Sabato, 27 aprile 2024 - ore 16.16

(CR) Pianeta Migranti. Picchiati, puniti e respinti alle frontiere dell’Europa.

Le associazioni del network europeo PRAB (Protecting Rights at Border) documentano, in un rapporto, i crimini nei confronti dei migranti alle frontiere dell’Europa.

| Scritto da Redazione
(CR) Pianeta Migranti. Picchiati, puniti e respinti alle frontiere dell’Europa.

(CR) Pianeta Migranti. Picchiati, puniti e respinti alle frontiere dell’Europa.

Le associazioni del network europeo PRAB (Protecting Rights at Border) documentano, in un rapporto, i crimini nei confronti dei migranti alle frontiere dell’Europa. L’ennesima denuncia, inascoltata dalla politica e dalle istituzioni europee.

 Nel rapporto “Beaten, punished and pushed back” (percossi, puniti e respinti) si evidenzia che nel 2022, a molti migranti è stato impedito di attraversare i confini europei. Oltre a non poter accedere alle procedure di asilo, hanno subito l’arresto, la detenzione arbitraria, l’abuso fisico, il maltrattamento, il furto, la distruzione dei beni personali (cellulari, scarpe, zaini...)

Sono tante le storie raccolte dal network PRAB di profughi provenienti da Afghanistan, Siria e Pakistan che hanno subito questi trattamenti. I casi monitorati sarebbero solo la punta di un grande iceberg. Forti evidenze dimostrano che pratiche del genere sono sistematiche ed integrate nei meccanismi di controllo delle frontiere dei Paesi europei i quali, in tal modo, si rendono responsabili di violare i diritti riconosciuti dall’Unione stessa.

E’ provato che l’Europa non tutela l’accesso alla protezione internazionale, che respinge ai confini in modo programmato e non mette in atto come in passato, operazioni di salvataggio in mare.

Anche in Italia -evidenzia il rapporto- è in aumento l’uso dei respingimenti. Proprio in questi giorni il ministro Tajani, in Libia con la presidente Meloni, in continuità col Memorandum Italia-Libia (che finanzia la guardia costiera, ossia le milizie libiche, per fermare i barconi e riportare i migranti nei lager libici dove vengono torturati)  ha firmato un accordo che consegna 5 nuove motovedette ai libici, a sostegno del loro criminale lavoro.

In questo ultimo anno, l’Europa si è distinta per aver dato protezione – almeno sulla carta – a 4,9 milioni di profughi ucraini e, solo per loro, non per altri profughi, è stata attivata la direttiva sulla protezione temporanea.  Una decisione unica, storica! Ma trattare i migranti con due pesi e due misure diverse a partire dal loro profilo etnico, va contro il diritto internazionale che obbliga gli Stati a garantire a tutti di poter chiedere asilo, a rispettare il principio di ‘non respingimento’ e vieta le espulsioni collettive. Lo chiedono la Dichiarazione universale dei diritti umani e la Convenzione europea dei diritti umani (CEDU).

Da tanti anni, gli organismi di società civile e le Nazione Unite denunciano i crimini perpetrati sulle rotte migratorie terrestri e marine, e presso le frontiere. Ma questi continui richiami al rispetto del diritto internazionale insieme all’elevato numero di morti in mare (oltre 24000 dal 2013 secondo UNHCR) non hanno fatto breccia: non si sono viste reazioni politiche significative o cambiamenti nelle procedure e nei metodi della polizia di frontiera. Anzi, gli Stati d’Europa si sono barricati ancor di più nella loro fortezza costruendo 2000km di barriere anti migranti, e oggi,  ben12 Stati chiedono addirittura all’UE i fondi per costruirne di nuove.

Intanto, alle frontiere crescono nuovi muri e compaiono sofisticate tecnologie biometriche che rilevano volti, impronte digitali, dati che poi trasmettono al database Eurodac di Strasburgo. Questi sistemi, usati per schedare i fuori legge, hanno l’obiettivo di identificare e criminalizzare i profughi scappati da paesi segnati da guerre, fame, calamità e di poterli respingere più facilmente.

 

Qui il Rapporto PRAB 2023: https://pro.drc.ngo/media/cxihgutp/prab-report-january-to-december-2022.pdf.

L’iniziativa PRAB riunisce organizzazioni partner che operano in diversi Paesi:  l’Associazione Studi giuridici sull’immigrazione (Asgi), Diaconi Valdesi, Danish Refugee Council Bosnia- Herzegovina ; Serbia Humanitarian Center for integration; Macedonia Young Lawyers Association;  Grek Council of Refugees Brussels;  Diversity Development Group in Lituania.

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