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Fiam - Emigrazione Il sole non tramonta mai dove vivono gli italiani

Il tema dell’emigrazione è diventato contestualmente materia di forte contesa politica in Italia e altrove Relazioni e schede FAIM Nuova Emigrazione Diritti Sociali Lavoratori del convegno dello scorso 10 novembre 2017

| Scritto da Redazione
Fiam - Emigrazione Il  sole non tramonta mai dove vivono gli italiani

Il  sole non tramonta mai dove vivono gli italiani

Il tema dell’emigrazione è diventato contestualmente materia di forte contesa politica in Italia e altrove  Relazioni e schede FAIM  Nuova Emigrazione Diritti Sociali Lavoratori del convegno dello scorso 10 novembre 2017

Presentazione di  Michele Schiavone

Ringrazio il Forum delle associazioni italiane nel mondo per aver invitato il Consiglio generale degli italiani all’estero al convegno odierno sul tema “Emigrare in tempo di crisi: necessità, opportunità. Più diritti, più tutele. Saluto i presenti, gli amici e i compagni.

Un imprevisto mi trattiene in Svizzera e, perciò, vi chiedo di scusare la mia assenza.E’  degno di grande considerazione sia l’impegno del FAIM per richiamare l’opinione pubblica sul persistente fenomeno migratorio, sia lo sforzo che profonde nella ricerca per conoscerne le cause e il contributo pratico per trovare delle soluzioni adeguate a contenere o frenare gli spostamenti forzati, che sono ripresi in tutte le aree del mondo con l’inizio del nuovo millennio.

L’emigrazione storica e tradizionale viene ricordata e percepita in contesti legati prettamente ad epoche, in cui i trasferimenti di massa erano causati da situazioni di degrado e di povertà, che rispondevano alla richiesta di forza lavoro manuale da impiegare nei processi produttivi fordisti delle piccole e grandi imprese, in un periodo in cui la competizione economica marciava di parci passi con quella politica, perché il mondo era diviso in blocchi.

Da una parte si era in presenza di paesi con economie evolute e con

democrazie avanzate, dall’altra realtà bloccate sull’uscio del progresso in attesa di liberarsi dalla dipendenza della povertà e ansiose di partecipare alla ridistribuzione della ricchezza.

Nel mezzo i lunghi viaggi della speranza, che il più delle volte finivano in tragedie e andavano ad infrangersi contro lo sfruttamento, la negazione dei diritti fondamentali ed i muri del razzismo, tanto da spingere i più ravveduti ad organizzarsi in associazioni, in organizzazioni di mutuo soccorso e sindacali traendo così la forza necessaria per stigmatizzare le pratiche non sempre celate di esclusione sociale, spingendole a rivendicare forme di integrazione e di rispetto e tutela dei diritti di cittadinanza. In queste tristi pagine di storie molti capitoli sono stati scritti dai nostri connazionali.

 Con l’inizio del secolo il fenomeno migratorio è ritornato sotto la luce dei riflettori assumendo nuove forme, favorito dalla mobilità diffusa, dall’interdipendenza e dalla globalizzazione dei capitali, delle merci e dei servizi, che hanno spinto alla trasformazione dei modi di vivere, all’abbattimento delle frontiere geografiche e dei mercati all’interno e oltre alcuni continenti.

Alla spinta migratoria proveniente dal sud del mondo verso i paesi più ricchi, con la recente

crisi economica del 2008 che ha colpito l’occidente, si è aggiunta un’alta percentuale di expat, in fuga da aree con alti tassi di disoccupazione e mancanza di prospettive. Per quanto riguarda l’Italia a differenza delle passate ondate migratorie l’emigrazione dal sud risulta più contenuta rispetto a quella delle regioni settentrionali.

La ripresa dell’emigrazione porta con se problemi demografici, culturali, sociali ed economici sia per le comunità di partenza, sia per quelle di approdo se a priori non si creano le condizioni di accompagnamento e di integrazione. Oggi, a differenza del passato, ad emigrare per necessità sono cittadini con diversi potenziali di professionalità e di conoscenza, spesso con un alto bagaglio culturale, che fanno la fortune dei paesi d’approdo e lasciano un vuoto incolmabile nei territori in cui si sono formati. Sono lontani i tempi in cui si suggeriva agli italiani di imparare le lingue ed emigrare.

 Il nostro paese è chiamato a promuovere politiche per una maggiore occupazione, tale da soddisfare non necessariamente i bisogni ma le aspettative di vita dei propri cittadini, affinché chi emigra lo faccia per scelta, per conoscere e per acquisire know how ed esperienze e non per bisogno. In questo caso l’emigrazione avrebbe tutti crismi per essere concepita come un’opportunità da cogliere e, sulla quale investire facendo leva sulla formazione e la preparazione di partenza.

 La nuova emigrazione italiana ha attitudini comportamentali e sociologiche diverse rispetto a quella tradizionale. Se in passato partivano intere comunità locali e nei nuovi paesi d’accoglienza continuavano a curare e coltivare usanze e tradizioni, oggi invece c’è una tendenza all’atomizzazione e all’individualismo, che difficilmente potrà riprodurre un senso di comunità.

Se questa costatazione dovesse perpetuarsi, sarebbe opportuno chiedersi, se non sia necessario capire cosa ne sarà dei 5 milioni di italiani all’estero e dei diversi milioni di oriundi, ed anche come avanzerà il processo d’integrazione sociale dei cittadini stranieri nel nostro paese, se solo a parlare di Jus soli e culturae una parte della popolazione sale sulle barricate?

 Il tema dell’emigrazione è diventato contestualmente materia di forte contesa politica in Italia e altrove, e spunto di revisionismo culturale e strumentalmente destabilizzante nelle forme più infelici dello stare insieme. Esso viene usato strumentalmente come arma, che incude paura, e quando viene semplificato e ridotto a pura reazione egoistica diventa una bomba ad orologeria.

E’ importante promuovere una nuova narrazione, perseverare sulla ricerca di nuovi metodi e percorsi per affermare nuovi diritti per i cittadini in mobilità, partendo dall’affermazione del diritto di cittadinanza europea, evitando scorciatoie a costo di scegliere percorsi più ardui ed impegnativi, perché abbiamo bisogno di investire le nostre migliori energie, come quelle messe in campo in questo convegno, poiché la sfida che dobbiamo assumere è di vincere la diffidenza e la paura del diverso, e affermare i diritti dei cittadini a potersi muovere liberamente e a sentirsi a casa loro ovunque scelgano di vivere. Proprio perché gli italiani vivono in nei posti più remoti del pianeta siamo consapevoli che i diritti che reclamiamo per noi devono assumere una valenza universale, perché il sole non tramonta mai dove vivono gli italiani.

Michele Schiavone

Materiale segnalato da Daniele Marconcini Presidente Lombardi e Mantovani nel Mondo

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Per leggere tutti gli atti del convegno e schede FAIM  Nuova Emigrazione Diritti Sociali Lavoratori del convegno dello scorso 10 novembre 2017 clicca qui

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