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Costa d’Avorio: fermare il conflitto

| Scritto da Redazione
Costa d’Avorio: fermare il conflitto

Proteggere i civili di Leopoldo Tartaglia 
05/04/2011 La CGIL segue con viva preoccupazione i tragici sviluppi della situazione in Costa d’Avorio, dove da alcuni mesi, e con particolare violenza nelle ultime settimane, si assiste all’escalation dei combattimenti tra le forze leali al presidente Ouattara (riconosciuto dalla comunità internazionale  legittimo vincitore delle elezioni del novembre scorso) e quelle rimaste fedeli al presidente uscente Gbagbo.

Il sanguinoso conflitto è diretta conseguenza del rifiuto da parte di Gbagbo di lasciare il potere e di permettere una transizione pacifica al presidente Ouattara, le cui milizie, tuttavia, si sarebbero a loro volta macchiate di gravi crimini.

Mentre la battaglia infuria per le vie della capitale commerciale Abidjan, fonti della Croce Rossa Internazionale e di Human Rigths Watch hanno parlato di centinaia di vittime civili nella città di Duekuè, conquistata e saccheggiata nei giorni scorsi dalle forze di Outtara, che sembrano ormai controllare l’80% del territorio.

Il Segretario Generale delle Nazioni Unite ha denunciato che “la nazione è stata scossa dalla violenza, che ha determinato un grosso costo per la popolazione civile”. Sempre l’Onu denuncia che “nei giorni scorsi, le forze fedeli a Gbagbo hanno intensificato l’uso di armi pesanti come mortai, razzi, granate e mitragliatrici pesanti contro la popolazione civile ad Abidjan”, “hanno preso di mira anche la sede della Missione delle Nazioni Unite in Costa d'Avorio (UNOCI)” e hanno attaccato le pattuglie UNOCI inviate per proteggere i civili ed i convogli che trasportano feriti ad Abidjan. E’ in questo contesto che le forze dell’UNOCI, su decisione dello stesso Segretario Generale, hanno adottato misure di autodifesa e di protezione di civili, secondo il mandato delle risoluzione 1962 del 2010 e 1975 del 2011.

Unendosi alla condanna delle gravi violenze contro i civili e all’appello, più volte reiterato dalla Confederazione Internazionale dei Sindacati, perché venga consentito l’insediamento del legittimo presidente Outtara, la CGIL chiede che vengano attuate tutte le misure possibili per fermare i combattimenti e ripristinare una situazione di civile convivenza. L’Onu e la comunità internazionale devono adoperarsi perché tutti coloro che hanno commesso gravi violazioni del diritto umanitario internazionale e dei diritti umani siano chiamati a rispondere delle loro responsabilità.

Allo stesso tempo va affrontata con mezzi adeguati la gravissima situazione umanitaria delle popolazioni ostaggio dei combattimenti e delle centinaia di miglia di persone che sono fuggite dalle loro case, verso paesi confinanti o verso altre aree del paese.
fonte. cgil nazionale

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