terapia e valutarne i benefici nel tempo

 Oltre a vivere notti travagliate, le persone che soffrono di apnee ostruttive nel sonno hanno un rischio maggiore di incorrere in malattie cardiache e cerebrovascolari. Saperle riconoscere e trattarle correttamente può migliorare notevolmente la qualità e l’aspettativa di vita.

Sono oltre 400 le persone già in cura presso la Pneumologia dell’Ospedale di Cremona, che ha un ambulatorio dedicato a chi soffre di questa problematica. Attivo da quindici anni, può contare su un’équipe composta da due pneumologi (Monia Betti e Matteo Maestrelli), due tecnici di fisiopatologia (Lorenzo Cavazzoni e Benedetta Zucca) e un’infermiera (Margherita Ceruolo).

Gli specialisti collaborano con i colleghi dell’Otorinolaringoiatria, i diabetologi, i nutrizionisti, i cardiologi, i neurologi e gli odontoiatri, con l'intervento – ove necessario - del chirurgo maxillofacciale. L’approccio multidisciplinare consente di definire per ogni paziente il percorso diagnostico-terapeutico più adeguato al caso.

LE APNEE NEL SONNO

La sindrome delle apnee ostruttive nel sonno (OSAS - Obstructive Sleep Apnea Syndrome), è caratterizzata da interruzioni nella respirazione dovute al collasso totale (apnea) o parziale (ipopnea) delle vie aeree superiori.  Ne soffrono oltre 12 milioni di italiani, in prevalenza persone tra i 40 e gli 80 anni, con maggiore frequenza tra i 50 e i 55 anni. Questa problematica interessa anche i bambini (dall’1 al 5 per cento della popolazione infantile), nei quali è spesso correlata all’aumento di volume delle tonsille, che può ostruire parzialmente la gola.

 Si parla di sindrome lieve quando l’apnea si manifesta tra le 5 e le 15 volte in un’ora di sonno, moderata tra 16 e 29, grave sopra le 30 apnee all’ora. Come spiega Monia Betti, direttore della Pneumologia «L’obesità, l’ipertensione arteriosa, la fibrillazione atriale e la coronaropatia, il diabete sono tra le patologie più spesso correlate a questa problematica. L’apnea o l’ipopnea determinano una riduzione dell’ossigenazione sanguigna intermittente che determina la frammentazione del sonno, lo stress ossidativo, l’infiammazione cronica, che a loro volta influenzano la pressione e sulla frequenza cardiaca, aumentando il rischio d’incidenza di  malattie cardiache e cerebro-vascolari, come ictus, infarto, fibrillazione atriale e ipertensione arteriosa».

 A CHI RIVOLGERSI

Il sospetto diagnostico si basa prima di tutto sui sintomi riferiti dal paziente (sonnolenza, stanchezza diurna, difficoltà a concentrarsi, impotenza, ecc.) o dal partner (russamento con interruzione del respiro). Il medico di base può indirizzarlo da uno specialista per una valutazione più approfondita: dopo una prima consulenza ambulatoriale, il paziente può essere sottoposto ad esami diagnostici e strumentali.

Le apnee ostruttive nel sonno vengono diagnosticate con l’esecuzione di un esame polisonnografico o di un monitoraggio cardiorespiratorio, che in base alla misurazione di diversi valori (flusso nasale, movimenti toracici e addominali, frequenza cardiaca, saturazione e posizione corporeo durante il sonno) consentono di valutare la presenza di deficit respiratori. Il polisonnigrafo – in uso anche all’Ospedale di Cremona - è un apparecchio leggero e non invasivo, che viene posizionato in ambulatorio e rimosso il giorno successivo senza necessità di ricovero. L'esito della misurazione sarà l'indicazione di partenza per definire l'entità del disturbo e la migliore terapia. 

TERAPIA E CONTROLLI (ANCHE DA REMOTO)

Quando le apnee risultano particolarmente frequenti (più di 15 per ogni ora di sonno) il metodo più indicato per il trattamento è la CPAP (Continuous positive air way pressure). Si tratta di un ventilatore medico, che mediante l’utilizzo di una maschera di piccole dimensioni (applicata al naso o naso-bocca) eroga un flusso d’aria continuo a pressione positiva e costante, prevenendo il collasso delle vie aere superiori. L’educazione all’utilizzo a domicilio della CPAP avviene in ambulatorio, con l’esecuzione dell’emogasanalisi arteriosa e di una spirometria nei pazienti fumatori, per escludere eventuali comorbidità correlate.

Il primo controllo si fa a distanza di una settimana, incluso il monitoraggio cardiorespiratorio, cui seguono valutazioni periodiche. «La novità degli ultimi mesi – prosegue Betti - è la valutazione da remoto dei dati raccolti dalla CPAP. Questo ci consente di monitorare costantemente l’efficacia e adeguatezza della terapia, per capire se sia necessario o meno modificare la pressione generata dall’apparecchiatura. Tutto ciò senza che il paziente debba recarsi in ambulatorio. Il nostro obiettivo è attivare entro il 2023 la televisita, per facilitare l’accesso alle cure ai pazienti che hanno difficoltà a raggiungerci in ospedale».

In alcuni casi, viene indicato un trattamento chirurgico otorinlaringoiatrico, per il quale è necessaria un’ approfondita valutazione specialistica.

La cura delle apnee del sonno inizia dal miglioramento del proprio stile di vita, con alcuni accorgimenti: «Tenere sotto controllo il peso corporeo e l’alimentazione può aiutare a ridurre questo disturbo», sottolinea Betti. «A ciò contribuisce la scelta di posizioni che facilitano il respiro (l’ideale sarebbe dormire su un fianco) prevedendo il collasso della vie aeree superiori prive di sostegno cartilagineo».

PER PRENOTARE UNA VISITA

Per rivolgersi all’ambulatorio (attivo il mercoledì dalle 14 alle 17) è possibile contattare il call center regionale 800 638 638 o rivolgersi agli sportelli CUP dell’Ospedale di Cremona, con l’impegnativa medico curante.

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