Cremona, 6 febbraio 2020 - "Il prossimo 10 febbraio ricorre il "Giorno del Ricordo", a memoria delle vittime delle foibe, dell'esodo giuliano-dalmata, delle vicende del confine orientale.
Abbiamo tutti noi l’obbligo della memoria, di mantenere vivo e non dimenticare quegli orrori contro l’umanità rappresentato dalle foibe ed in particolare delle atrocità, sofferenze e dolori dell’esodo, che vide fiumani, istriani e dalmati compiere una scelta difficile, lasciando la propria terra, ricominciando da zero la propria vita in Italia. Anche Cremona e la sua provincia accolsero centinaia di esuli istriani e giuliano-dalmati.
Una piaga che iniziò dall'autunno del '43 e durò fino al 1947, i cui fatti storici ci riportano drammatici eventi con rastrellamenti, deportazioni ed uccisioni di migliaia di persone.
Non possiamo dimenticare e vorrei ricordare un passaggio del Presidente della Repubblica Sergio Mattarella letto in occasione del “Giorno del ricordo” lo scorso anno: “Desidero ricordare qui le parole di una dichiarazione congiunta tra il mio predecessore, il Presidente Giorgio Napolitano, che tanto ha fatto per ristabilire verità su quei tragici avvenimenti, e l’allora Presidente della Repubblica di Croazia Ivo JosipoviÄÂ del settembre 2011: “Gli atroci crimini commessi non hanno giustificazione alcuna. Essi non potranno ripetersi nell'Europa unita, mai più. Condanniamo ancora una volta le ideologie totalitarie che hanno soppresso crudelmente la libertà e conculcato il diritto dell'individuo di essere diverso, per nascita o per scelta”. L’ideale di Europa è nata tra le tragiche macerie della guerra, tra le stragi e le persecuzioni, tra i fili spinati dei campi della morte. Si è sviluppata in un continente diviso in blocchi contrapposti, nel costante pericolo di conflitti armati: per dire mai più guerra, mai più fanatismi nazionalistici, mai più volontà di dominio e di sopraffazione”.
Con queste parole, dove ora in quei territori vi troviamo invece dialogo, incontro tra culture differenti e arricchimento vicendevole nel pluralismo, rivolgo un monito soprattutto ai giovani affinché ricordando questi drammatici eventi, non tornino mai più totalitarismi, ideologie che annientano l’uomo e la società. La libertà e la democrazia sono beni inestimabili come lo sono la pace ed il dialogo, patrimonio di tutta l’umanità".
Il Presidente della Provincia di Cremona
Paolo Mirko Signoroni