Venerdì, 26 aprile 2024 - ore 17.57

IL PARADOSSO DEL LAVORO: PIÙ DISOCCUPATI E MOLTI POSTI VACANTI

| Scritto da Redazione
IL PARADOSSO DEL LAVORO: PIÙ DISOCCUPATI E MOLTI POSTI VACANTI

La pandemia è stata una frustata per il mercato del lavoro, consegnandoci alla vigilia del 1° maggio, un vero e proprio paradosso: ci sono più disoccupati, quasi un milione, ma anche più posti vacanti; il processo di incontro tra domanda e offerta di lavoro funziona male, anche per la mancata corrispondenza tra i requisiti richiesti dalle aziende e le qualifiche offerte dai lavoratori. Sono oltre 73mila i posti di lavoro non coperti e mai come ora, in presenza di accelerati cambiamenti strutturali, le politiche attive del lavoro richiedono una messa a punto. In particolare quelle dedicate a ridurre il mismatch, il disallineamento, tra i profili professionali che le imprese richiedono per stare al passo con i processi di innovazione tecnologica e la reperibilità di personale adeguatamente preparato o la tempestività nell’aggiornare le competenze di quello impiegato in azienda.

È quanto emerge da un Policy Brief dell’Istituto Nazionale per l’Analisi delle Politiche Pubbliche, dal titolo “Il sistema duale come risposta all’evoluzione dei fabbisogni di competenze del mercato del lavoro” che verrà pubblicato a breve.

Il testo redatto da INAPP mette a confronto gli ultimi dati disponibili sul numero di qualificati e diplomati nei percorsi di IeFP e le stime sulla domanda di lavoro contenute nel rapporto Excelsior 2021-2025. Si evidenzia, di fatto, un significativo disallineamento. Un’offerta formativa complessiva (circa 80 mila unità) che è in grado di soddisfare solo il 52% della domanda potenziale, con situazioni ancora più critiche per gli indirizzi della meccanica, della logistica e dell’edilizia.

“Il blocco dei licenziamenti insieme al ricorso massiccio degli ammortizzatori sociali hanno causato una sorta di effetto ottico: il congelamento di una disoccupazione che inevitabilmente scoppierà accanto alla penuria di figure professionali sempre più ricercati dalle aziende – ha spiegato il professor Sebastiano Fadda, presidente dell’INAPP –. Per effetto della pandemia molte imprese si sono trasformate, puntando sul digitale e sul commercio elettronico, un cambiamento che però non c’è nell’offerta di lavoro, mentre le professionalità più ricercate sono proprio nell’ICT. Come uscirne? Il matching tra domanda e offerta di lavoro richiede un radicale miglioramento dell’istruzione e della formazione tecnica professionale, come ha ricordato anche il presidente Draghi durante il suo insediamento. Ma per migliorare l’occupazione serve anche un aumento del tasso di partecipazione al lavoro delle donne, dei giovani e un profondo reskilling per i lavoratori in età adulta. Il “sistema duale” è uno strumento molto utile per ridurre significativamente il disallineamento”.

Andando nel dettaglio, lo studio dell’INAPP evidenzia come gli scarti tra qualificati/diplomati nell’anno 2019 e fabbisogni delle imprese si concentrino nell’ambito dei settori meccanico (oltre 26mila) e dei servizi di vendita e benessere, ai quali va aggiunto il settore edile (quasi 10mila unità). Percentualmente, risultano maggiormente carenti soprattutto le figure relative all’edile e ai sistemi e servizi logistici, che vedono coperto meno del 5% del fabbisogno, seguiti da servizi di vendita, meccanico e legno (coperto tra 16 e 21% del fabbisogno). Esistono viceversa anche figure per cui l’offerta supera la domanda, tra cui quelle relative all’abbigliamento, e altre per cui la quota di rispondenza al fabbisogno è superiore al 90%, come nel caso dei settori servizi di custodia e accoglienza, trasformazione agroalimentare e ristorazione. (aise) 

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