Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 23.04

(CR) REFERENDUM SUL LAVORO CGIL continua la raccolta delle firme

Si potrà firmare in tutte le sedi della Cgil della provincia di Cremona

| Scritto da Redazione
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(CR) REFERENDUM SUL LAVORO  CGIL inizia la raccolta delle firme il 25 aprile 2024

Il giorno della Liberazione si potrà firmare a Cremona dalle ore 10 in piazza Marconi

Egregio direttore, sono 500mila le firme necessarie affinché i quattro quesiti referendari di tipo abrogativo, presentati dalla Cgil e pubblicati sulla Gazzetta ufficiale il 13 aprile scorso, possano andare al voto nella primavera 2025.

Commemorare il 25 Aprile significa anche tenere vive le radici più profonde della nostra democrazia, frutto della Resistenza, dell’antifascismo e delle lotte dei lavoratori e delle lavoratrici contro l’oppressione nazifascista: gli scioperi del 1943 e del 1944, infatti, rappresentano un fatto di straordinaria importanza e significato per la Resistenza italiana. Il mondo del lavoro ha avuto un ruolo centrale nella liberazione dalla dittatura fascista e dal l’oppressione nazista, così come nella ricostruzione di una società libera e democratica e nella stesura della nostra straordinaria Costituzione, dove il lavoro, i lavoratori e la loro dignità e libertà rientrano trai principi fondamentali.

Non è stato un cammino facile. Libertà, diritti, dignità sono il frutto di lotte, rivendicazioni e sacrifici che hanno segnato fasi importanti della storia del nostro Paese. Quello tra lavoro e democrazia è un nesso indivisibile: solo quando il lavoro è forte la democrazia si sviluppa e cresce.

Ecco perché la Cgil ha proposto quattro quesiti a beneficio di tutti i cittadini.

 Quattro domande per ridurre la precarietà e garantire più sicurezza negli appalti. Il nostro obiettivo è uno solo: cambiare le norme che hanno impoverito il lavoro e reso i lavoratori più vulnerabili, con meno diritti e in costante ricatto di licenziamento.

  • Jobs Act Il primo quesito richiede l’abrogazione del decreto legislativo 23 del 2015, noto come Jobs Act. Questa normativa ha introdotto il contratto a tutele crescenti e ha reso possibile il licenziamento senza giusta causa per i lavoratori assunti dopo il 7 marzo 2015 in aziende con oltre 15 dipendenti senza la possibilità di reintegro, ma con solo un indennizzo economico. Ha aumentato la precarietà lavorativa, rimuovendo protezioni essenziali e mettendo i nuovi assunti, soprattutto i giovani, in una posizione di vulnerabilità e ricatto.
  • Alzare tetto economico per licenziamento Il secondo quesito chiede di abrogare la norma che mette un tetto massimo di 6 mensilità, nel caso di licenziamento illegittimo da aziende sotto i 15 dipendenti, maggiorabile di qualche mensilità in alcuni casi. Alzare questo tetto, lasciando al giudice la possibilità di definire liberamente l’indennizzo sulla base di fattori come la capacità economica dell’impresa o la condizione familiare del lavoratore può essere un deterrente ai licenziamenti illegittimi, tutelando così le persone, prima ancora che i lavoratori.
  • No liberizzazzione contratto a termine Il terzo quesito riguarda il contratto a termine e vuole abrogare le norme che ne hanno liberalizzato l’uso da parte delle aziende: l’Istat stima in oltre tre milioni gli occupati a termine in Italia. Oggi le imprese attivano questi contratti senza senza alcun limite perché la legge glielo consente, nonostante per definizione dovrebbero utilizzarli per sostituzioni temporanee, picchi produttivi e così via. Questo quesito si pone l’obiettivo di ridurre la precarietà, limitando i contratti a termine a quando effettivamente necessari e non come strumento di ricatto costante dei lavoratori e di abbattimento dei costi del lavoro.
  • Sicurezza e Lavoro appalti L’ultimo quesito riguarda invece gli appalti e in particolare la sicurezza: vuole cancellare la norma che esclude la responsabilità dei committenti in caso di infortunio o di malattia professionale dei lavoratori delle aziende in subappalto. Oggi, con le esternalizzazioni, molto spesso i datori di lavoro abbattono i costi risparmiando sulla sicurezza e i committenti scelgono le imprese appaltatrici solo su una base economica, e non su criteri di sicurezza e serietà. Il tutto sulle spalle dei lavoratori che, in caso di infortunio non possono rivalersi sul committente. L’effetto della cancellazione sarebbe quello di rafforzare e ampliare la sicurezza sul lavoro e di spingere i committenti a selezionare appaltatori adeguati.

 Negli ultimi venticinque anni è stata sostenuta una legislazione del lavoro che ha, nei fatti, precarizzato il lavoro e la vita dei lavoratori e delle lavoratrici e che ha aumentato le diseguaglianze, generando una generazione di milioni di persone che sono povere pur lavorando.

A partire dal 25 aprile saremo, quindi, impegnati in tutti i luoghi di lavoro e nelle piazze, perché, anche attraverso questi referendum, si realizzino i principi e i valori della nostra Costituzione, nata dalla Liberazione dal nazifascismo, a partire dal diritto al lavoro buono, sano e di qualità. Il giorno della Liberazione si potrà firmare a Cremona dalle 10 in piazza Marconi e dal 26, tutti i giorni, presso le sedi della Cgil.

Cgil Cremona

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