IL GIORNALISTA
Capitolo XXXV
Il complice di Amedeo sorrise come un bambino, soddisfatto della sua astuzia.
«Ho fatto tutto con i guanti, compreso l’acquisto».
«Bene, molto bene».
Scolò l’ultimo sorso di amaro del capo e ne ordinò un’altra ricarica.
«Ora spiegami come ti sia saltato in mente di scappartene, senza rispettare il piano!»
«Ho visto quella donna cadere sulle rotaie e mi sono spaventato. Non era previsto...»
«Non era previsto per te, ma io avevo calcolato tutto, non è successo nulla per sbaglio. A parte la tua fuga».
«L’hai... l’hai uccisa apposta...?» si sconvolse.
«Abbassa la voce, vuoi che ci sentano?»
«Ma... ma tu sei stato in ospedale per il trauma...»
Amedeo sorrise malignamente.
«Era tutta una messa in scena...» intuì l’altro
Amedeo bevve un sorso del liquore e gli strizzò l’occhio.
«Se... se hai intenzione di causare altre morti, non considerarmi parte del piano» gli disse incrociando le braccia al petto.
«Quello che ho in mente per la prossima volta, non prevederà morti. O per lo meno, non intenzionali».
«Voglio che tu mi renda partecipe di tutto quello che hai in mente. Altrimenti diserterò seduta stante».
«La mia intenzione era quella di preservarti. Se sai meno del progetto, non sarai costretto a mentire».
«Invece preferisco sapere, perché come ho detto, se ci sono di mezzo altre morti, io mi ritiro».
«D’accordo, ho capito. Non causerò più morti, non è quello che voglio. Il mio obbiettivo è solo quello di provocare qualche danno per fare più notizie al mio giornale».
To be continued...
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