Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 12.56

(CR) Pianeta Migranti. I muri d’Europa non reggeranno l’urto dei migranti climatici

Come fanno i governi europei a non capire che i muri sono risposte palliative, inutili?

| Scritto da Redazione
 (CR) Pianeta Migranti. I muri d’Europa non reggeranno l’urto dei migranti climatici

 (CR) Pianeta Migranti. I muri d’Europa non reggeranno l’urto dei migranti climatici

Nel 1989 al grido “basta muri” cadeva il Muro di Berlino che aveva diviso i popoli dell’Europa. A ritroso della storia,  il Consiglio europeo del 9 febbraio, ha chiesto alla Commissione UE il via libera per costruire muri anti-migranti nei Paesi sulle vie di transito verso l'Unione europea.

Si è aperta una prima ma ampia crepa su quello che sembrava un tabù intangibile: finanziare muri di difesa delle frontiere con i soldi dei cittadini europei. Soltanto Tajani, ministro degli esteri, ha segnalato la meschinità politica di tale scelta  affermando: “non dobbiamo finanziarie muri ma sviluppare un’azione forte in Africa!”

E’ sconcertante questa mancanza di visione prospettica sul fenomeno migratorio e l’incapacità di uscire dallo stereotipo dei respingimenti; manca la volontà di mettere in atto politiche migratorie adeguate alla portata del fenomeno oltre che rispettose dei diritti umani.

Come fanno i governi europei a non capire che i muri sono risposte palliative, inutili? Come possono non conoscere e non tenere in conto i dati degli studi e delle analisi sui flussi migratori ? Ne ricordiamo solo alcuni, per altro ben noti.

Le previsioni dell’IPCC, Intergovernmental Panel on Climate Change  (Gruppo intergovernativo sul cambiamento climatico) della Banca Mondiale e dell’OIM (Organizzazione mondiale delle migrazioni) evidenziano che entro il 2050 il numero dei migranti ambientali potrebbero essere tra i 150 e i 200 milioni o anche di più. Quale muro sarà in grado di reggere una simile marea umana?

Le cause a monte di questo esodo biblico sono diverse.

L’innalzamento della temperatura che inaridisce vaste aree, causando siccità estreme e carestie.

La variabilità della frequenza e intensità delle piogge: di carattere alluvionale in alcune aree (le monsoniche) e scarse in altre (alle medie latitudini).

Lo scioglimento dei ghiacciai che sta innalzando il livello dei mari (tra gli 8 e i 13 cm. entro il 2030, tra i 17 e i 20 entro il 2050). Il pericolo è particolarmente grave per quasi 900 milioni di persone che vivono nelle zone costiere a bassa quota, ovvero una persona su dieci sulla Terra. Non solo piccoli stati insulari saranno inghiottiti dal mare – come sta già accadendo – ma anche grandi città come Bangkok, Buenos Aires, Giacarta, Lagos, Londra, Los Angeles e altre… con conseguenze inimmaginabili.

Già oggi, la fusione dei ghiacciai himalayani sta subendo una critica accelerazione e ciò fa presagire un futuro drammatico per un miliardo e mezzo di persone. Da questi ghiacciai dipende infatti l’approvvigionamento idrico di Afghanistan, Bangladesh, Bhutan, Cina, India, Myanmar, Nepal e Pakistan. Dove si riverseranno queste popolazioni?

Come ultima considerazione, va detto che l’Europa è in fase calante. Al 1 gennaio 2023  contava 447,7 milioni di abitanti (dati Eurostat). Nel 2020 la crescita della sua popolazione si è fermata. Al contrario, la popolazione africana entro il 2050 aumenterà di (1,15 miliardi) e quella asiatica di 650 milioni di persone.

Entro il 2050 l’età media in Europa sarà di 52,3; in Africa, oggi, l’età media è 19 anni.

Se nel 1900 l’Europa rappresentava il 24,7% della popolazione mondiale, nel 2050 la quota sarà del 7,5%.

Questi dati Eurostat dicono che pochi europei, ricchi, vecchi e stanchi si troveranno, nel giro di alcuni decenni,  di fronte a miliardi di africani, giovani, affamati e con voglia di vivere.

Allora, qualcuno ci spieghi l’intelligenza dei muri e delle politiche migratorie europee, a fronte delle previste conseguenze dei cambiamenti climatici in atto e della situazione demografica del vecchio continente confrontata con quella dei paesi in via di sviluppo, alla ricerca di migliori opportunità di vita, oltre che in fuga da guerre orribili e tremendi regimi repressivi.

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