Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 21.50

(CR) Pianeta Migranti. Il nuovo Ministro Interni torna a colpire le navi delle Ong

Il ministro Matteo Piantedosi al suo primo atto, ostacola l’ingresso nei porti a due navi dei salvataggi.

| Scritto da Redazione
(CR) Pianeta Migranti. Il nuovo Ministro Interni torna a colpire le navi delle Ong

(CR) Pianeta Migranti. Il nuovo Ministro degli interni torna a colpire le navi delle Ong

Il ministro  Matteo Piantedosi  al suo primo atto, ostacola l’ingresso nei porti a due navi dei salvataggi.

Governo nuovo, pratiche vecchie e vergognose.

Sta tornando la strategia propagandistica e disumana dei porti chiusi. Si torna a mettere sul banco degli imputati chi soccorre le persone a rischio della vita.

Abbiamo visto in tempi passati le accuse, i divieti, i fermi amministrativi, le azioni giudiziarie nei confronti delle ong. Di nuovo oggi, le vediamo  accusate di essere un ‘pull factor’ per i migranti.

Un’accusa smentita dai dati del dossier sull’immigrazione del Viminale dello scorso agosto: le persone sbarcate autonomamente sono state il 53%; le persone soccorse 47% e di queste ultime appena il 16% da navi umanitarie. 

I giorni scorsi, mentre il ministro degli interni Piantedosi esordiva nel suo incarico in Parlamento, due navi umanitarie al largo della Libia, Humanity One e Ocean Viking (delle ong Sea Watch e Sos Méditerranée) avevano a bordo centinaia di migranti soccorsi in mare.

Salvini, ora vicepremier e ministro delle Infrastrutture, non perdeva l’occasione per tuonare con durezza: "Torneremo a far rispettare i confini!".

Subito dopo il Ministero degli Affari esteri inviava due note verbali alle ambasciate degli Stati di bandiera delle due navi, (Norvegia e Germania) rilevando che le loro condotte “non erano in linea con lo spirito delle norme europee e italiane in materia di sicurezza e controllo delle frontiere e di contrasto all'immigrazione illegale".

Ma, proprio sulla base di queste norme, la Corte di giustizia europea il 1° agosto scorso aveva sentenziato “l’obbligo fondamentale di prestare soccorso alle persone in pericolo o in difficoltà in mare”, condannando il blocco di due navi nei porti siciliani verificatesi nell’estate 2020.

Incurante di questo pronunciamento, il neo-ministro dell'Interno Piantedosi (prefetto e ministro tecnico, ma in quota leghista, già capo di gabinetto di Salvini quando era al Viminale) emanava una direttiva, analoga a quella del 2019 fatta da Salvini.

Chiedeva ai vertici delle forze di polizia e delle capitanerie di porto di monitorare la situazione e i movimenti delle due imbarcazioni e di valutarne  le condotte ai fini di negare l’ ingresso nelle acque territoriali.

Subito, Salvini si complimentava con lui: "Bene l'intervento del ministro dell'Interno a proposito di due ong: come promesso, questo governo intende far rispettare regole e confini".

Da parte loro le due navi sostengono di aver osservato  la legge internazionale del mare, salvando persone in difficoltà e di aver sempre operato nel rispetto della legge. Affermano di informare, passo dopo passo, le autorità competenti su tutta la loro attività e di chiedere sempre a loro, ma senza esito,  il coordinamento dei soccorsi.

Intanto, oltre 200 naufraghi soccorsi in cinque diverse operazioni in acque internazionali dall'equipaggio dell'Ocean Viking sono in attesa sul ponte della nave. Non importa a nessuno se sono esausti, se ci sono donne e bambini inferiori ai 3 anni, che per le leggi internazionali marittime dovrebbero essere portati in un porto sicuro. Vengono considerati vuoti a perdere perché non sono i nostri figli o parenti.

E per di più si accampano motivi giuridici pretestuosi e falsi per lasciarli in ammollo in mare.

Ma siamo ancora civili?

 

 

 

 

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