Martedì, 30 aprile 2024 - ore 06.59

Bioplastiche. Un vasetto di yoghurt dal siero di latte

| Scritto da Redazione
Bioplastiche. Un vasetto di yoghurt dal siero di latte

A BioEnergy Italy (Fiera di Cremona, 5-7 marzo) una panoramica di come si sta muovendo il mondo delle fonti rinnovabili di energia. Cremona, 3 febbraio 2014 - In Germania e in Francia gli investimenti pubblici per incentivare la produzione di bioplastiche superano abbondantemente il miliardo di euro. In Italia purtroppo no, anche se “recentemente il Miur (Ministero dell’Istruzione, Università e Ricerca) ha lanciato dei cluster ecologici nazionali prevedendone uno sulla chimica verde, all’interno del quale il settore delle bioplastiche ricopre un ruolo molto importante”. Così Beppe Croce, direttore di Chimica Verde Bionet e responsabile di Legambiente per il settore agricoltura.

La combinazione reflui zootecnici+siero di latte può dare origine alla produzione di bioplastiche e, in misura più modesta, anche di biogas

Fitocelle, legacci per la vite, supporti per trappole a feromoni, teli per la pacciamatura e la solarizzazione sono solo alcuni dei prodotti che si possono ottenere dalle bioplastiche, senza dimenticare il più conosciuto sacchetto in MaterB, che da alcuni anni ha sostituito quelli di plastica tradizionalmente utilizzati nei supermercati e nei negozi alimentari.

Ottenute dall’attività di compostaggio della frazione organica dei rifiuti solidi urbani e da piante particolarmente ricche di amico e/o di zuccheri, i progetti condotti più recentemente hanno evidenziato che anche il siero di latte può essere utilizzato con questa finalità.

Con 2 litri di siero di latte si ottiene un vasetto di plastica per yogurt. Il progetto sperimentale conclusosi nel dicembre scorso è stato finanziato dal Mipaaf

“Nel dicembre scorso – dichiara Biagio Bergesio di Legacoop Agroalimentare – abbiamo concluso un progetto finanziato dal Mipaaf che oltre a noi ha coinvolto il Cra di Torino (Consiglio per la ricerca e la sperimentazione in agricoltura), il Politecnico di Torino e l’Università di Bologna. L’idea era quella di capire come sfruttare al meglio il siero di latte che altrimenti i caseifici dovrebbero smaltire come rifiuto. Utilizzando due impianti sperimentali abbiamo utilizzato il siero, insieme a una componente di reflui zootecnici, sia per la produzione di biogas che di bioplastiche in percentuale uguale di 50 e 50. Se per la prima destinazione i risultati ottenuti non sono stati particolarmente soddisfacenti, per la bioplastica il risultato è stato invece più interessante: con 2 litri di siero abbiamo ottenuto  un vasetto di plastica per yogurt. Le potenzialità ci sono, si tratta di individuare le aziende che potrebbero essere interessate a sviluppare questo processo”.

L’incremento della produzione di bioplastiche ottenute anche da rifiuti solidi urbani e sottoprodotti può portare, da qui al 2020, a un risparmio di diversi milioni di tonnellate di CO2 equivalente

L’incremento delle bioplastiche rappresenta una valida alternativa all’utilizzo delle materie prime di origine fossile. Questo è ormai fuori discussione. Secondo i dati forniti dall’Unione Europea, aumentando la loro produzione, nel 2020 si potrà ottenere un risparmio compreso tra i 9 e i 27 milioni di t. di Co2 equivalente, obiettivo che è legato a filo doppio al concetto di biodegradabilità e compostabilità che le caratterizza. Per saperne di più sull'andamento del settore delle fonti rinnovabili di energia l'appuntamento è a Bioenergy Italy (CremonaFiere 5-7 marzo 2014), il punto di riferimento fieristico nazionale per il settore che, oltre ad una selezione delle più innovative tecnologie italiane ed estere, fornirà preziose indicazioni sulle soluzioni più efficaci per sfruttare la meglio le risorse che abbiamo a disposizione.

Fonte: Fiere di Cremona

2014-02-05

1174 visite
Petizioni online
Sondaggi online

Articoli della stessa categoria