"Oggi è una giornata piena di tristezza e di speranza. Lo Stato c'è e ci sarà. Questo è il giorno in cui dobbiamo sentirci tutti ancora più uniti, a partire da questo luogo. Avete vissuto tempi terribili". Così il premier Mario Draghi ha dichiarato- dopo essersi soffermato, in silenzio, - vicino alla corona di fiori deposta sotto la lapide dedicata alle vittime del Covid, e dopo aver ascoltato il ricordo del sindaco di Bergamo, Giorgio Gori.
ln occasione della cerimonia per la Giornata Nazionale in ricordo delle vittime del Covid, al Bosco della memoria presso il parco Martin Lutero della Trucca, il premier ha anche detto: "Questo luogo è un simbolo del dolore di un'intera nazione. E' anche il luogo di un impegno solenne che oggi prendiamo. Siamo qui per promettere ai nostri anziani che non accadrà più che le persone fragili non vengano adeguatamente assistite e protette. Solo così rispetteremo la dignità di coloro che ci hanno lasciato".
"Tutta la comunità bergamasca ha dato prova di saper reagire, di trasformare i lutti e le difficoltà in voglia di riscatto, di rigenerazione - ha affermato ancora -. Il suo esempio è prezioso per tutti gli italiani che, sono certo, non vedono l'ora di rialzare la testa, ripartire, liberare le loro energie che hanno reso meraviglioso questo Paese".
"Non possiamo abbracciarci, ma questo è il giorno in cui dobbiamo sentirci tutti ancora più uniti. A partire da qui, da questo luogo che ricorda chi non c'è più. In questa città non vi è nessuno che non abbia avuto un familiare o conoscente colpito dal virus. Cari bergamaschi, avete vissuto giorni terribili in cui non vi era nemmeno il tempo di piangere i vostri cari, di salutarli e accompagnarli per l'ultima volta", ha sottolineato il presidente del Consiglio.
In merito ai vaccini e all'attesa decisione dell'Ema su AstraZeneca, Draghi ha affermato: "Il governo è impegnato a fare il maggior numero di vaccinazioni nel più breve tempo possibile. Questa è la nostra priorità. La sospensione del vaccino AstraZeneca, attuata lunedì con molti altri Paesi europei, è stata una decisione temporanea e precauzionale. Nella giornata di oggi, l'Agenzia Europea dei Medicinali darà il suo parere definitivo sulla vicenda. Qualunque sia la sua decisione, la campagna vaccinale proseguirà con la stessa intensità, con gli stessi obiettivi".
"L'incremento nelle forniture di alcuni vaccini aiuterà a compensare i ritardi da parte di altre case farmaceutiche", ha aggiunto Draghi.
Gori: "Terribile prova, Bergamo sia anche città simbolo rinascita""Un bosco è anche un simbolo di speranza. Il 18 marzo è il giorno straziante dei camion di Bergamo, ma Bergamo vuole essere anche una città simbolo della rinascita. E' una terribile prova". Ha detto il sindaco di Bergamo, Giorgio Gori, intervenuto anche lui sul palco.
Il premier si è fermato a leggere anche la poesia incisa sulla statua,: «Tu ci sei, sono convinto che tu ci sei accanto alle persone che muoiono sole, sole, con a volte incollato sul vetro della rianimazione il disegno di un nipote, un cuore, un bacetto, un saluto. Tu ci sei, vicino a ognuno di loro, tu ci sei, dalla loro parte mentre lottano, tu ci sei e raccogli l’ultimo respiro, la resa d’amore a te. Tu ci sei, muori con loro per portarli lassù dove con loro sarai in eterno, per sempre. Tu ci sei, amico di ogni amico che muore a Bergamo, in Lombardia, in ogni parte del nostro tormentato paese. Tu ci sei e sei tu che li consoli, che li abbracci, che tieni loro la mano, che trasformi in fiducia serena la loro paura. Tu ci sei perché non abbandoni nessuno, tu che sei stato abbandonato da tutti. Tu ci sei perché la tua paura, la tua sofferenza, l’ingiustizia della tua morte le hai offerte per ciascuno di noi. Tu ci sei e sei il respiro di quanti in questi giorni non hanno più respiro. Tu ci sei, sei lì, per farli respirare, per sempre. Sembra una speranza, ma è più di una speranza: è la certezza del tuo amore senza limiti».
Alla Trucca, dove il premier ha anche piantato un tiglio- un ristrettissimo numero di persone, fra di loro il sindaco Giorgio Gori, il vescovo Francesco Beschi, il presidente della Provincia Gianfranco Gafforelli, il prefetto Enrico Ricci, il direttore generale dell’Ats Bergamo Massimo Giupponi, la direttrice dell’ospedale Giovanni XXIII, un’infermiera e un medico di base, il governatore della Lombardia Attilio Fontana, i sindaci di Nembro e Alzano. «Grazie di essere qui a Bergamo a ricordare le vittime di Bergamo» ha detto Gori prendendo la parola. Prima del sindaco le note della tromba di Paolo Fresu.
«Avremmo voluto che questo prato oggi fosse pieno di persone. Avevamo sognato che questa giornata segnasse la fine della lunga e dolorosa pagina della pandemia. Non ci siamo ancora, però. Manca poco ma non ci siamo ancora. Anzi, nelle ultime settimane i contagi sono tornati a salire e sono state decise nuove restrizioni - ha detto il sindaco Gori nel suo discorso -. Signor Presidente del Consiglio, grazie per aver scelto di essere a Bergamo nel giorno che il Parlamento ha intitolato alla memoria delle vittime dell’epidemia di Covid-19. Grazie per aver voluto partecipare alla commemorazione dei nostri morti. 670, circa, nella sola città di Bergamo; 6mila, circa, in tutta la provincia. Numeri, ma ognuno di loro è una storia spezzata, affetti spazzati via, lo strazio di chi ha voluto loro bene. Non c’è bergamasco che non abbia dovuto dire addio a qualcuno cui voleva bene. Dobbiamo dire “circa” perché non sappiamo, con maggiore precisione, quante siano state le vittime bergamasche del Coronavirus».
Il sindaco ha proseguito: «La metà dei nostri morti non figura nelle statistiche ufficiali riguardanti la pandemia. Migliaia di nostri concittadini, centinaia in città, sono deceduti con i sintomi del Covid, ma senza una diagnosi. Sono morti nelle loro abitazioni, o nelle case di riposo, senza che fosse possibile fare loro un tampone, perché a marzo del 2020 i tamponi erano pochi e bastavano appena per i casi più gravi, per chi veniva ricoverato in ospedale. Non avremmo quindi potuto compilare un memoriale esaustivo, incidere su una grande lapide tutti i nomi delle persone amate – padri, madri, nonni, fratelli, amici, colleghi – che il Covid ci ha portato via. Avremmo sicuramente dimenticato qualcuno. Abbiamo scartato anche l’idea di un monumento, di una statua, di un’installazione artistica. Abbiamo deciso di onorare la memoria delle vittime dell’epidemia con un’opera viva, con un monumento che respira, realizzando un Bosco di alberi e arbusti insieme all’Associazione dei Comuni virtuosi. Le piante che vediamo oggi sono cento, ma alla fine saranno 850. E qui prevediamo che si svolgano incontri dedicati ai bambini e alle famiglie, laboratori, lezioni di educazione ambientale per le classi delle scuole».
E ha concluso: «Ma Bergamo vuole essere anche la città simbolo della rinascita. Il Bosco che oggi inauguriamo è un messaggio di positività e di speranza che da Bergamo rivolgiamo a tutto il nostro Paese, ancora impegnato nella lotta contro il Covid e alle prese con le vaccinazioni cui affidiamo l’aspettativa di veder finalmente conclusa questa terribile prova. La tenacia e l’operosità della gente bergamasca, tradotte in mille gesti di solidarietà nei momenti più tragici della pandemia, la scorsa primavera, definiscono lo spirito con cui vogliamo ripartire e contribuire a determinare il futuro nella nostra comunità e del nostro Paese».
#zonacheck