CNA Anziani Estate, tutti i benefici della siesta
Contrordine. Il riposo pomeridiano non fa male. Né rappresenta uno spreco di tempo causato da cattive abitudini alimentari. Anzi, fa bene al corpo e alla mente.
Evviva la siesta, allora! Oppure il riposino, la pennichella, il pisolino o come altro la si vuol chiamare questa pausa benefica universalmente conosciuta, appunto, come siesta, una pratica che risale agli antichi romani, una parola che deriva dal latino: (hora) sexta, “l’ora sesta”, era infatti la prima ora del pomeriggio.
Per essere vantaggiosa la siesta deve rispettare poche, ma fondamentali regole. Innanzitutto non superare i 30 minuti, un lasso di tempo sufficiente per rilassare la mente e ricaricarsi di energie così da riprendere, rinfrancati, le attività pomeridiane. Altro aspetto importante è che il riposino avvenga subito dopo pranzo e non nel pomeriggio inoltrato, al fine di non intaccare il ciclo del sonno notturno. Inoltre la posizione ideale è quella di accoccolarsi su una poltrona, magari con le gambe leggermente rialzate, evitando di sdraiarsi completamente per non affaticare il processo digestivo. È importante anche che l’ambiente circostante sia adeguato: luci soffuse per favorire la distensione, tenendo pc, smartphone e tablet lontani. È raccomandato tenere una temperatura adeguata, evitando di esporsi a fonti di calore o a correnti d’aria.
La pennichella è fondamentale per chi soffre di ipertensione. Negli anziani aiuta a migliorare l’attenzione. Inoltre, come dimostrano accreditati studi scientifici, riposini brevi e frequenti (almeno quattro volte a settimana) sono stati associati a una diminuzione dell’84% del rischio di sviluppare l’Alzheimer. Ma attenzione: la brevità del riposo è cruciale. Uno studio condotto su più di 2mila ultrasessantenni cinesi dimostra che sonni lunghi e troppo frequenti potrebbero generare, invece, scarse funzioni cognitive.
Perché abbiamo sonno dopo pranzo?
Una riduzione della produttività dopo pranzo è frequente ma, in determinate circostanze, soprattutto in certe stagioni, questa tendenza può essere acuita e dipende da diversi fattori. A influire è la tipologia di alimenti consumati: un abbondante pasto a base di carboidrati, per esempio, può affaticare il nostro organismo perché l’attività digestiva richiede un maggior consumo di ossigeno da parte dell’apparato digerente.
Il caldo estivo favorisce la voglia di dormire durante il giorno. La Società italiana di neurologia (Sin) ha diffuso i risultati di importanti studi scientifici che dimostrano i benefici della siesta. Uno studio della Northwestern University pubblicato nel 2022 su ‘Current Biology’ aveva indicato che le temperature superiori a 25 gradi spingono facilmente alla siesta perché esiste un termometro cerebrale che regola il metabolismo corporeo a seconda delle temperature esterne, innescando una sorta di “risparmio energetico” nell’organismo.
Anche l’abitudine conta: se si è soliti dedicarsi un momento di relax dopo pranzo, il nostro corpo finirà con l’abituarsi e ce lo chiederà quotidianamente.
Alla luce di tutto ciò, quindi, se dopo pranzo sentite le palpebre cadenti, non obbligatevi a rimanere svegli ma lasciatevi cullare tra le braccia di Morfeo. Non solo al risveglio vi sentirete più in forma, ma soprattutto avrete dato una mano a cuore e cervello.