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Guido Miglioli:No guerra, ma terra. Gli inediti da Mosca | M.Pezzoni

Dagli inediti di Mosca un Guido Miglioli europeo, schierato ma autonomo, capace di attraversare gli steccati alla ricerca di una nuova unità e di una nuova terra.

| Scritto da Redazione
Guido Miglioli:No guerra, ma terra. Gli inediti da Mosca | M.Pezzoni Guido Miglioli:No guerra, ma terra. Gli inediti da Mosca | M.Pezzoni Guido Miglioli:No guerra, ma terra. Gli inediti da Mosca | M.Pezzoni

La novità più rilevante dei tre Convegni su Guido Miglioli tenuti a Soresina, Cremona e Milano  a 60 anni dalla sua morte è certamente la scoperta del materiale conservato negli Archivi di Stato di Mosca, ora consultabile. Materiale originale, di cui solo una piccola parte risulterebbe conosciuta in quanto conservata in copie presso l'Istituto Gramsci di Roma.

Si tratta di un'enorme mole di scritti di Guido Miglioli e su Guido Miglioli che ricoprono il periodo che va dal 1924 al 1939, il periodo del suo peregrinare europeo come esule antifascista in Svizzera, Germania, Belgio, Francia, Spagna, Polonia, Serbia, Russia e persino Georgia.

Il merito della segnalazione e della prima analisi di questi testi, in gran parte inediti, va a Evgenja  Tokareva, direttrice dell'Istituto di Storia delle Chiese e delle Religioni che si trova a Mosca presso il Dipartimento di storia universale dell'Accademia russa delle Scienze.

L'iniziativa di avviare in Italia questa nuova fase di studi è stata assunta da Marco Pezzoni dell'associazione Cremona nel Mondo e da Giuseppe Demaria della Cisl asse del Po che hanno voluto ospitare la prof. Tokareva e lanciare a diverse Università italiane e Fondazioni di ricerca la sfida ad esaminare e interpretare  il nuovo materiale.

Si tratta di lettere, di interventi, di rapporti scritti da Miglioli nella sua veste di invitato, prima, di vicepresidente poi, dell'Internazionale contadina con sede centrale a Mosca.

Quando l'organizzazione viene superata nei primi anni trenta, Guido Miglioli opera e scrive  addirittura come presidente dell' Istituto Agrario Internazionale di Parigi.

L'organizzazione parigina mantiene le stesse finalità dell'Internazionale contadina, ma con una maggiore raffinatezza politica: opera tra gli esponenti antifascisti più rappresentativi dei Paesi europei sia dell'Est che dell'Ovest invitandoli a una stretta collaborazione con l'Unione Sovietica, propone l'alleanza tra operai e contadini per allagare la presa sociale dei processi rivoluzionari. Guido Miglioli, sindacalista cattolico, leader delle Leghe Bianche contadine, esponente di spicco della Sinistra del Partito Popolare fondato da Luigi Sturzo, sostenitore già nel 1922 di un Fronte politico antifascista che comprendesse cattolici, socialisti e comunisti, era una figura che poteva corrispondere benissimo alle esigenze di questa operazione.

È il comunista Ruggero Grieco che nel 1924 segnala a Mosca la figura di Guido Miglioli e propone di invitarlo in Unione Sovietica, avvertendo però che Miglioli è un cattolico per davvero, che è un convinto sostenitore della causa contadina, che poco capisce di marxismo e centralità della fabbrica, che può essere un compagno di strada ma mai un comunista.

Da quel primo soggiorno a Mosca esce il volume “Una storia e un 'idea” che Miglioli completerà vent'anni dopo con il libro “Con Roma e con Mosca”.

Gli inediti contenuti negli Archivi di Stato di Mosca possono gettare una luce più profonda e precisa su questa seconda parte della vita di Guido Miglioli.

È questa l'opinione del prof. Aldo Carera, docente di storia contemporanea all'Università Cattolica di Milano e direttore dell'Archivio per la storia del movimento sociale cattolico in Italia “Mario Romani”.

Tra il Miglioli delle lotte contadine, cattolico popolare, contrario all'ingresso dell'Italia nella prima Guerra Mondiale e il Miglioli esule antifascista, vicino alle posizioni di Mosca, esiste continuità o una forte modificazione delle posizioni politiche?

Cosa rimane dell'originale esperienza sindacale delle Leghe Bianche nella seconda fase della vita di Guido Miglioli?  Fino a che punto Miglioli si fa usare da Mosca e fino a che punto riesce a mantenere una propria coerenza di comportamenti e di valori?

Tra gli oltre 4.000 scritti inventariati negli Archivi moscoviti sta probabilmente la risposta. La prof. Tokareva ne anticipa qualche indicazione, quando segnala che Guido Miglioli chiede e ottiene di analizzare sul campo lo stato dell'agricoltura sovietica, nelle sue varie forme organizzative. Quando pretende di conoscere i livelli di sviluppo tecnologico più alto delle varie esperienze associative e, di contro, quando vuole conoscere le esperienze più arretrate.

Stesso metodo rigoroso e autonomia di giudizio Guido Miglioli adotta per analizzare e studiare le realtà contadine in vari paesi Europei, sia dal punto di vista del livello produttivo sia dal punto di vista del progresso sociale.

Al punto che il rispetto nei suoi confronti tra gli alti dirigenti dell'Internazionale contadina non  può  che crescere, così come il rispetto, almeno formale, del suo credo religioso.

A questo proposito la prof. Tokareva  ha confermato la gustosa rivelazione di Carlo Casula, docente all'Università di Roma Tre: ancora oggi molti storici russi credono che Guido Miglioli fosse un prete. Visto che alla serietà scientifica accompagnava spesso tratti di messianismo sociale anche nei suoi interventi politici all'Internazionale contadina, un cattolico così integrale non poteva che essere un sacerdote.

Dopo la Liberazione, la passione di Miglioli per la dignità e l'unità del mondo del lavoro,  per una nuova terra non poteva lasciare indifferente un prete vero come don Primo Mazzolari. Tra il 1945 e il 1948  i due si scontrarono con asprezza e lealtà per le differenti visioni politiche sulla situazione italiana . Poi Miglioli e Mazzolari  si riavvicinarono fino a collaborare. Del resto erano tra i pochi cattolici a parlare pubblicamente di “rivoluzione” cristiana. 

La tomba di Miglioli a Soresina, su suggerimento di Amos Zanibelli, verrà concepita da don Primo Mazzolari e realizzata dallo scultore cremonese Mario Coppetti. Tre croci reclinate e sovrapposte con la scritta “Tante sono le croci. Unica la speranza” E ai piedi della lastra di marmo la scritta “Il  Contadino ora riposa , l’idea cammina”

Marco Pezzoni

Cremona nel Mondo  

3 ottobre 2014

 

 

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