Venerdì, 03 maggio 2024 - ore 22.40

(CR) S.O.S. DEMOCRAZIA: NO AL PREMIERATO E ALL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

Inconro Martedì 14 novembre ore 17 Sala Bonfatti, Camera del Lavoro, via Mantova 25, Cremona

| Scritto da Redazione
(CR) S.O.S. DEMOCRAZIA: NO AL PREMIERATO E ALL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

INVITO ALL’ INCONTRO PER LA DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE

Prima riunione aperta promossa dal Coordinamento Cremonese

Martedì 14 novembre ore 17

Sala Bonfatti, Camera del Lavoro, via Mantova 25, Cremona

S.O.S. DEMOCRAZIA

NO AL PREMIERATO

NO ALL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

ORGANIZZIAMOCI PER DIFENDERE, PROMUOVERE, APPLICARE LA NOSTRA COSTITUZIONE!

Riparte a Cremona l’attività del CDC per difendere e applicare la Costituzione italiana. In accordo con tante associazioni democratiche e del volontariato, in particolare con l’ANPI e con la Camera del Lavoro di Cremona, anche nel quadro del programma “La via Maestra-Insieme per la Costituzione”, riorganizziamo sul territorio presenza e iniziative contro il tentativo del governo Meloni di stravolgere la natura della nostra Repubblica e indebolire la nostra vita democratica.

PRIMA RIUNIONE DEL COORDINAMENTO DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE DI CREMONA PER:

  1. ANALISI PORTATA INIZIATIVA DEL GOVERNO MELONI PER PREMIERATO COME PASSAGGIO A TERZA REPUBBLICA
  2. VALUTAZIONE FORZE IN CAMPO PER OPPORSI E BOCCIARE QUESTA RIFORMA/DEFORMA DELLA NOSTRA COSTITUZIONE
  3. RIORGANIZZAZIONE DEL CDC CREMONESE (COORDINAMENTO DEMOCRAZIA COSTITUZIONALE) A LIVELLO TERRITORIALE
  4. AVVIO CAMPAGNA PER UN COINVOLGIMENTO PIU’ AMPIO. 

Lunedì 30 ottobre a Palazzo Chigi la premier Meloni ha convocato i leader della coalizione di governo per definire il pacchetto di misure sulle riforme costituzionali e poi le ha portate in Consiglio dei ministri venerdì 3 novembre: la decisione è quella di modificare 4 articoli della Costituzione italiana. Una volta depositato il testo, prende avvio l’iter parlamentare che consiste nella doppia lettura di Camera e Senato con l’approvazione dell’identico testo e con la seconda lettura a distanza di 6 mesi dalla prima. Nel caso ottenga la maggioranza dei 2/3 in entrambi i rami del Parlamento, la riforma/deforma della Costituzione si intende approvata in modo definitivo senza più possibilità di passare al vaglio del voto popolare attraverso il Referendum confermativo.

Giorgia Meloni: il progetto di Premierato come passaggio alla Terza Repubblica

Dal presidenzialismo all’americana al semipresidenzialismo alla francese il governo Meloni sembra ora virare per riforme costituzionali apparentemente meno dirompenti che comunque concentrerebbero il potere politico in poche mani : una sorta di premierato all’italiana con l’elezione diretta del Capo del governo nello stesso giorno in cui si rinnova il Parlamento tramite una legge elettorale maggioritaria che garantisca il 55% dei seggi al partito o alla coalizione vincente con tre gravi conseguenze: la concentrazione del potere politico nella sola persona del Capo del Governo;  l’esautoramento del Parlamento legato a filo doppio  all’elezione diretta e in contemporanea con il capo del Governo con una maggioranza bloccata e non proporzionata alla percentuale elettorale realmente conseguita; l’esautoramento del ruolo del Presidente della Repubblica ridotto a maggiordomo del Premier capo del Governo.

La proposta Casellati

Il meccanismo messo a punto tra Ministero delle Riforme di Elisabetta Casellati e Palazzo Chigi vorrebbe assomigliare a quello in vigore per l’elezione dei sindaci e dei governatori: il premier eletto è legato alla sua maggioranza e in caso di crisi la prima opzione è il ritorno alle urne. Unica via di uscita che emerge dal testo messo a punto dal governo sarebbe la cosiddetta “fiducia costruttiva”, fortemente voluta dalla Lega: in caso di «cessazione dalla carica» del Premier, il Parlamento può proporre un sostituto purché sia espressione della stessa maggioranza uscita vincitrice dalle urne e che aveva votato la fiducia all’inizio della legislatura: insomma una specie di sostituto di ferro che, pur non eletto direttamente dai cittadini a questo ruolo, rispetto al predecessore avrebbe la stessa concentrazione dei poteri ma con un potere in più: quello di ricattare la propria maggioranza rappresentando l’unica garanzia di non precipitare a elezioni anticipate prima della fine della legislatura.  Su questo meccanismo antiribaltone la soluzione forse potrà essere corretta dal Parlamento ma sempre dalla stessa maggioranza che sostiene il Governo Meloni. Comunque sia, tutta la maggioranza di centrodestra appare unita nella volontà di procedere alla modifica della Costituzione per cambiare la natura parlamentare della Repubblica Italiana e cambiare la forma del Governo concentrando il potere politico e decisionale nel Premier Capo dell’Esecutivo legittimato nel ruolo di Governo non dal Parlamento ma dal voto diretto degli elettori.  

LA (CONTRO)RIFORMA COSTITUZIONALE DEL PREMIERATO IN 5 ARTICOLI

Il Consiglio dei Ministri ha dato il via libera alla riforma costituzionale che punta a rendere diretta l’elezione del presidente del Consiglio. Il testo – che però la maggioranza considera modificabile in parlamento – si compone di cinque articoli.

Riscrittura completa dell’articolo 92 della Costituzione con introduzione dell’elezione diretta del presidente del Consiglio dei ministri; il presidente del Consiglio deve essere un parlamentare.

Fissa la durata del mandato a cinque anni; 

Il nuovo articolo 94 della Costituzione prevede che in caso di “cessazione dalla carica del presidente del Consiglio eletto, il Presidente delle Repubblica possa conferire l’incarico di formare il governo al presidente del Consiglio dimissionario o a un altro parlamentare che è stato candidato in collegamento al presidente eletto, per attuare le dichiarazioni relative all’indirizzo politico e agli impegni programmatici su cui il governo del presidente eletto ha ottenuto la fiducia”.

Previsione che la legge elettorale debba assicurare un premio di maggioranza su base nazionale che garantisca il 55 per cento dei seggi alle liste collegate al presidente;

Abolizione dei senatori a vita di nomina presidenziale (Art.59 comma 2 Cost.)

I rischi di carattere costituzionale maggiori sono molti, i più macroscopici: uno è la violazione dell’articolo 67 Cost. sul divieto di mandato imperativo per i parlamentari. Il secondo è il rischio della “dittatura del secondo”: nel caso in cui il primo premier venga sfiduciato, il Parlamento potrà eleggerne un altro a maggioranza invariata e questo secondo godrà di più libertà di azione perchè, se il Parlamento lo sfiduciasse, si andrebbe direttamente al voto e quindi anche il Parlamento decadrebbe. Un terzo riguarda la legge elettorale, che dovrà essere scritta, ma il premio di maggioranza su base nazionale è stabilito anche per il Senato, che però viene eletto su base regionale.

 

 

 

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S.O.S. DEMOCRAZIA: NO AL PREMIERATO E ALL’AUTONOMIA DIFFERENZIATA

14 Novembre 2023 17:00 - 19:00
Cremona

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