Mercoledì, 24 aprile 2024 - ore 15.05

CGIL La vertenza Ryanair, si allarga il fronte della protesta

Filt e Uiltrasporti sullo sciopero europeo del personale della compagnia irlandese: “Buona l'adesione su tutto il territorio con la cancellazione di circa 50 voli, oltre ai 250 già annullati in tutta l'Ue”

| Scritto da Redazione
CGIL La vertenza Ryanair, si allarga il fronte della protesta

CGIL La vertenza Ryanair, si allarga il fronte della protesta

Filt e Uiltrasporti sullo sciopero europeo del personale della compagnia irlandese: “Buona l'adesione su tutto il territorio con la cancellazione di circa 50 voli, oltre ai 250 già annullati in tutta l'Ue”

Un aereo RynairUn aereo Rynair

“Si registra, anche in questa occasione, una buona adesione su tutto il territorio nazionale con la cancellazione, preventivamente e non, di circa 50 voli, oltre ai 250 già cancellati in tutta Europa”. Lo affermano congiuntamente Filt Cgil e Uiltrasporti, in merito allo sciopero europeo del personale di Ryanair di base in Italia, unitamente al personale di Belgio, Olanda, Portogallo, Spagna e Germania, evidenziando che “la compagnia tra cancellazioni di voli e comunicazioni ai lavoratori ha cercato di boicottare in tutti i modi la protesta”.

“Eravamo partiti in tre e ora siamo sei paesi europei – rilevano ancora le due sigle – che stiamo protestando contemporaneamente. Il fronte si allarga sempre più, dimostrando alla compagnia irlandese che il suo approccio verso i lavoratori e le rappresentanze sindacali da loro liberamente scelte è sbagliato. Ryanair ne prenda atto e ci convochi per la definizione di un contratto collettivo di lavoro di diritto italiano che preveda le tutele del nostro ordinamento e soddisfi le legittime istanze dei piloti e degli assistenti di volo”.

“A Ryanair – spiegano – chiediamo di convocarci per la definizione di un contratto collettivo di lavoro di diritto italiano che preveda le tutele del nostro ordinamento e soddisfi le legittime istanze dei piloti e degli assistenti di volo. Inoltre le affermazioni della Commissaria Ue al Lavoro, Marianne Thyssen, rafforzano le richieste dei lavoratori e le indicazioni dei giudici dei tribunali di Bergamo e di Busto Arsizio contro l'approccio, in contrasto con la normativa nazionale, della compagnia irlandese verso i propri lavoratori”. Ryanair ha infatti tradizionalmente impiegato una quota importante della sua forza lavoro con contratti di diritto irlandese, che i sindacati contestano in quanto fortemente svantaggiosi per i lavoratori. In Italia, dopo l'accordo tra la compagnia e l'associazione Anpac, Filt Cgil e Uiltrasporti hanno organizzato un referendum che ha avuto un esito molto chiaro: l'82% dei piloti hanno detto no all'accordo.

Tra i punti più critici dell'accordo, bocciato nel referendum dai lavoratori, c'è la “mancanza di libertà di affiliazione sindacale” e di “adesione a iniziative sindacali”; inoltre, i piloti sono “obbligati al pagamento della propria divisa da lavoro”, mentre “non è assicurato agli equipaggi il pasto a bordo durante il servizio”. Infine, l'accordo contestato secondo Filt Cgil e Uiltrasporti “consente la sottoscrizione di contratti paralleli da parte di agenzie interinali, oltre ad essere ampiamente insufficiente l'investimento messo in campo dall'azienda in materia di salario e previdenza”.

Tornando allo sciopero, è evidente un certo nervosismo della compagnia aerea, che negli ultimi giorni ha ripetutamente stigmatizzato le proteste e le mobilitazioni sindacali definendole “inutili”. Di risposta, Filt, Uiltrasporti e Ugl trasporto aereo hanno scritto al ministro del Lavoro, Luigi Di Maio, per chiedere “un incontro urgente per individuare le misure necessarie a ricondurre i comportamenti al rispetto delle norme sul lavoro, dei diritti costituzionali dei lavoratori e dei cittadini e delle sentenze della magistratura”.

“Nella fattispecie – scrivono i sindacati –, Ryanair ha scelto alcuni interlocutori sindacali di proprio gradimento, sottoscrivendo con questi accordi collettivi dai contenuti inaccettabili, non coerenti con il contratto nazionale di settore e, a nostro avviso, per molti aspetti contrastanti con la normativa del lavoro italiana”.

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

 

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