Sabato, 11 maggio 2024 - ore 04.59

Caro Bersani la coerenza prima di tutto di Andrea Virgilio (Cremona)

Leggo una intervista a Bersani che sancisce la fine della sinistra anni ’90, quella che parlava di opportunità, eccellenze e merito.

| Scritto da Redazione
Caro Bersani la coerenza prima di tutto di Andrea Virgilio (Cremona)

Non so se negli anni ’90 ci sia mai stata una sinistra che praticasse concretamente le opportunità, le eccellenze e il merito, perché quei governi sono spesso stati subalterni alle componenti più conservatrici e più radicali,  tuttavia mi chiedo dov’era Bersani negli anni 90?

La scoperta che oggi fa dei limiti del “frou frou blairiano” non solo è tardiva ma fortemente contraddittoria rispetto alla concretezza delle politiche pubbliche che lui stesso ha supportato.

Il mio sostegno e quello di tanti altri nel PDS prima e nel PD poi a Bersani passava inevitabilmente dalle scelte che lui ha fatto negli anni, quando da Ministro dello Sviluppo Economico richiamava la concorrenza, le liberalizzazioni, quando sui servizi pubblici locali il governo di allora chiedeva apertura al privato, quando la sinistra italiana cominciava ad aprirsi a una cultura liberale che nel nostro paese non ha mai avuto piena cittadinanza, quando i valori dell’uguaglianza cominciavano a contaminarsi con il tema della libertà.

 Possiamo condividere o meno quel percorso ma quello è stato, poi quel processo si è rallentato a causa dei mille conservatorismi presenti nella sinistra diffusa, ma quella sfida è stata aperta anche da lui.

Anche in tema di stabilità lui stesso dichiarava che la sera delle elezioni i cittadini e il mondo devono sapere chi governa e per queste ragioni si chiede un premio di governabilità, ma più in generale sulle riforme istituzionali nessuno gridava allo scandalo di fronte a progetti di riforma dell’Ulivo proiettati al superamento del bicameralismo perfetto.

Per queste ragioni ho il timore che oggi, certe chiusure,  siano più dettate da una prova di forza tutta interna al PD. Un brutto segnale da parte di chi, come Bersani, ha sempre rivendicato l’idea di un soggetto politico comunitario e sostenuto un criterio di scelta a maggioranza tanto da inserirlo nel patto Italia Bene Comune con gli altri alleati; patto purtroppo disatteso dalla sinistra radicale un minuto dopo l’insediamento del Parlamento italiano in barba agli accordi elettorali.

Abbiamo sempre contestato l’opportunismo della destra che in tema di riforme ha sempre agito senza una prospettiva, una miopia oggi ben rappresentata da quel Renato Schifani che per tre volte ha sostenuto la riforma in Parlamento e che ora coordina il Comitato per il No.

Spiace vedere che accanto a queste figure ci siano profili di ben altra caratura che stanno purtroppo intraprendendo lo stesso percorso solo per logiche interne al PD.

Andrea Virgilio (Cremona) 

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