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EMMAUS SOSTENIAMO L’INIZIATIVA WELCOMING EUROPE – PER UN’EUROPA CHE ACCOGLIE

È in atto una raccolta di firme a livello europeo utilizzando l’ICE (iniziativa dei cittadini europei), un importante strumento di democrazia partecipativa all'interno dell'Unione europea con cui si invita la Commissione europea a presentare un atto legislativo in materie di competenza Ue.

| Scritto da Redazione
EMMAUS  SOSTENIAMO L’INIZIATIVA WELCOMING EUROPE – PER UN’EUROPA CHE ACCOGLIE

EMMAUS  SOSTENIAMO L’INIZIATIVA WELCOMING EUROPE – PER UN’EUROPA CHE ACCOGLIE

È in atto una raccolta di firme a livello europeo utilizzando l’ICE (iniziativa dei cittadini europei), un importante strumento di democrazia partecipativa all'interno dell'Unione europea con cui si invita la Commissione europea a presentare un atto legislativo in materie di competenza Ue.

Questa iniziativa è promossa da un arco vastissimo di organizzazioni della società civile in Italia e negli altri Paesi europei, tra le quali Emmaus Europa ed Emmaus Italia.

In sintesi, l’iniziativa si propone i seguenti obiettivi:

1) Salvare vite non deve essere reato. Decriminalizzare la solidarietà.

In ben 12 paesi dell’Unione Europea distribuire alimenti e bevande, dare un passaggio, comprare un biglietto o ospitare un migrante sono comportamenti per cui è possibile ricevere una multa o addirittura essere arrestati dalle autorità. Punire questi comportamenti significa punire l'aiuto umanitario e riconoscere il reato di solidarietà

Nessuno invece dovrebbe essere perseguito o multato per aver offerto aiuto, assistenza o un rifugio a scopo umanitario. Il fine dei governi è quello di scoraggiare i volontari dal fornire aiuto umanitario e servizi di prima assistenza a coloro che hanno bisogno poiché credono che l’aiuto volontario possa costituire un fattore di attrazione per i flussi migratori.

I cittadini europei dovrebbero essere invece in grado di offrire aiuti umanitari e assistenza a tutte le persone bisognose, indipendentemente dal loro status, senza timore di sanzioni o azioni penali.

I promotori vogliono che la Commissione Europea fermi quei governi che stanno criminalizzando i volontari modificando in questo senso l'attuale direttiva dell’UE sul favoreggiamento (2002/90/CE).

2) Creare passaggi sicuri.

Dal 1990 a oggi sono morti più di 34 mila migranti nel tentativo di raggiungere via mare l’Europa. L’apertura di vie d’accesso legali e sicure verso Paesi disposti ad accogliere rappresenta spesso la sola opportunità di protezione per richiedenti asilo e rifugiati.

Vanno pertanto istituite vie sicure di ingresso complementari e addizionali ai programmi nazionali di resettlement e, in questo senso, la società civile può offrire un contributo rilevante.

Le sponsorship private, inoltre, hanno un ruolo importante nel facilitare l’integrazione dei rifugiati appena arrivati nei territori grazie al sostegno e alla mobilitazione delle comunità, di gruppi religiosi, di organizzazioni non governative, di aziende private e di famiglie di rifugiati reinsediati.

Si chiede alla Commissione Europea di modificare il Regolamento Ue 516/2014 del Parlamento europeo e del Consiglio e attivare un nuovo programma di finanziamento nell'ambito del Fondo Asilo, Migrazione e Integrazione (FAMI) per sostenere i programmi di sponsorship privata della società civile affinché sempre più cittadini e associazioni possano essere liberi di accogliere.

3) I diritti umani sono inviolabili. Proteggere le vittime di abusi.

Molti migranti sono vittime di sfruttamento lavorativo, abusi o violazioni dei diritti umani, in particolare alle frontiere, ma trovano grandi difficoltà nell'accesso alla giustizia.

Si chiede protezione per tutte le persone, indipendentemente dal loro status e garanzie di accesso alla giustizia. Si chiede di introdurre in tutti gli Stati membri meccanismi che permettano alle vittime di presentare ricorsi e sporgere denunce in modo sicuro, dando piena attuazione a quanto previsto nella normativa UE (le direttive 2009/52/CE; 2012/29/UE; 2011/36/UE; 2004/81/CE del Consiglio/CE) e dalle legislazioni nazionali. Si chiedono tutele nel caso di violazioni dei diritti fondamentali alle frontiere compiute da parte della Agenzia Europea della Guardia di Frontiera e Costiera, dei corpi militari impiegati nel controllo alle frontiere da parte dei singoli Stati membri e soprattutto delle forze dei paesi terzi sostenuti dall'UE o dai singoli Stati membri. Qualora non sia garantito un meccanismo adeguato di tutela, la Commissione Europea o il singolo Stato membro devono sospendere il supporto finanziario e tecnico fornito.

Si chiede alla Commissione di mettere mano a una nuova legislazione per portare a compimento l'introduzione di canali di accesso per lavoro a livello europeo, colmare le lacune nel quadro giuridico dell'UE sulla migrazione legale e regolamentare i settori che riguardano i lavoratori non altamente qualificati.

L'iniziativa dei cittadini europei (ICE) deve raggiungere complessivamente almeno un milione di firme in 12 mesi con un numero minimo di firme valide in almeno 7 Paesi membri. La raccolta si concluderà il 13 febbraio 2019.

Tra i promotori in Italia della raccolta delle firme figurano, tra gli altri, ARCI, ACLI, Legambiente, ASGI, CNCA, Radicali Italiani. Hanno aderito, oltre a Emmaus Italia, Caritas, Libera, Amnesty International, Sant’Egidio, Mani Tese, FIOM CGIL, Migrantes, AMREF, Chiesa Valdese e tante altre realtà della società civile.

Per informazioni e per sottoscrivere la proposta visitate il sito: http://www.welcomingeurope.it/

A cura di Emmaus di Piadena

 

 

 

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