Lunedì, 20 gennaio 2025 - ore 05.49

(CR) Pianeta Migranti. A Gaza malati e medici muoiono negli ospedali sotto attacco.

45.500 persone uccise dagli attacchi israeliani: 17.581 bambini e 12.048 donne; quasi 107.000 feriti e circa 11.000 i dispersi.

| Scritto da Redazione
(CR)  Pianeta Migranti. A Gaza malati e medici muoiono negli ospedali sotto attacco.

(CR)  Pianeta Migranti. A Gaza malati e medici muoiono negli ospedali sotto attacco

45.500 persone uccise dagli attacchi israeliani: 17.581 bambini e 12.048 donne; quasi 107.000 feriti  e circa 11.000 i dispersi. 

Un nuovo rapporto Onu denuncia che “la serie di attacchi mortali israeliani contro gli ospedali a Gaza, e i relativi combattimenti, hanno spinto il sistema sanitario al collasso totale, con effetti catastrofici sull’accesso dei palestinesi alla sanità e alle cure mediche”.

L’Alto Commissario Onu per i diritti umani, Volker Turk  ha ribadito che “la protezione degli ospedali in tempo di guerra è fondamentale e deve essere rispettata da tutte le parti, in ogni momento. Servono pertanto indagini indipendenti e approfondite su tutti questi incidenti e un’assunzione di responsabilità sulle violazioni del diritto internazionale umanitario e dei diritti umani che hanno avuto luogo”.  Turk ha lanciato anche  un appello per il “rilascio immediato di tutti gli operatori sanitari detenuti arbitrariamente”.

Ma gli attacchi israeliani agli ospedali non si fermano. Il 27 dicembre è stato distrutto l’ospedale Kamal Adwan nella città settentrionale di Beit Lahia, l’ultimo rimasto in piedi. La struttura è stata incendiata, i pazienti evacuati con forza, mentre il direttore Abu Safiya e altri medici sono stati arrestati. Secondo la CNN, “sono detenuti in una base militare nel deserto israeliano di Neqab, vicino al confine con Gaza “. Non sono state invece portate prove evidenti che l’ospedale fosse un rifugio per i militari di Hamas, come sosteneva Israele.

Dopo l’arresto, la famiglia di Abu Safiya ha lanciato un appello per ottenere informazioni sulla sua sorte e chiede a tutti di condividere il loro messaggio, che tra l’altro dice:

“Tutti conoscono il grande impegno che nostro padre ha profuso dall'inizio della guerra per supportare l'unico sistema sanitario per i residenti della parte settentrionale di Gaza, per le loro famiglie e parenti.

Il suo ultimo sforzo, noto, è stato dopo l'operazione militare nella parte settentrionale di Gaza, resistendo a un assedio di 84 giorni durante il quale medici e pazienti hanno sopportato le prove più dure: la fame, l'oppressione, i bombardamenti e le minacce. Nonostante tutto questo, ha continuato a lavorare per il bene dei pazienti. Ha anche perso suo figlio, il nostro caro Ibrahim, e lui stesso ha riportato una grave ferita che ancora oggi lo fa soffrire.

Ora, non conosciamo il suo destino. Pertanto vi esortiamo ad agire, a fare pressione sui media e ad amplificare gli appelli attraverso iniziative di advocacy sulle forze di occupazione affinché lo rilascino il prima possibile. Sappiamo, dalla testimonianza oculare  di alcuni pigionieri rilasciati da quella prigione, che nostro padre è stato denudato, nonostante il freddo intenso, e usato come scudo umano”. Invitiamo pertanto ogni coscienza, organizzazione e istituzione internazionale ad agire immediatamente”.

Secondo i dati dell’Onu, almeno 1.057 operatori sanitari sono rimasti uccisi dal 7 ottobre 2023 nella Striscia di Gaza, dove varie organizzazioni per i diritti umani hanno documentato la detenzione di oltre 250 membri del personale medico, in alcuni casi sottoposti a torture e altri abusi. Al 4 dicembre scorso, secondo l’Organizzazione mondiale della Sanità (Oms), Israele ha compiuto almeno 591 attacchi contro strutture sanitarie nella Striscia, di cui 23 compiuti solo dal 20 novembre. Il responsabile dell’Oms, Tedros Adhanom Ghebreyesus, ha parlato di “evidente escalation militare negli ospedali” e ha chiesto l’immediato rilascio del direttore dell’ospedale Kamal Adwan di Beit Lahia, nel nord di Gaza.

 

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