Giovedì, 02 maggio 2024 - ore 09.52

Congresso Spi-Cgil Pensionati: da dove ripartire

Lavoro e occupazione al primo posto. E poi, c’è il tema delle pensioni, le questioni del welfare, della sanità e dell’assistenza

| Scritto da Redazione
Congresso Spi-Cgil Pensionati: da dove ripartire

Di tutto questo e di molto altro si occuperà l’appuntamento di Rimini, dal 15 al 17 aprile di Patrizia Ferrante. Potrebbe sembrare un paradosso ma la principale preoccupazione degli over 65 è il presente e il futuro dei giovani più che il loro. Un recente sondaggio dell'Ipsos ha messo in luce come l'88 per cento degli intervistati ha individuato proprio nella mancanza di lavoro il primo problema da affrontare a livello nazionale. Anche perché non bisogna dimenticare che sono spesso gli anziani i veri cardini delle famiglie italiane, sia in modo diretto, con il loro reddito, che in modo indiretto attraverso il trasferimento di servizi, il lavoro di cura e così via. Di questo ne è convinto lo Spi Cgil che si appresta a celebrare il suo diciannovesimo congresso (15-17 aprile a Rimini).

ALLEANZA GIOVANI E ANZIANI

È significativo allora che per i pensionati della Cgil sia proprio il tema dei giovani e lavoro il capitolo che sostanzialmente apre il documento congressuale. “Senza lavoro e senza diritti c’è solo sfruttamento, precarietà e nuovo schiavismo, che – si evince dal testo – sono i nemici di giovani e di anziani, in quanto negazione per l’oggi e per il domani di un sistema di stato sociale basato sui diritti universalistici. Senza politiche sociali e previdenziali pubbliche i diritti individuali e collettivi saranno sempre più deboli fino ad esaurirsi entro i prossimi 10 anni. Per questo la qualità del loro avvenire dipende inevitabilmente dalle scelte del presente, dalla costruzione di pari opportunità per tutto il paese, al nord come al sud, dalla scuola all’inserimento nel lavoro per contenere l’emigrazione in continuo aumento e per dare risposte alla loro ansia di futuro”.E i giovani vanno conquistati al compito fondamentale di farsi carico della “necessità di continuare a lottare in difesa dei valori delle conquiste ottenute nelle tante lotte democratiche, sociali e civili della nostra generazione dando così continuità alla alleanza fra giovani e anziani”. Poi le proposte: realizzare un punto di permanente incontro intergenerazionale fra Spi e associazioni degli studenti; creare una Consulta fra attivisti Spi e giovani delegati dei posti di lavoro; avviare corsi di formazione fra Spi e categorie degli attivi per trasmettere ai giovani delegati l’esperienza contrattuale a tutti i livelli; convocare una assemblea annuale confederale fra anziani e giovani; trovare un luogo di incontro fra donne giovani e anziane.

PREVIDENZA: CAMBIARE LA LEGGE FORNERO

Da subito lo Spi Cgil ha denunciato le nefandezze e l’iniquità di una riforma previdenziale (dal blocco della rivalutazione all’allungamento dell’età pensionabile delle donne a gli esodati solo per citarne le macroscopiche) che potrebbe creare danni irreversibili al sistema dopo aver già creato un arretramento sociale e una pesante incertezza per il futuro. Da ciò deriva per lo Spi e per la Cgil un forte impegno per modificare la legge per riportare il sistema pensionistico dentro un progetto di diritti universali e di giustizia per lavoratori e lavoratrici di ogni età. “Il nostro obiettivo – si legge nel documento congressuale – è quello di modificare tutti gli aspetti negativi e vessatori di tale riforma per ricomporre il patto tra generazioni che è alla base del sistema previdenziale pubblico”. Per lo Spi è indispensabile che il sistema di rivalutazione delle pensioni venga non solo mantenuto nella sua originale versione ma deve trovare anche la giusta valorizzazione attraverso un confronto con il governo nelle modalità già definite unitariamente e programmate con il governo Prodi. Le pensioni (come anche i salari) debbono essere difese in modo strutturale dal fenomeno del drenaggio fiscale che ne erode di anno in anno il valore. Va infine trovata una soluzione al grave problema degli esodati.“Per queste ragioni – afferma il sindacato dei pensionati – riteniamo che vada posto il tema di un nuovo e diverso governo dell’Inps, da realizzare attraverso un continuo confronto con le organizzazioni sindacali nazionali e con un più forte ruolo di controllo delle forze sociali alle sue scelte a partire dai Comitati di indirizzo e vigilanza nazionali, regionali e territoriali”. Potrebbe sembrare un parodosso ma la principale preoccupazione degli over 65 è il presente e futuro dei giovani più che il loro. Un recente sondaggio dell’Ipsos ha messo in luce come l’88 per cento degli intervistati ha individuato proprio nella mancanza di lavoro il primo problema da affrontare a livello nazionale. Anche perché non bisogna dimenticare che sono spesso gli anziani i veri cardini delle famiglie italiane, sia in modo diretto, con il loro reddito, che in modo indiretto attraverso il trasferimento di servizi, il lavoro di cura e così via. Di questo ne è convinto lo Spi Cgil che si appresta a celebrare il suo diciannovesimo congresso.

SANITÀ E NON AUTOSUFFICIENZA

Il numero di anziani costretti a rinunciare alle cure sanitarie è un triste dato che si registra ormai quotidiamente; e che sia destinato ad aumentare dall’acuirsi della crisi, della mancanza di risposte da parte del governo e dalla drammatica condizione in cui versa il sistema sanitario nazionale è purtroppo una certezza. Nel nostro paese si è arrivati a una situazione davvero insostenibile: il diritto alla salute è garantito solo a chi può permetterselo e a chi si rivolge a strutture private. La salute è sempre stata un indicatore di civiltà, di sviluppo, di ricchezza di un popolo, e per questo oggi torna ad essere, in un contesto economico profondamente mutato, un tema fondamentale del progetto di emancipazione. “Occorre definire obiettivi di salute attraverso la partecipazione e la condivisione dei cittadini e dei soggetti interessati, abbracciando il concetto moderno di salute: benessere sociale e individuale – afferma il documento congressuale – Si tratta innanzitutto di difendere l’articolo 32 della nostra Costituzione, avanzando un progetto di riforma della sanità pubblica in grado di rispondere alla domanda di tutela in questo nuovo contesto sociale. Un bene comune da costruire e da difendere, per sé e per le generazioni più giovani, perché chiunque, indipendentemente dalle proprie condizioni economiche, abbia il diritto di vivere e di essere curato”.E proprio il diritto di vivere ed essere curato introduce un altro impegno prioritario per lo Spi Cgil, quello della non autosufficienza, tema di vitale importanza per la condizione di molti anziani e delle rispettive famiglie. Va definita una legge nazionale di contrasto alla non autosufficienza “all’interno della quale sia definitivamente istituito e adeguatamente finanziato con meccanismi certi un fondo dedicato nel quale far confluire anche le risorse già attualmente dedicate. È indispensabile che la legge definisca in modo chiaro i livelli essenziali di assistenza da garantire anche a tutti coloro che si trovano nella condizione di non autosufficienza, creando così condizioni di pari opportunità di trattamento su tutto il territorio nazionale e superando le attuali insostenibili disparità”. La legge “dovrà inoltre definire sia a livello nazionale che sul territorio progetti di intervento di cura, di assistenza e di sostegno individuale e familiare”. Un occhio particolare va rivolto alle regioni meridionali dove nei prossimi anni sarà più accentuato il processo di invecchiamento della popolazione. “A maggior ragione – afferma lo Spi – deve valere per il Mezzogiorno la difesa e la riqualificazione del welfare come motore di sviluppo centrato su una rete di servizi che garantiscano diritti (a cominciare dai bambini e dagli anziani non autosufficienti) e nuova e buona occupazione, come prevede il Piano di azione e coesione”.

CONTRATTAZIONE SOCIALE

La crisi ha reso insostenibili le condizioni di vita di milioni di persone e di anziani in particolare, accentuando disuguaglianze nate da politiche inique e spesso inefficaci. Per far fronte a insicurezze vecchie e nuove si è rafforzata la domanda di protezione, di sicurezza, di tutela a fronte di un “pubblico” che lascia molto a desiderare. In questo contesto si colloca la contrattazione sociale territoriale e la sua insostituibile funzione che va incontro ai bisogni materiali delle persone. Per lo Spi, infatti, la contrattazione territoriale deve introdurre “forme di progressività nel prelievo fiscale, che scongiuri continui tagli alle prestazioni sociali a favore delle fasce più deboli della popolazione, mettere in campo azioni di contrasto all’evasione fiscale attraverso l’istituzione di patti antievasione tra le amministrazioni comunali, le organizzazioni sindacali e le agenzie delle entrate del territorio”. E ancora “deve affrontare i temi socio-sanitari, in quanto lo Spi non si rassegna ad accettare l’idea che gli aspetti della tutela sociale non sono più alla portata delle nostre possibilità e, quindi, va lasciata agli interventi caritatevoli. Lo Spi rivendica, invece, il diritto universale degli uomini e delle donne a godere del sostegno pubblico nei momenti di fragilità che, per i più svariati motivi, li può colpire”.

INSEDIAMENTO SUL TERRITORIO

L’obiettivo di un’organizzazione come lo Spi è quello di offrire rappresentanza ai pensionati italiani di ogni categoria e agli anziani che percepiscono una prestazione indiretta (reversibilità) oppure a coloro che non ricevono alcuna pensione (casalinghe). In questo modo lo Spi interpreta appieno l’idea della confederalità che è alla base della costituzione della Cgil come sindacato generale. Lo strumento primario attraverso il quale si realizza la partecipazione delle persone alla vita democratica dell’organizzazione è rappresentato dalle Leghe. “Occorre consolidare e sviluppare modelli organizzativi sempre più flessibili e inclusivi, dove sia possibile poter partecipare e contribuire alla vita di un sindacato complesso come il nostro – si afferma nel documento congressuale –. Lo Spi mette a disposizione di tutta la Cgil il forte e diffuso presidio delle proprie Leghe per sostenere un progetto politico confederale finalizzato al consolidamento e allo sviluppo dell’iniziativa politica nel territorio. Tale scelta richiede la piena e convinta partecipazione di tutte le categorie e del sistema servizi per poter realizzare una vera integrazione tra tutela individuale e tutela collettiva”. “Fare leva sul sistema dei servizi è indispensabile, ma occorre altresì dare attuazione ai progetti che coinvolgono l’impegno delle categorie degli attivi per promuovere la continuità della militanza e rafforzare la confederalità. Tale attuazione non può coinvolgere solo le categorie nazionali, ma deve soprattutto realizzarsi nel territorio, con il pieno e convinto coinvolgimento delle Camere del lavoro”.

GUARDARE FUORI DAI CONFINI NAZIONALI

Per lo Spi Cgil il rafforzamento della Ferpa e del ruolo della Ces sono parte integrante dello stesso percorso e delle stesse difficoltà che oggi stanno davanti all’Unione Europea. “Lo Spi insieme a Fnp e Uilp si deve impegnare per costruire in tutta Europa un moderno e rappresentativo sindacato dei pensionati e delle pensionate al fine di difendere e guidare le politiche per gli anziani di oggi e di domani e per il pieno riconoscimento di ruolo all’interno della Ces”. Il sindacato dei pensionati “intende quindi muoversi per creare alleanze con tutte le organizzazioni degli anziani nei paesi europei, quale condizione per realizzare politiche sociali e per costruire un forte sindacato che abbia le caratteristiche di Spi-Fnp-Uilp”.

IL VALORE DELLA MEMORIA

La strategia sindacale e sociale dello Spi si nutre del forte radicamento ai valori della memoria e la sua forza è il frutto della storia che ha attraversato. Ecco perché il sentimento della memoria deve tradursi per il sindacato dei pensionati in un patrimonio collettivo. “Perché lo Spi sia un autentico sindacato di lotta e di memoria – si legge nel documento – la pietra miliare che ci deve guidare è il principio fondamentale di eguaglianza, che è il cardine della nostra Carta Costitutiva nella difesa dell’universalismo dei diritti di ieri, dell’oggi e per il futuro. Per questo lo Spi vive come dovere politico, civile e morale tramandare alle generazioni future la memoria della storia di coloro che rappresenta. Una storia fatta di lotte, di grandi sofferenze, di sconfitte ma anche di vittorie, di impegno in difesa dei diritti, dell’uguaglianza e della giustizia sociale”. Tramandare la memoria è anche lotta per seminare la legalità. “L’esperienza preziosa, di giovani, pensionati e pensionate insieme nei Campi confiscati alla mafia – si afferma nel documento congressuale – dimostra la continuità nel tempo della nostra passione civile e democratica. È questa passione che ha condotto il sindacato dei pensionati in tanti luoghi della storia della resistenza, della lotta al nazifascismo e delle tragiche violenze contro l’umanità, insieme a tanti giovani studenti”.

Fonte: http://www.rassegna.it/articoli/2014/04/14/110855/pensionati-da-dove-ripartire

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