Giovedì, 09 maggio 2024 - ore 15.47

Come dipendente della scuola rivendico un contratto di Giorgio Zerbin (Cremona)

a Corte Costituzionale recentemente si è pronunciata in tal senso, invitando il governo Renzi a procedere subito al rinnovo del contratto nazionale di lavoro della scuola e degli altri settori pubblici che sono fermi dal 2010.

| Scritto da Redazione
Come dipendente della scuola rivendico un contratto di Giorgio Zerbin (Cremona) Come dipendente della scuola rivendico un contratto di Giorgio Zerbin (Cremona)

Signor direttore, sono un insegnante e rivendico per me, per tutti i lavoratori della scuola e per tutti gli altri dipendenti pubblici la piena contrattualizzazione del nostro rapporto di lavoro perché il contratto è un diritto dei lavoratori che è riconosciuto dall’articolo 36 della nostra Costituzione. Anche la Corte Costituzionale recentemente si è pronunciata in tal senso, invitando il governo Renzi a procedere subito al rinnovo del contratto nazionale di lavoro della scuola e degli altri settori pubblici che sono fermi dal 2010. Dopo sei anni di mancato rinnovo dei contratti, il potere di acquisto degli stipendi dei lavoratori della scuola risultano quindi ridotti anche in termini reali, infatti anche il conto annuale afferma che la retribuzione media annuale dei lavoratori della scuola del 2013 (ultimo dato disponibile) risulta ridotta di 1.000 euro rispetto al 2009 e ciò ha fatto precipitare la retribuzione del personale della scuola al terz’ultimo posto nella classifica dei Paesi dell’area euro, tanto che dietro l’Italia ci sono solo la Grecia e l’Estonia. Si tratta di una vera e propria emergenza stipendiale del personale della scuola, per cui è necessario, tenuto conto dell’attuale situazione economica, avvicinare gli stipendi del personale della scuola italiana alla media dei colleghi europei. Il nuovo contratto, prima di tutto, dovrà stabilire però il suo primato rispetto a materie come la regolamentazione delle condizioni di lavoro e l’esercizio della funzione docente, fatte indebitamente oggetto di interventi legislativi voluti unilateralmente da vari governi. Il nuovo contratto nazionale, inoltre, dovrà fare una revisione normativa in modo da diventare un chiaro punto di riferimento per tutto il personale scolastico per quanto riguarda doveri, opportunità e diritti, in modo che questi ultimi siano pienamente esigibili; nel contempo il contratto dovrà anche stabilire delle clausole precise per impedire incursioni legislative riguardanti salari, contratti e profili professionali che negli ultimi sette anni, determinando sovrapposizioni di istituti contrattuali e normativi, hanno determinato contenziosi e disfunzionalità nelle scuole italiane. (...)

Giorgio Zerbin (Cremona)

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