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I fallimenti della gestione dei parcheggi e della piscina a Crema

Sono le spie del fallimento di una visione aziendalista e demandatoria della politica delle ultime amministrazioni.

| Scritto da Redazione
I fallimenti della gestione dei parcheggi e della piscina a Crema

I fallimenti della gestione dei parcheggi e della piscina a Crema

Sono le spie del fallimento di una visione aziendalista e demandatoria della politica delle ultime amministrazioni.

Nel consiglio del 04.06.2020 a Crema rispondendo all’interrogazione giunta da una forza dell’opposizione, l’assessore Fabio Bergamaschi ha ribadito la “nota insoddisfazione dell’amministrazione in merito alla gestione del servizio”, siglato il 9 novembre 2016 con Gestopark S.r.l. per la gestione dei parcheggi cittadini.

Come Partito della Rifondazione Comunista ribadiamo che fu una scelta sbagliata e irresponsabile quella di esternalizzare e affidare ai privati la gestione dei servizi pubblici (piscina, luce, rifiuti, parcheggi ecc.) e purtroppo le stesse forze politiche che all’epoca appoggiarono e si complimentavano per l’avvento di privati visti come più efficienti e preparati, oggi sono i primi a incolpare il comune di non aver saputo gestire queste operazioni.

Sono a nostro avviso delle critiche di metodo e che non vanno al nocciolo della questione.

Gestione dei servizi affidata a privati o a enti pubblici? Questo è il nocciolo della questione e purtroppo con scelte avviate nello scorso mandato l’amministrazione si è legata mani e piedi sebbene noi fin da subito ci opponemmo in modo chiaro ed evidente.

E’ penso indiscutibile che un gestore privato persegua prioritariamente dei profitti e pure un bilancio in pareggio risulta inammissibile per le leggi di mercato e della concorrenza.

Tali società per rispettare bilanci talmente finalizzati al profitto spesso intervengono in modo peggiorativo su condizioni lavorative degli  organici, sulla qualità del servizio e sugli investimenti.

L’amministrazione a guida PD intendendo la gestione dei servizi come la gestione di una mera società privata ha applicato gli stessi criteri alle proprie società pubbliche in una operazione finalizzata a sgravarsi di impegni organizzativi e di personale, una pilatesca operazione attenta unicamente ai freddi bilanci sottovalutandone le ricadute per la collettività.

E’ abbastanza evidente che ora richiedere una operazione di maggiore verifica è sebbene giusto abbastanza anacronistico, essendo appunto stata l’operazione di esternalizzazione dei servizi all’origine della perdita di controllo e di possibilità di intervento diretto da parte del comune e visto che qualsiasi nuovo aggiustamento non potrà che innescare complicate vicende legali, vuoti gestionali e disservizi per la collettività.

Il comune potrà additare al mal comportamento delle società questo fallimento scordandosi che l'esproprio dal controllo diretto da parte del comune fu votato e voluto da quasi tutte le forze politiche, a parte Rifondazione Comunista.

Purtroppo anche la vicenda della Rsa di Crema mostra in modo lampante come l’avere in passato esternalizzato a favore di una fondazione il controllo della struttura abbia sottratto capacità di intervento diretto al comune lasciandoci nell’imbarazzo e impotenza di attendere l’evolversi di vicende legali chiarificatrici .

La soluzione non potrà essere quindi un nuovo accordo o l’aggiudicazione a una nuova società privata, ma ripensare la gestione dei servizi in capo agli enti pubblici, assumendocene l’onere della loro gestione e indirizzo, aprendosi alla società civile e a organismi di controllo di stampo partecipativo che evitino le operazioni di mera lottizzazione politica del passato.

Per la segreteria del Partito della Rifondazione Comunista di Crema:

Serena Andrea e Antonioli Simone ( Referente Giovani Comunisti/e Crema )

6 giugno 2020

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