Addirittura nel 2015 si parla di un +14% in quanto pare che il settore (uno dei pochissimi) sia in grado di offrire prospettive lavorative reali e concrete. Io capisco e comprendo chi vuole seguire le orme di famiglia continuando il duro lavoro di generazioni, ma il sottoscritto glielo sconsiglia altamente. I motivi:
1. La realtà che si troveranno davanti sarà molto insidiosa e in salita.
2. Saranno illusi fin dall’inizio con agevolazioni e contributi con possibilità di accedere a mutui consistenti della durata 20-25 anni anche 30 anni con una percentuale che può arrivare fino al 40% a fondo perduto! Succede però che questo mutuo vedrà cambiate le regole durante il percorso. Tutto questo grazie alla politica, alle banche e ai sindacati. Per loro sarà veramente dura, sia fisicamente, sia psicologicamente che economicamente e questo lo dico per esperienza.
D’altra parte l’agricoltura in Italia è sempre stata usata come merce di scambio per l’industria: siamo il paese che fa più controlli sanitari nel settore alimentare dell’Europa intera, mentre tutti i migliori marchi sono stati svenduti agli stranieri che hanno danneggiato l’intero comparto agricolo. Negli ultimi anni poi tutti i tagli decisi dal governo ci hanno portato a questa immensa e profonda crisi. La nuova Pac, ridotta del 25%, il buono gasolio agevolato sempre minoritario ecc. un’agricoltura che doveva competere sul piano dell’imprenditorialità, della qualità e della salute alimentare, nella difesa dell’ambiente, del risparmio energetico. In poche parole questa crisi è determinata da un complesso di fattori che prevedono sempre meno interventi, un giovane imprenditore agricolo per sopravvivere dovrà farcela solo con la sua forza.
Filippo Boffelli (Codogno)