ATAC, ONLIT: EMERGENZA MA SOLO PER EVITARE LA GARA di Dario Balotta
PASSARE DA GESTIONI CLIENTELARI A GESTIONI INDUSTRIALI Ogni scusa è buona per evitare le gare europee per l’affidamento dei servizi di trasporto pubblico, anche per aziende che stanno meno peggio di Atac.
Dal campo progressista a quello del centro destra, senza escludere i 5 stelle, arrivati al dunque, è prassi comune evitare con tutti e due i piedi le gare per l’assegnazione di nuovi appalti. È così che, dall’Atm di Milano a tutte le aziende del sud (Napoli,Bari e Palermo) fino a Genova e Venezia, una buona ragione per prorogare la durata della concessione la si trova sempre. “L’Atac ai romani, l’Atm ai milanesi” e così via è uno slogan di sicuro richiamo; peccato che negli ultimi 20 anni il trasporto pubblico in Europa sia stato rilanciato proprio grazie alle gare che hanno obbligato soprattutto le aziende pubbliche a ristrutturarsi e aggiudicarsi gli appalti perché costrette a cambiare e ad innovare i sistemi di gestione passando da quelli “clientelari” a quelli “industriali”. Il trasporto protetto e non orientato al mercato ha finito col punire gli utenti e peggiorare la qualità della vita nelle nostre città dove le nostre aziende hanno indici di efficienza distanti dalle medie comunitarie. I salvataggi e le proroghe hanno prodotto un unico risultato: secondo ISFORT la mobilità sostenibile perde oltre sei punti di quota modale tra il 2002 e il 2016 (passando dal 37,2% al 31,1%). Resta invariata, quindi, la passione degli italiani per l’automobile nonostante le crisi ambientali e i continui inviti della UE all’Italia affinché si riduca la congestione da traffico, l’incidentalità, l’inquinamento dell’aria nelle aree urbane, orientandosi così ad un contesto competitivo per l’affidamento dei servizi.
Dario Balotta presidente ONLIT (Osservatorio Nazionale Libralizzazioni Infrastrutture )