Ognuno con la sua maschera, fatta di tante maschere: quella da indossare al lavoro, quella in famiglia, quella in chiesa, quella di quando si sogna, quella davanti alla chat di un computer, quella di quando si scrive una poesia, quella di quando si compila la dichiarazione dei redditi. Alcuni hanno mille maschere e recitano su tanti palcoscenici. Alcuni passano da una maschera all’altra nel giro di pochi minuti sotto i tuoi occhi stupiti.
Ma per tornare al carnevale, quando è d’obbligo divertirsi non ci si diverte mai, al massimo ci si ubriaca o se si è adolescenti si fanno le prove di squadrismo inseguendo le ragazzine con il manganello e le camere a gas. Gli uomini si travestono da donne e le donne da uomini. Ma solo superficialmente, dentro rimangono cretini, prigionieri incapaci di emanciparsi dalle loro mille maschere.
Paolo Mario Buttiglieri (con la maschera di sociologo trentomilano@gmail.com )